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Se l'azienda promette di assumere, i sindacati sono pronti a firmare qualsiasi tipo di contratto, non importa neppure se il numero delle assunzioni è uguale a quello dei licenziamenti e trascurabili sono anche le condizioni di lavoro
Per tutte le imprese, industriali, commerciali o di servizi, flessibilità del mercato del lavoro e riduzione dei salari sono la condizione essenziale per aumentare competitività e profitti. La regola universale è risparmiare sul costo del lavoro e la strada per raggiungere questo obiettivo è la precarizzazione del lavoro.
Lavoro atipico, temporaneo, parasubordinato, interinale, sono tutti aspetti diversi di un fenomeno generalizzato, la frantumazione in mille segmenti del mercato del lavoro. Contratti e normative diverse per soddisfare le diverse esigenze imprenditoriali, ma tutti con precise caratteristiche comuni, la breve durata del rapporto di lavoro, l'intensità dello sfruttamento, bassi salari.
L'ampliamento dei regimi di impiego flessibile offre ai padroni nuove opportunità di sfruttamento della manodopera, ma per chi per vivere deve cercarsi una occupazione la precarizzazione porta solo maggiori disagi, maggiori spese e la certezza di restare lunghi periodi inattivi.
La ricerca di lavoro diventa così una attività frustrante e dispendiosa. Ogni disoccupato diventa rapidamente esperto di leggi, modelli, stampati. Diventa un frequentatore assiduo di uffici del lavoro per tentare inutilmente di entrare nelle graduatorie pubbliche, di uffici postali per spedire altrettanto inutilmente domande di lavoro, curriculum e raccomandate ad aziende che non risponderanno mai. Diventa esperto nell'interpetrazione di inserzioni pubblicate sui quotidiani e su vari periodici locali che invariabilmente nascondono delle truffe o condizioni capestro.
A volte, quando si è fortunati, si riesce a trovare per brevi periodi dei lavori stagionali per esempio in agricoltura o in aziende conserviere, dove l'imperativo è la produttività e la sua unità di misura il numero di cassette di prodotto raccolte nell'arco della giornata e i rischi si chiamano insolazione, disidratazione, dolori di reni e di schiena causati dalla postura che si è costretti ad assumere durante il lavoro.
Inevitabilmente, molti disoccupati finiscono preda delle agenzie di collocamento interinale. Si tratta in genere di filiali di società internazionali. In Italia, le società autorizzate sono 35 con 430 filiali, nel '98 hanno sottoscritto 22.000 contratti di fornitura per un fatturato di 265 miliardi. La più grande di queste società e la Manpower che conta 2.500 uffici in quarantasei paesi, nella maggior parte dei quali è leader di mercato e riesce a collocare 1.900.000 a 250 mila clienti che comprano da Manpower più di 500 milioni di ore di lavoro. Il fatturato del '97 ha superato i 7 miliardi di dollari, con un utile netto di 163 milioni di dollari.
Generalmente, queste agenzie selezionano personale per coprire le carenze temporanee di manodopera o per fare fronte a picchi di produzione, i lavoratori sono perciò di fatto costretti ad accettare qualsiasi tipo di lavoro, anche lontano da casa e qualsiasi regime di orario per un salario che in gran parte è assorbito dalle spese di alloggio e trasporto.
Tutto questo naturalmente avviene con l'avallo dei sindacati che hanno come unica preoccupazione di dimostrare con trucchi statistici che la flessibilità crea occupazione. Se l'azienda promette di assumere i sindacati sono pronti a firmare qualsiasi tipo di contratto, non importa come questi lavoratori vengono poi trattati o per quanto tempo restano in fabbrica e non importa neppure se il numero delle assunzioni è uguale a quello dei licenziamenti, questi sono solo dettagli insignificanti, come pure trascurabili sono le condizioni di lavoro.
LPBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #9
Settembre 1999
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