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Home ›Antisemitismo - Il nostro punto di vista
E ti pareva! Alla caccia del "misterioso" virus antisemita, si ritorna a chiamare in causa, e ad accusare, il "parossismo antiebraico" di Marx, al centro di un suo "triste processo psicologico personale". (vedi La questione ebraica oggi, di G. Israel, Il Mulino)
Non è da oggi che l'intervento del giovane Marx, a proposito del problema della uguaglianza civile e politica degli ebrei nella Germania a metà Ottocento, viene stravolto in un preteso libello reazionario contro gli ebrei. Tacendo sul fatto che, in realtà, Marx stava portando avanti la sua critica radicale alla "società civile moderna", con tutti i suoi presupposti ed effetti. Una società, quella borghese, che si presentava e si presenta tuttoggi ad immagine e somiglianza di quelle caratteristiche che un'altra fede religiosa, il cristianesimo, attribuì nei secoli (e nella società feudale in particolare) all'ebraismo, al giudaismo. Fu poi il cattolicesimo a diffondere i pregiudizi di una discendenza demoniaca degli ebrei, il popolo deicida, mentre alla speculazione finanziaria e all'usura (vietate ai cristiani) molti borghesi ebrei furono spinti dal divieto di possedere terre e partecipare alle corporazioni medioevali
Riguardo al "discorso" del giovane Marx, non è naturalmente riscontrabile in esso alcun aspetto razziale nei riguardi del giudaismo. È evidente invece il riferimento figurativo, metaforico, al tipo ebraico come astrazione avvalorata dal fatto che il termine tedesco Judentum, ebraismo, ha il significato secondario di "commercio", e che nella società borghese, cristiana, tutto è mercato e denaro. Quanto alla borghesia ebraica, il traffico di merci e denaro fu indubbiamente una delle sue maggiori "specializzazioni" acquisite nel tempo. Ma la questione ebraica diventava, in Marx, lo spunto per sviluppare un più ampio e generale discorso attorno alla tesi fondamentale della separazione fra la sfera dello Stato politico e quella della società civile. Nello stesso tempo veniva approfondita la concezione della proprietà privata e del denaro, entrambi visti come momenti dominanti dell'umana alienazione; infine faceva la sua comparsa l'elemento nuovo dell'emancipazione umana, cioè "la questione generale dell'epoca". Un'emancipazione che sarà presto affrontata da Marx sul terreno più concreto, sociale ed economico, della sua realizzazione e con l'indicazione della classe proletaria quale strumento storico, rivoluzionario e risolutivo.
Quale rapporto poteva esserci fra emancipazione religiosa ed emancipazione politica? La prima - chiariva Marx nel suo ragionamento teorico - può essere effetto della seconda, ma la seconda non può esserlo della prima. Risultava quindi che era sbagliato chiedere agli ebrei di "liberarsi" dalla loro religione (come chiedevano le "anime belle" del tempo) per potersi emancipare politicamente. Fermo restando - ripetiamolo - che l'unica e vera liberazione dell'uomo è l'emancipazione umana, la quale presuppone la soppressione dello stato come corpo separato dalla società.
Tornando alla questione dell'antisemitismo, la borghesia democratica ha indicato nel nazismo il diretto responsabile di una violenza fatta al progresso storico, con il rigurgito di tenebrose ossessioni collettive tipiche del Medioevo. Nel più largo quadro del secondo massacro imperialista, anche lo sterminio di milioni di ebrei, a seguito della furia antisemita scatenata in Germania, trovava i suoi unici e ufficiali responsabili negli impiccati di Norimberga e in qualche migliaio di loro sgherri.
Ben altre "idee" abbiamo avuto ed abbiamo in merito alla spiegazione dell'antisemitismo e di qualunque altra manifestazione razzistica. "Se è vero che il Medioevo, o per essere più precisi la società preborghese, ha tramandato all'epoca moderna, insieme con la tradizione religiosa, tutte o quasi tutte le superstizioni e le falsificazioni storiche e antropologiche che corrono sul conto degli ebrei, altrettanto vero è che le presunte innate tendenze di costoro all'accumulazione odiosa non avrebbero mai potuto esprimersi al di fuori del gigantesco impulso dato dalla borghesia di tutte le razze all'economia mercantile. Personificando nella figura tradizionale dell'ebreo il tesaurizzatore accanito e spietato, la letteratura e la leggenda della nascente borghesia non faceva che sintetizzare in un'immagine suggestiva quello che era ed è lo spirito genuino del capitalismo, visto che esso è nato e si mantiene unicamente sullo spietato sfruttamento delle classi soggette" (da Battaglia comunista n.3/4 - 1949).
Antisemiti o filo ebraisti, tutti si guardano bene dal considerare la popolazione ebraica - ovunque e come si presenti - nella sua realtà classista, partendo cioè dal presupposto della divisione in classi antagonistiche della società capitalista: borghesi (banchieri, industriali e commercianti) da una parte, proletari (operai e contadini) dall'altra. Lo stesso dicasi per ogni altro popolo, arabi e palestinesi compresi.
dcBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #7
Luglio-agosto 2002
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