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Home ›Cooperativa significa sfruttamento - Lettera
Per molto tempo la propaganda della sinstra borghese (leggi PCI PDS PRC) ci ha presentato le cooperative come un'oasi di socialismo all'interno della società capitalista
In esse non si era più dipendenti e quindi sfruttati, ma SOCI e quindi soggetti con capacità di decidere sulla attività della cooperativa e sul proprio lavoro.
In realtà questo non é mai accaduto: i soci delle cooperative hanno infatti sempre ricevuto un salario non superiore a quello dei dipendenti di imprese private (le coop non sono neppure vincolate dagli accordi sindacali nazionali), hanno sempre goduto di coperture assicurative e previdenziali ridotte rispetto a quelle dei lavoratori subordinati ed hanno sempre dovuto sostenere lavori estremamente duri ed alienanti.
Inoltre, se fino a qualche anno fa esisteva ancora il miraggio di poter godere della ripartizione di eventuali dividendi, oggi che la crisi sta stringendo nella sua morsa anche le coop, non solo non si parla più di utili ma si riscontrano salari nominali invariati da quasi dieci anni. Già da questi dati si capisce come le coop siano in realtà uno dei più abili sistemi di sfruttamento del lavoro proletario.
Negli ultimi anni le coop, assecondando la necessità del sistema economico di una totale flessibilità del lavoro, hanno svolto il ruolo di vere e proprie intermediarie di mano d'opera (al punto che molte di esse si sono poi trasformate in vere agenzie di lavoro temporaneo).
Il sistema da loro adottato già prima dell'approvazione della legge sul lavoro interinale (e quindi per alcuni anni ai limiti della stessa legge borghese) é quello che viene descritto di seguito da un compagno che da alcuni anni sta lavorando in una coop.
Sono entrato in una grossa COOP di movimentazione (facchinaggio) nel Settembre del 1996 e mi sono licenziato nel Novembre del 1997 per espletare il servizo civile; avrei potuto mettermi in aspettativa ma la dirigenza della COOP mi ha vivamente "consigliato", con la promessa di riassumermi alla fine dei dieci mesi, di licenziarmi per evitare loro dei costi aggiuntivi. I primi 3 mesi dopo l'assunzione sono stato in prova, poi visto la mia "disponibilità" mi hanno preso come socio di livello E (il più basso) con una paga di meno di £10000 nette all'ora, per un totale di 43 ore settimanali più gli straordinari.
Gli straordinari non erano obbligatori, ma erano l'unico modo per passare di categoria rapidamente (e avere un salario un po' più alto), e così é stato dopo 8 mesi a 50 ore la settimana; ma c'erano dei compagni che oltre ai "normali" straordinari lavoravano anche la domenica.
Ero stato inviato dalla coop a lavorare in modo abbastanza stabile in una fabbrica metalmeccanica non come facchino ma come operaio alle macchine; inizialmente la fabbrica utilizzava anche operai extracomunitari suoi dipendenti con contratti a tempo determinato; quando questi contratti scadevano gli operai dipendenti venivano rimpiazzati da altri soci della mia coop; così, in pochi mesi, ci siamo ritrovati ad essere gli unici operai della zona forni.
La fabbrica aveva fatto questa scelta in quanto, pagando la coop in base alla quantità di prodotto, riusciva ad ottenere grossi risparmi e a stabilizzare gran parte del costo del lavoro.
Quando la fabbrica metalmeccanica chiudeva la coop mi "affittava" ad altre imprese per le quali svolgevo i compiti più disparati comprese le pulizie dei locali oppure mi utilizzava per trasporti effettuati direttamente da essa.
Nell'autunno del 1998 sono stato effettivamente riassunto dalla coop, non certo per il buon cuore della dirigenza, ma perché il giro d'affari stava rapidamente aumentando e la coop era "costretta" a continue nuove assunzioni con scarsissima selezione del personale, in gran parte costituito da immigrati o meridionali obbligati dal bisogno ad accettare le dure condizioni imposte dal lavoro in coop.
Da allora ho svolto per alcuni mesi lavori stagionali con orari relativamente stabili, ma mi capita tuttora spesso di conoscere solo con poche ore di anticipo quale sarà il luogo del mio lavoro e il relativo orario; questo mi costringere ad essere costantemente a disposizione della coop rendendo molto difficile riuscire ad organizzare la mia vita al di fuori del lavoro.
Battaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #3
Marzo 2000
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