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Home ›Milosevic davanti al Tribunale dell'Aja
Lo scorso 29 giugno le autorità jugoslave hanno consegnato al tribunale dell'Aja l'ex presidente Slobodan Milosevic. Dopo molti mesi di tira e molla, durante i quali il nuovo presidente slavo Kostunica ha accusato i paesi occidentali di interferire pesantemente nella politica interna della Serbia, il capo del governo Zoran Dijndijc ha rotto gli indugi e scavalcando le più elementari norme che regolano i casi di estradizione ha di fatto venduto l'ex dittatore alle autorità dell'Aja in cambio di un miliardo di dollari.
La vicenda dell'arresto di Milosevic rappresenta un classico esempio di scambio commerciale, nel quale il governo del paese balcanico ha venduto l'ex presidente in cambio di un miliardo di dollari promessi dalla conferenza dei donatori, composta dai più importanti paesi occidentali. Oltre al miliardo di dollari, che rappresenta veramente una goccia nel mare della distruzione in cui è ridotto il paese, la Serbia ha ottenuto la promessa di futuri aiuti finanziari con i quali far ripartire la macchina produttiva. Nel progetto del governo serbo la consegna di Milosevic al tribunale dell'Aja è l'ultimo tentativo per far uscire il paese dall'isolamento in cui è piombato negli ultimi decenni di crisi, di guerre umanitarie combattute con armi all'uranio impoverito e embarghi economici.
La consegna di Milosevic all'Aja, come era facile immaginare, ha causato una frattura nel quadro politico del paese, sfociata in una crisi di governo la cui risoluzione appare allo stato attuale molto difficile. L'artefice delle operazioni che ha portato Milosevic davanti al tribunale dell'Aja è stato il capo del governo Zoran Dijndijc, principale avversario di Milosevic durante gli ultimi anni precedenti al guerra del Kosovo e da sempre legato agli ambienti americani. Il presidente della repubblica jugoslava Vojislav Kostunica durante tutte le operazioni è stato di fatto ignorato e messo in un angolo dalle autorità governative serbe. Immediatamente dopo l'arrivo di Milosevic all'Aja ha ribadito il suo netto dissenso dalla consegna "illegale" dell'ex presidente e di conseguenza ha ritirato il suo partito dalla coalizione Dos che regge il governo serbo ed ossatura fondamentale di quello jugoslavo. Nelle ore convulse successive alla consegna del dittatore slavo Kostunica ha condotto delle consultazioni sia con i vertici delle forze armate sia con i dirigenti dei partiti politici. Dalla prima riunione è uscito un pronto comunicato in cui si è affermata la necessità di "risolvere la crisi con mezzi politici" - il che sembrerebbe togliere di mezzo, almeno a breve, ogni ipotesi di "pronunciamento" autonomo delle forze armate, garanti di quella costituzione federale che il governo serbo ha ignorato. Dagli incontri avuto con i rappresentanti dei partiti politici è invece uscito l'annuncio della crisi del governo federale: il partito socialista montenegrino Snp di Momir Bulatovic ha annunciato il suo disimpegno dal governo e le dimissioni del premier Zoran Zizic. Ora Kostunica potrebbe incaricare un altro, ma la frattura fra il Snp e il Dos e tra quest'ultimo e il partito del presidente che ne faceva parte è ormai troppo larga perché si possa pensare alla ricucitura di una maggioranza.
La consegna di Milosevic avviene in una fase particolare per l'intera area dei Balcani, in cui i venti di guerra provenienti dalla Macedonia rischiano di incendiare nuovamente la regione. Il durissimo scontro tra i fautori della consegna di Milosevic al tribunale dell'Aja e coloro che si sono opposti a tale consegna, non è solo il frutto dello scontro interno tra i diversi partiti ma è il riflesso dello scontro interimperialistico tra le massime potenze mondiali (leggi Usa ed Unione Europea). I Balcani rappresentano uno degli epicentri più importanti in cui lo scontro imperialistico tra Stati Uniti ed Europa si manifesta maggiormente. Se la caduta di Milosevic e la successiva elezione di Kostunica alla carica di presente della federazione jugoslava è apparsa come una vittoria delle lobby maggiormente legate al capitalismo europeo, la consegna di Milosevic appare come una vittoria dei gruppi di potere più vicini agli Stai Uniti. È evidente che la dialettica dello scontro in atto nella regione potrà determinare nel prossimo futuro dei repentini cambiamenti di rotta negli schieramenti della borghesia jugoslava tali da trasformare gli attuali alleati internazionale nei più acerrimi nemici o al contrario gli attuali nemici nei più fidi alleati. Come sempre a pagare il prezzo più alto delle alleanze della borghesia jugoslava con l'imperialismo europeo o quello statunitense sarà il proletariato, chiamato prima a sostenere i costi della crisi economica e della guerra, in futuro ipersfruttato ancor di più dal capitale globalizzato.
plBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #7
Luglio 2001
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