Il baco del millennio

Al di là di millenarismi e della irresponsabilità borghese, la moderna tecnologia rischia di scivolare sulla classica buccia

Il baco del millennio, la bomba virtuale, "milleninum bug" o come altro viene chiamato sui vari organi di stampa, è noto nel gergo informatico come Y2K bug.

Se ne sta dicendo di tutto e il contrario di tutto. Per attenerci ai fatti noti e alle informazioni qualificate che sono giunte alla nostra portata, diciamo subito che il problema è serissimo, ma nessuno è in grado di fare previsioni serie e gli scenari che esso rende possibili coprono tutta la gamma che va da "pochi inconvenienti irrilevanti" alla "catastrofe economica e sociale".

Dedichiamo quindi questo primo contributo al chiarimento degli aspetti concreti, tecnici, del problema.

Sulla reale esistenza del "baco" e sui rischi che essa apre, si sono naturalmente gettati a pesce ogni sorta di millenaristi, di seguaci di dottrine esoteriche (e qui Nostradamus va per la maggiore) e catastrofisti vari.

Respingiamo tutte le interpretazioni basate su qualcosa di diverso dalla concreta e sensibile realtà, sempre fondate su una beata ignoranza della realtà medesima.

Il problema dell'anno 2000 nasce invece da una situazione semplice, ma che mostra tutta la irrazionalità della classe dominante.

Traiamo molto di quel che segue dalle "confessioni" di diversi programmatori d'alto livello, circolanti nella letteratura e sulla Rete.

Va osservato innanzitutto che i settori portanti del sistema di produzione operano sulla base di un macchinismo, controllato e guidato da computer, che deve essere programmato in modo da rispondere velocemente agli ordini assoluti del mercato mondiale. Sembra esagerato? Si pensi solo alle linee di produzione Fiat, che sulla base della espulsione di decine di migliaia di operai, operano oggi con robot guidati, tramite i chip interni, da computer esterni che ne guidano a decine.

La programmazione di questi computer e di questi "embedded chip" (microcircuiti incorporati nei più diversi congegni e apparecchi ausiliari) ha quindi una importanza decisiva nella regolazione della produzione e della distribuzione, e quindi nel sostegno dell'ordine sociale sul quale tale produzione e distribuzione si basa.

D'altra parte i programmi non sono scritti dai borghesi, dai padroni dei mezzi di produzione, della distribuzione e dei servizi, bensì dai programmatori. Questi sono certamente ben pagati (da 60 a 10 mila dollari, negli Usa) e vengono considerati "professionisti dell'informazione ad alti costi", ma la loro condizione di lavoro è certamente quello degli altri lavoratori: devono lavorare per mantenersi e la logica dei loro padroni, come di tutti i padroni, è di estorcere dal lavoro di programmazione quanto più pluslavoro e dunque plusvalore possibile, così da assicurarsi il "giusto profitto".

Da sempre - lo esaminava Marx nei suoi lavori sull'alienazione - i capitalisti operano nel senso di sottrarre quanta più conoscenza del processo di lavoro e autonomia di scelte possibile, per trasferire il dominio delle fasi di lavorazione alle macchine, nelle quali si troverebbe così incorporato il saper fare del lavoratore. Quando il telaio a vapore, di proprietà del capitalista, riunisce in una manifattura i tessitori, esso viene governato secondo gli interessi e la logica del capitalista, non dei tessitori. Nella macchina-telaio risulta incorporato il "saper fare", una volta del tessitore, per lo meno per quanto riguarda il movimento delle sue parti e la velocità della navetta.

Oggi la macchina è anche il computer e chi vi lavora vede trasferiti ad essa ogni potere decisionale e autonomia di scelta. Gli operatori al computer sono anch'essi elementi a basso costo e sostituibili del processo di lavorazione. Quello che prima era l'impiegato di sportello della banca è oggi un inseritore di dati nel computer, quindi un suo servitore, E il lavoro stesso si ferma quando il computer si blocca.

Con la stessa logica, il medesimo processo si verifica nel settore informatico, dove i capitalisti cercano di sottrarre le competenze e capacità al programmatore per trasferirle quanto più possibile al computer stesso, pretendendo che siano i loro ordini a controllare il processo.

Il "lavoro" dei capitalisti si riduce a essere quello di imporre ordini spesso senza senso, dal punto di vista scientifico e tecnico. Così il "burocrate", ossia il dirigente o quadro che passa gli ordini dei capitalisti, non può mai permettere che i suoi ordini siano influenzati dai "dettagli" del come gli ordini verranno eseguiti: quella è roba per i peones.

La programmazione dei computer è trattata in modo identico allo scavo di buche per terra. Il potere decisionale è dell'uomo che dice "scava qui", o "programma questo"; mai dell'uomo che compie di fatto il lavoro.

In conclusione, questo processo si concretizza nel fatto che i capitalisti chiedono che i programmi dai quali dipende tutto il resto siano costruiti in modo non importa quanto azzardato, ma che soddisfino le loro funzioni base, per le quali sono venduti. (È così che il 60 per cento dei programmi "falliscono": sono cioè cancellati perché danno poco profitto e troppo tardi). I programmatori "deprofessionalizzati" programmano con metodi casuali. Ogni volta che un programmatore dice al computer cosa fare, il metodo per fare le cose (il codice) gli è arrivato già fatto e senza alcun suo intervento. Il suo problema sarà quello di far lavorare il suo pezzo di programma assieme a quell'altro pezzo, scritto da un altro come lui, in modo che l'insieme fornisca le funzioni che il capitalista richiede, indipendentemente dai difetti "secondari" che si dovessero poi manifestare.

Sempre più aspetti della vita quotidiana sono controllati da assurdi, irrazionali programmi di computer scritti nel modo più approssimato e nel tempo più breve possibile. "Dai satelliti che non funzionano ai personal computer che si bloccano perché il sistema operativo si "inchioda"; dalle interruzioni del lavoro nell'ufficio postale o in banca perché "il terminale è bloccato" ai fermi bancomat in tutta la città per "problemi sul server centrale" - i risultati casuali naturalmente soddisfano solo i proprietari dei sistemi stessi perché da lì essi traggono profitti guardandosi bene dal trarre esperienza per solidi prodotti migliori. Windows 3.1 faceva le bizze? Pronto Windows 95 e poi 98, che ancora fa le bizze.

Ora, si tenga sempre presente che ogni computer e ogni embedded-chip che controlla qualcosa deve usare la grandezza tempo per tener traccia di come quella tal cosa è cambiata. Quindi molti dei programmoni o programmini sulla base dei quali quei computer e chip funzionano devono usare la data. Le regole per indicare al computer e ai suoi programmi la data e il trascorrere del tempo sono complesse. La grande incognita che incombe sulla società risiede nel fatto che anche le operazioni dei più importanti computer usano programmi costruiti con gli stessi metodi "casuali" suddetti. Anche in quel caso è valsa la regola del far presto, senza andare tanto per il sottile in attività che fanno perder tempo, come, per esempio, lo stabilire regole certe e sicure per la data. Tanto più che, quando il sistema è nato, la memoria costava migliaia di volte più di adesso e fra quattro byte e due, per ogni data, la differenza era sensibile. Direttamente da qui nasce il problema y2k.

Infatti, si sono sempre usate due cifre per indicare la data: (01-12-99). Questo ha sempre funzionato e funziona finché siamo nel Novecento.

Ma, per fare un esempio, su un personal computer di "vecchia" generazione con il diffusissimo - fino a pochi anni fa Windows 3.1 e i suoi programmi, non saremmo in grado di calcolare gli interessi al 2002 di un deposito in banca nel 1999. Il programma semplicemente non leggerebbe l'input di 2002 interpretandolo in modo casuale con 1902 o... 1984 (provare per credere).

Ora i grandi computer che fanno da server centrale di reti enormi fatte di server secondari e terminali, quali sono quelli delle grandi banche, dei centri finanziari, degli enti elettrici, delle aziende di telecomunicazione, di aziende come la Fiat, eccetera eccetera, soffrono tutti in maggiore o minor misura di questo problema. I capitalisti non hanno cambiato i mainframe e i programmi come il povero appassionato di video giochi cambia il suo personal (ogni sei mesi).

Su di essi e sulla intera rete che controllano, girano programmi complessi, spesso "proprietari", costruiti appositamente, ma sempre secondo l'infame logica capitalista, sui quali sono stati addestrati al lavoro di input e di parziale gestione, decine, centinaia o migliaia di dipendenti.

I capitalisti e i loro amministratori politici si sono resi conto della serietà del problema solo da meno di un anno. D'Alema ha creato lo staff governativo di emergenza per cercare di risolvere il problema nelle strutture statali e per l'informazione e il supporto (vien da ridere) alle aziende grandi e piccine solo il 14 gennaio 1999.

Il grande dilemma, al quale, ripetiamo, nessuno è in grado di rispondere è allora questo: riusciranno, negli undici mesi che restano, a controllare i milioni di linee di codice in cui è annidato il "bug" nei sistemi operativi e nei programmi e a porre rimedio al problema 2000? E in che misura?

Dalla misura in cui i codici verranno corretti e dalla combinazione fra computer a posto e computer fermi o inutilizzabili per la scorrettezza dei dati, dipende l'estensione e la drammaticità del problema.

Resta il fatto che il baco non è solo dei programmi, è insito nel modo capitalista di produzione.

m.jr

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.