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Home ›Gli appetiti “padani” della Lega
Il federalismo fiscale - senza alcun serio assetto concretamente federalista delle attuali istituzioni borghesi - rimane una bandiera ideologica che copre il gioco delle tre carte sul tappeto verde steso dalla Lega. A proposito di tappeti e… bandiere, segnaliamo la notizia di un intervento delle solerti forze di polizia a Venezia, dove hanno fermato e identificato alcuni giovani che, invasi da più o meno sincero amor patrio, portavano con sé e ostentavano una bandiera tricolore. Il sospetto fu che si trattasse di “provocatori” a danno dei leghisti, proprio nel giorno della festa dei… popoli padani. Un eccesso di patriottismo sconsigliabile, dunque, tanto più che fra alcune camicie verdi ha stimolato l’insulto di prammatica, tanto caro anche a re Silvio: “Siete comunisti!”. A dimostrazione che la gara per l’ambito titolo di “idiota nazionale” è sempre aperta; i concorrenti sono tanti e tutti meritevoli.
Ma torniamo all’araba fenice dei decreti delegati del federalismo fiscale ed a quello che si annuncia come uno dei suoi primi capolavori: l’IMU, imposta municipale unica. L’Associazione 360, confrontando il gettito attuale fornito da imposte locali e trasferimenti statali ai Comuni, ha constatato che i Comuni stessi perderanno alla fine un quinto delle loro attuali risorse. E proprio la Lombardia, stella padana, detiene il primato delle tasse locali (regionali, provinciali e comunali) con una media di 2697 euro per ogni suo cittadino. Le cifre ballano fra servizi (tagliati) e balzelli locali di varia natura, mentre i verdi vessilli della Padania fischiano al vento, e 20 milioni di baionette - qualche decina a testa per ogni fedelissimo… - attendono i comandi di Bossi e del suo delfino, anzi, di Renzo la Trota. A 21 anni (dopo i pessimi risultati studenteschi perché bocciato da professori… meridionali) è stato nominato consigliere dell’Expo 2015 (avvenimento sempre più in alto mare, tant’è che si rifanno avanti i turchi per appropriarselo!) e intasca uno stipendio annuo di 150mila euro. Viene poi eletto consigliere regionale della Lombardia, con altri 150mila euro annue, auto blu, rimborsi spese e quant’altro. Sfolgorante carriera, politico-economica, nel nome della Padania.
Ma non è il solo. Là dove la Lega ha messo piedi e mani sui poteri regionali, provinciali e comunali, non si contano più le “parentele” beneficiate direttamente (o favorite in pubblici concorsi) come nella Regione Piemonte, a Brescia, Verona, Trieste. Tra lottizzazioni e penetrazioni, la “clientela” leghista dilaga, dopo i parenti più stretti (mogli, nipoti, fidanzate, eccetera). Milano è il punto focale, e la caccia (fra il Carroccio e Comunione e Liberazione) ai posti direzionali di Asl e Aziende ospedaliere non ha freni. Da notare che il medico personale di Bossi è già assessore lombardo alla Sanità.
I programmi della Lega volano sempre più in alto. Rispettoso della “volontà della gente”, Bossi alza la voce e il prezzo del suo sostegno agli affari dell’amico Silvio. Sette anni fa aveva detto: “devono cacciare i soldi, ci prenderemo le banche”; oggi, “che abbiamo vinto”, reclama subito una “fetta delle _banche_”, All’assalto, perciò, delle finanze del Nord-Est, cominciando a penetrare nelle intercapedini del potere: quello economico, nelle roccaforti del credito. Dopo le fallimentari imprese della Credieuronord (la prima banca della Lega voluta da Bossi), e dopo il “pasticcio” della Popolare di Lodi (col leghista Fiorani) l’appetito finanziario dei “padani doc” si va concentrando sulla Popolare di Milano, la Cariverona, la Cassamarca di Treviso, la Mediobanca-Generali di Trieste. Occhi aperti e mani tese anche verso altri bocconi, come Compagnia San Paolo e Crt in Piemonte e, magari, fondazione Cariplo in Lombardia. Insomma, là dove le Regioni conquistate dalle camicie verdi batteranno cassa per crediti e finanziamenti sul territorio. Le Fondazioni (88, con un patrimonio di almeno 55 miliardi) e i loro vertici, in particolare, fanno gola ai capi della Lega e ai neofiti padani. Si tratta di enti a nomina pubblica e porte d’ingresso nei grandi gruppi bancari e quindi nelle stanze dei bottoni. Le manovre sono aperte, a cominciare dal caso dell’Unicredit (vedi articolo su questo numero del giornale): via Profumo (ostacolo ai progetti regionali padani) e, si spera via i tedeschi e i libici, amici di Silvio. Dunque, genti padane, in alto i portafogli! E come avrebbe detto Gesù, “Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore”…
DCBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #10
Ottobre 2010
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