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Home ›Operai: la strage continua
Governo padroni e sindacati contro i lavoratori
Dobbiamo ringraziare il Collettivo Politico dell'Università di Napoli per il continuo aggiornamento sulla strage che si verifica quotidianamente sui posti di lavoro.
Nella settimana dal 21 al 26 febbraio i casi di infortunio sul lavoro notificati all'INAIL sono stati 19044 di cui 19 mortali. Dall'inizio dell'anno (1 gennaio) si sono avuti 137627 (centotrentasettemilaseicentoventisette) infortuni notificati di cui 149 (centoquarantanove) mortali.
Riportiamo senza nulla aggiungere il commento del Collettivo:
Inoltre è doveroso sottolineare che questi dati sono delle sottostime, dal momento che riguardano solo i lavoratori con copertura INAIL, e che quindi: a) non computano gli infortuni e le morti che si verificano tra i (tanti) lavoratori - soprattutto quelli a nero - che lavorano senza copertura assicurativa; b) non computano gli infortuni e le morti che si verificano tra alcune categorie di lavoratori con copertura assicuativa presso altri istituti minori diversi dall'INAIL. Infine non computano gli infortuni e le morti che si verificano tra lavoratori con copertura assicurativa ma che non vengono comunicati agli enti assicurativi - e sono molti.
La (dis)informazione mass-mediata se ne parla lo fa distorcendo radicalmente la realtà, cioè censurando i rapporti sociali. Non c'è da stupirsene: in una società divisa in classi la comunicazione dominante è la comunicazione della classe dominante, è funzionale alla riproduzione dei rapporti sociali operanti (e quindi del suo dominio).
Tregua per giubileo
È stato firmato a palazzo Chigi il Patto del Giubileo,
per limitare gli scioperi nei servizi durante tutto quest'anno.
la Repubblica del 28/2 pag. 9
Guerre e Giubileo tutto torna buono per garantire ai padroni e al loro stato libertà di continuare i loro attacchi. La scusa è... usuale: "Il sindacato-dice Larizza-non deve prendere in ostaggio i cittadini". Detto in altri termini ciò significa che i lavoratori (che evidentemente per Larizza e soci, sono cosa diversa dai cittadini) non devono disturbare con i loro scioperi i cittadini. Così il sindacato si prepara a far passare col suo consenso tutte le nuove ristrutturazioni dei servizi (leggi tagli) e si impegna a sabotare, boicottare, proibire, impedire qualsiasi iniziativa che dovesse muovere dal basso e per autodifesa dai lavoratori (giacché di vere rivendicazioni è gran pezzo che non se ne fanno).
Si può essere moderati, filo-governativi, dalemiani o berlusconiani, ma questo rimane un fatto.
Da lì a far passare eventuali scioperi fuori e contro il sindacato come atti sovversivi, magari contigui con il terrorismo, il passo non è lungo e se non è ancora stato fatto, è solo perché ciò sancirebbe definitivamente agli occhi di troppi, la saldatura di tutte le istituzioni nel Grande Fratello, che dai famosi cittadini, per quanto imboniti e cloroformizzati, può solo aspettarsi diffidenza, sotterraneo odio e spinte alla rivolta.
Lavoro minorile e rumore
Ma quel che ancora non appare agli occhi dei più è tuttavia un fatto già consolidato. Mentre i burattini della stampa sparlano di salute e sicurezza - riportando idee e campagne degli ineffabili Verdi, disturbati dal rumore di fondo del traffico cittadino - lo stato padrone e dei padroni si permette di tutto e vara un decreto legge in base al quale gli adolescenti al lavoro, a dispetto di un altro decreto legislativo del 99, possono essere esposti a un livello di rumore superiore agli 80 Decibel.
È il consiglio dei ministri del governo diessino che il 18 febbraio, per evitare che moltissimi datori di lavoro fossero trasformati "da un giorno all'altro" in fuorilegge perseguibili" vara il decreto che rimanda al prossimo 20 Maggio la scadenza di adeguamento di macchine e impianti.
I poveri imprenditori infatti, generosi datori di lavoro agli adolescenti, si sono trovati inopinatamente costretti da un decreto dell'agosto scorso ad adeguare le condizioni di rumore in cui gli adolescenti stessi lavorano alle norme previste (attenzione) da un decreto del 1991. Nove anni non sono bastati agli sfruttatori di minorenni per mettere questi nelle condizioni di lavoro previste in generale da un decreto legislativo del 1991 (il Dlgs 277/91, per la precisione, articolo 42). Bisognava dargli un po' più di tempo. Che a varare quest'ultimo decreto di rinvio sia il governo dalemiano, non ci stupisce, contribuisce solo ad accrescere l'indignazione, e l'odio per un sistema economico e sociale che dominao dalla classe dei capitalisti favorisce questi in tutti i modi, a danno dei lavoratori, adulti o piccini che essi siano. Una vecchia canzone di inizio secolo ('900) lamentava di "masse schiave ed avvilite". Di lì a poco più di un decennio quelle masse diedero qualche scossone (dalla Rivoluzione di Ottobre al biennio rosso in Italia, alle rivolte tedesche...). La tragedia della controrivoluzione in Russia e dello stalinismo spacciato per socialismo e poi il suo stesso crollo hanno rigettato le masse in questa condizione di "schiave ed avvilite" che ancora vanno a votare per il governo di uno stato che autorizza e difende lo sfruttamento degli adolescenti in condizioni invivibili.
Battaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #3
Marzo 2000
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