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Home ›L'Europa, gli Usa e le trombe d'aria
Novantacinque feriti in uno scenario apocalittico creatosi nella ex-Verde Brianza in 20 secondi di passaggio di una tromba d'aria, sabato 7 luglio attorno a mezzogiorno. "Ne' a memoria nostra ne' dei nostri vecchi abbiamo mai visto una roba simile" ha dichiarato uno stranito abitante delle zone colpite intervistato dalla TV. Ed è vero. È la prima volta che si determina in questa zona di questa regione una vera tromba d'aria. Eravamo abituati a considerarli eventi - e ancora eccezionali - delle pianure americane, di zone tropicali, comunque lontanissime dalle tranquille e pasciute collinette della Brianza. E invece eccolo lì: un bel tornado da decine se non centinaia di miliardi di danni e da 95 feriti che sarebbero stati molti più morti in zone più povere, meno protette dal cemento armato. Lo stesso giorno a qualche centinaio di chilometri di distanza, a Strasburgo una "mini" tromba d'aria faceva 11 morti sotto un grande platano sradicato. Intanto bufere di minore entità dei veri tornado ma comunque di impressionante violenza, interessavano vaste zone del Nord Europa. È il primo ma non sarà l'ultimo evento atmosferico catastrofico a colpire dove meno si era preparati ad aspettarlo.
Dice un illustre climatologo:
Tutti questi fenomeni estremi sono perfettamente coerenti con l’aumento della temperatura, dovuto anche all’effetto serra. Ma da qui a stabilire se quelli che adesso osserviamo sono la normale frequenza che già si osservava in passato, oppure se sta aumentando, questo è ancora un problema.
cfr. La Repubblica dell’8/7, pag.2
Possiamo comprendere che l’illustre climatologo proceda molto, troppo, cautamente. Intanto sarebbe interessante sapere a quale passato si riferisce, storico o geologico? Gli lasciamo volentieri le sue ... prudenze, per trovare invece in questi fenomeni la conferma di previsioni avanzate dall’agenzia delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici: il riscaldamento del pianeta in corso avrà come effetti immediati il determinansi di fenomeni appunto estremi: dai tornado in zone del tutto nuove, alle inondazioni al Nord contemporanee all’inaridimento di vaste zone del Sud nella stessa Europa.
Altri metereologi hanno in varie occasioni dichiarato che quel che ormai è cambiato sono le dinamiche della stratosfera cosicché a fronte di tecniche revisionali raffinatissime si assiste a clamorosi fallimenti delle previsioni metereologiche: quel che in condizioni normali sarebbe accaduto dati quei parametri, non accade e succede invece tutt'altro. Quelle grandezze e quei parametri operavano nella pre-esistente meccanica dell'atmosfera, largamente segnata dalle dinamiche della stratosfera. Cambiano queste, salta quella (vedi "Il clima reagisce al capitale" su Prometeo n.15 V serie, giugno 1998).
A Kyoto (1-10 dicembre 1997) fu firmato ormai tardivamente un Protocollo fra i 153 paesi presenti in base al quale in uno o due decenni (da allora) si sarebbero dovute riportare le emissioni di gas serra ai valori del 1990. Ma dal 1997 ad oggi le emissioni di gas serra sono semplicemente aumentate, tanto della anidride carbonica, quanto del biossido di azoto, rendendo quindi ancor più difficile per non dire impossibile, conseguire entro dieci anni quel ritorno alle emissioni del 1990. E d'altra parte le misure pratiche per l'attuazione del protocollo sono ancora da definire. Anzi, il sistema legislativo statunitense non ha ancora ratificato neppure il protocollo di Kyoto stesso, in attesa di conoscerne gli strumenti attuativi. L'Amministrazione americana,intanto, sta seguendo a questo proposito una politica diciamo così ultra liberista che si scontra comunque con le proposte europee. In buona sostanza, e con un vergognoso menefreghismo nei confronti degli allarmi lanciati dagli stessi scienziati americani, gli Usa stanno dicendo al mondo che sono disposti a considerare il protocollo di Kyoto solo se lo si realizza nel modo che dicono loro, altrimenti loro (i maggiori emettitori di gas serra e di inquinanti vari del mondo) non ci stanno.
Poiché gli europei (in particolare quelli dell'area dell'Euro) hanno mille e una ragione per distinguersi oggi dagli americani ed ergersi come "alternativa", ovvero come blocco di interessi imperialisti alternativo e antagonista a quello americano, stanno utilizzando questo argomento (essi, che nulla hanno fatto peraltro per diminuire nel frattempo le loro emissioni) come elemento "mediatico" della contrapposizione. A Genova, nelle riunioni del G8 si verificherà nuovamente questa "profonda divergenza" fra Europa e Usa sul tema... dell'ambiente.
Non è uno splendido argomento per orientare la "società civile" europea in senso euro-patriottico e antiamericano? E non è quindi uno dei terreni sui quali probabilmente si consumerà anche la fine del movimento civile del "popolo di Seattle"?
E mentre i cosiddetti ambientalisti sulle due sponde dell'Atlantico discutono di utopistici "sviluppi sostenibili", il reale sviluppo, o meglio la reale sopravvivenza del capitalismo ci prepara sotto i nostri occhi - sulle nostre spalle - un futuro immediato di imprevedibili cambiamenti climatici e un meno immediato, ma inevitabile futuro di disastri ambientali.
Malinconica notazione a margine: Berlusconi, maggioritariamente eletto Primo ministro d'Italia si è schierato con gli americani nel sottovalutare il pericolo dell'effetto serra e nel subordinarlo al business che gli americani intendono fare con le "quote di emissione". In Brianza la vittoria del Polo è stato schiacciante. E con questo non intendiamo certo dire che il più europeista Ulivo proteggerebbe di più l'ambiente e il clima.
M.jrBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #7
Luglio 2001
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