I lavoratori dei servizi pulizie scioperano

Le società SOGAF e SBROCCHI detengono a Napoli gli appalti per le pulizie dei treni delle ferrovie dello stato. Gli operai ormai da anni, in seguito ad un accordo tra sindacati e azienda, lavarono in regime di contratto di solidarietà e quindi con un salario ridotto di circa il 25%. In questi ultimi anni l'azienda ha deciso di far ricorso all'impiego di lavoro precario e sottopagato sfruttando le leggi messe a disposizione dal pacchetto Treu (approvato durante la legislatura Prodi, quando il governo era ancora sostenuto da Rifondazione Comunista). Ciò ha avuto come conseguenza che circa 130 operai sono risultati in eccesso, ed ecco che un ultimo accordo tra sindacati e aziende fa scattare la cassa integrazione per 130 dipendenti. Il solito gioco di squadra tra sindacati e padroni al quale questa volta i lavoratori hanno deciso di reagire. Per diversi giorni si sono astenuti spontaneamente dal lavoro. Giorno 21 u. s.70 operai hanno anche tentato un blocco dei binari con conseguenti denuncie. Per circa una settimana l'astensione dal lavoro è continuata, contemporaneamente i lavoratori hanno tenuto un presidio permanente alla stazione centrale di Napoli per portare a conoscenza degli utenti il proprio stato di disagio. I muri della stazione si sono riempiti di manifestini sotto forma di annuncio mortuario, preparati dagli stessi lavoratori, di aspra critica al sindacato, che si concludevano con la scritta "si dispensa da delega".

L'astensione dal lavoro però no0n è riuscita a bloccare le attività perché l'azienda sostituiva tranquillamente gli operai in lotta con lavoratori part-time. Questo, in aggiunta alle denuncie, ha inciso molto nella decisione dei lavoratori di sospendere la protesta. Nel frattempo tutti hanno disdetto la loro delega al sindacato al quale appartenevano, il rischio però è che possano cedere alle sirene di qualche sindacato di base che tenta di sostituirsi a quelli confederali.

Questo ennesimo episodio, se ancora c'e ne fosse bisogno, mostra come il sindacato non possa costituire in nessun modo uno strumento di lotta dei lavoratori e questo non per una semplice questione di inefficienza e codardia dei quadri dirigenziali ma per la natura stessa del sindacato del sindacato. La propria funzione "naturale", nel sistema di produzione capitalistico, è sempre stata, infatti, quella di organo di mediazione nella compravendita della forza-lavoro. In quanto organo di mediazione deve necessariamente rispondere alle esigenze di chi dirige e si serve di questa vendita: il capitalismo, la borghesia. La propria attività di conseguenza deve essere svolta affinché ogni decisione presa sia compatibile con le esigenze del capitalismo e tali esigenze oggi, in fase di crescente crisi economica strutturale, significano il peggioramento progressivo delle condizioni dei lavoratori. Siamo anche consapevoli che le stesse spontanee lotte economiche non si esprimano immediatamente in termini di una azione politica anticapitalistica ma in quanto azioni spontanee dei lavoratori sono mosse semplicemente dalle condizioni materiali di questi, e quindi per forza di cose in contrasto con le esigenze del capitalismo. Le rivendicazione che ne scaturiscono allora, se non politicamente, hanno la possibilità di esprimersi economicamente sul piano anticapitalistico. Ecco la necessità del lavoro per la costruzione di un riferimento politico da dare alla classe, il partito, che agisca e partecipi in queste lotte, e sappia indicare al proletariato il passaggio dalla lotta economica alla lotta politica.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.