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Caterpillar - Francia
I lavoratori degli stabilimenti francesi della Caterpillar stanno lottando per la difesa del loro posto di lavoro. A fine aprile si sono opposti al tavolo di concertazione tra stato, sindacato e azienda che stava definendo il numero degli esuberi e il conseguente piano di risanamento.La prospettiva che la Caterpillar, una delle più importanti multinazionali al mondo nel settore delle macchine per l’agricoltura, aveva indicato ai suoi dipendenti in Francia era quella di un taglio di 733 posti solo nei due stabilimenti di Grenoble.
I negoziati erano iniziati alla metà di aprile dopo che i dirigenti del sindacato, accogliendo il solenne appello del presidente Sarkozy e paventando la possibilità di ottenere dei fondi europei, avevano spinto per la liberazione di alcuni dirigenti trattenuti nello stabilimento dai lavoratori in lotta. Il 19 aprile scorso un primo accordo, raggiunto con la benedizione del ministero dell’economia, prevedeva il licenziamento di 600 dipendenti e l’intensificazione dei ritmi di lavoro per i restanti 2000 che si vedevano tolto ogni limite sul monte ore settimanale passando ad una annualizzazione dell’orario complessivo. Il 20 aprile i rappresentanti sindacali non sono però riusciti a fare approvare l’accordo dai lavoratori della Caterpillar. Infatti durante l’assemblea che avrebbe dovuto portare alla ratifica dell’accordo, più di 300 scioperanti hanno impedito ai funzionari sindacali di completare la loro relazione e hanno rigettato l’accordo siglato, la stessa CGT si è vista costretta ad ammettere che l’accordo appena sottoscritto non aveva ancora valore legale e a intraprendere una linea apparentemente più dura ponendo un tetto massimo di 450 licenziamenti e rifiutando l’annualizzazione dell’orario di lavoro. È evidente come, di fronte ai lati più duri della crisi, gli interessi di classe siano sempre più inconciliabili e anche evidente come l’azione del sindacato che, per sua stessa natura non esce mai dalle compatibilità che il capitalismo, possa condurre solo ad un peggioramento delle condizioni dei lavoratori.
Continental - Francia e Germania
Il 21 aprile i 1120 lavoratori dello stabilimento francese di Clairoix della multinazionale tedesca Continental, informati del fallimento dell’azione legale cha avevano intrapreso contro la chiusura della loro fabbrica hanno occupato e messo a soqquadro i locali uffici della prefettura.
Il giovedì successivo questi stessi lavoratori hanno organizzato un treno speciale e si sono diretti da Parigi ad Hanover dove si sono uniti ai loro colleghi tedeschi che stavano manifestando attraverso le strade della città.
La Continental, la cui attività principale è la produzione di pneumatici, sta soffrendo la forte flessione del mercato dell’automobile e la chiusura degli stabilimenti di Clairoix in Francia e di Hanover-Stöcken in Germania rappresenta solo l’inizio di un processo di ristrutturazione che sta avvenendo sulle spalle dei 300 dipendenti coinvolti. I lavoratori della Continental ci stanno mostrando un concreto ed importante esempio di vera solidarietà di classe, di vero internazionalismo proletario. Per anni il proletariato è stato diviso anche all’interno dei singoli stati in diverse categorie, spesso frammentato all’interno della stessa fabbrica e questo è avvenuto con la compiacenza dei sindacati e dei partiti socialdemocratici. Non è un caso che di fronte a questa mobilitazione che si estende a livello internazionale il governo francese stia profondendo minacce e stia organizzando una dura politica repressiva volta a riportare il conflitto sui binari della mediazione sindacale.
ThyssenKrupp - Germania
Più di 10.000 lavoratori dello stabilimento della ThyssenKrupp di Duisburg stanno lottando dalla metà di aprile contro il taglio dei posti di lavoro e contro l’abbassamento dei salari proposto dalla multinazionale. La ThyssenKrupp in Germania impiega più di 85.000 lavoratori in più di 200 impianti sparsi in tuttoil paese. Migliaia di lavoratori sono giunti da tutta la Germaniai a sostegno della lotta dei loro compagni minacciati di licenziamento. La mobilitazione è stata imponente e conferma come la solidarietà tra lavoratori non sia solo un ricordo del secolo scorso. Più di 30 bus sono giunti dalle acciaierie della vicina Bochum, centinaia di lavoratori sono giunti dai cantieri navali di Kiel, Amburgo ed Emden, molti altri operai sono giunti dal sud del paese: da Neuhausen in Baden-Württemberg, da Gerlach da Sauerland. Una delegazione è anche giunta dagli stabilimenti della multinazionale in Brasile e una dalla Francia.
Lo stabilimento di Duisburg non sarà l’unico ad essere colpito dal piano di risanamento e di ridimensionamento voluto dalla direzione aziendale. Di fronte ad una crisi così profondamente strutturale la ThyssenKrupp dovrà ridurre da cinque a due le sue divisioni produttive e apportare imponenti ridimensionamenti delle capacità produttive. Disoccupazione e peggioramento delle condizioni di lavoro per chi resta, è in fondo questa la più immediata e semplice ricetta che il capitalismo in crisi tenta di imporre al proletariato in tutto il mondo.
Battaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #6
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