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Iran
I reparti anti-sommossa sono intervenuti a Teheran per interrompere una protesta degli scioperanti delle raffinerie di petrolio il 16 febbraio. Hanno arrestato centinaia di dimostranti e li hanno portati via con autobus.
Non è chiaro dove siano stati portati i lavoratori dopo la loro pacifica dimostrazione fuori dal Ministero del petrolio nel cuore della capitale iraniana. Circa trecento poliziotti armati di bastoni hanno preso posizione fuori dal ministero dopo aver disperso la manifestazione.
La causa della protesta di queste centinaia di lavoratori non è stata del tutto chiarita, ma l’agen-zia di stampa ufficiale dice che gli operai stavano protestando contro i bassi salari. Le notizie d’agenzia (Reuters e AP) ci sono state inoltrate da compagni iraniani all’estero, il che dice della disinformazione perseguita da tutti gli stati capitalisti in merito alle lotte operaie.
Equador
Dimostranti hanno occupato una cattedrale cattolica nel centro di Quito il 29 gennaio dopo tre set-timane di protesta contro le misure di austerità proposte dal governo.
I manifestanti, che comprendono studenti, indios, attivisti dei diritti umani e leader di gruppi femminili, chiedevano che il governo ritirasse i recenti aumenti.
Il governo ha eliminato i sussidi statali aumentando le tariffe elet-triche, del gas e del telefono di al-meno il 300 per cento e ha anche aumentato il prezzo dei trasporti pubblici.
In altri punti della capitale la polizia ha tirato gas lacrimogeni contro studenti che lanciavano pietre e bloccavano il traffico del centro.
Il Ministro della Difesa Victor Bayas aveva avvertito che i militari sarebbero intervenuti in caso di sciopero dei lavoratori. E la classe operaia, disarmata politicamente e d’altro e per di più avvisata, ancora non si è mossa.
Bulgaria
Migliaia di minatori sono scesi in sciopero il 30 gennaio nella città di Pernik, centro industriale depresso, per unirsi alla disperata onda di scioperi che stava attraversando la Bulgaria in protesta contro l’inflazione che divora i risparmi.
Fuori dalle porte delle banche si sono formate file di gente che tentava di riscuotere i propri soldi per cambiarli con dollari o altre valute straniere.
Fino a quel giorno i manifestanti erano soltanto piccoli borghesi studenti e impiegati ma lo sciopero di Pernik evidenzia che i Socialisti al governo stanno perdendo anche la fiducia delle tute blu.
La situazione economica drammatica, l’iperinflazione ha determinato un pesante calo degli standard di vita.
Il governo ha offerto di raddoppiare le pensioni e i salari del settore pubblico ma con la moneta locale che si svaluta continuamente e gli stipendi che perdono la metà del loro valore da un mese all’altro questo non basta a tranquillizzare la popolazione.
Indonesia
Più di 12.000 operai indonesiani hanno inscenato una protesta il 31 gennaio, bruciando macchine e distruggendo una fabbrica; richiedevano il bonus per la festa islamica del Eid-al-Fitr.
Tutte le imprese che operano in Indonesia devono pagare almeno due settimane prima un bonus ai loro operai per la celebrazione delle feste islamiche o cristiane, tuttavia alcune compagnie tentano di non pagarlo o di ritardare il pa-gamento il che regolarmente causa scioperi e rivolte.
I musulmani infuriati hanno distrutto a Rengasdengklok quattro chiese cristiane e un tempio cinese; come al solito, mancando la coscienza di classe, si ricade sempre nelle rivalità etnico religiose invece che prendersela con la borghesia.
Sierra leone
La polizia a Freetown ha sparato contro i manifestanti che avevano attaccato gli uffici centrali della posta con lanci di pietre; alcuni di questi sembra siano stati ricoverati con ferite da arma da fuoco.
Tutto cominciato col ritrovamento di 5000 moduli compilati per la richiesta di immigrazione negli USA, contenenti foto e notizie personali dei richiedenti; galleggiavano nel porto della capitale.
Un quotidiano ipotizza che sia stata un’iniziativa del governo che tenta di nascondere la brama della popolazione di abbandonare il paese.
Un recente accordo di pace ha messo fine ad una guerra civile che durava da 5 anni e che ha provocato 1,6 milioni di profughi, circa un terzo della popolazione.
Honduras
La maggiore centrale sindacale onduregna ha minacciato uno sciopero generale il 13 febbraio per ottenere aumenti salariali e per convincere il governo a tenere sotto controllo gli aumenti tariffari.
La conflittualità sociale è crescente. Settemila lavoratori hanno manifestato in tre città il 12 febbraio per aumenti salariali e 14 mila operatori ospedalieri hanno scioperato garantendo assistenza solo ai casi gravi. Il governo di Carlos Roberto Reina ha dovuto fronteggiare anche gli scioperi dei 70 mila lavoratori pubblici che vogliono salari più alti e riduzioni nei costi dei trasporti, carburante, elettricità e acqua.
Reina ha definito lo sciopero degli ospedalieri come “inumano” e ha detto che un aumento salariale manderebbe all’aria gli sforzi del paese per... rimettere a posto le finanze pubbliche. Come sono diversi i paesi, sotto il capitale.
Colombia
Decine di migliaia di lavoratori del pubblico impiego hanno manifestato nelle città colombiane il 12 febbraio. Almeno 300 mila lavoratori hanno partecipato ad uno sciopero per aumenti salariali causando problemi nei trasporti e nei servizi di comunicazione. Insegnanti e lavoratori del telefono della sanità e del settore petrolifero si sono uniti allo sciopero.
Alcuni manifestanti hanno tirato sassi contro la polizia mentre altri sventolando bandiere hanno fatto irruzione nella piazza principale di Bogotà.
Il governo aveva rifiutato le richieste dei lavoratori per un aumento del 21,6% dei salari in linea con l’inflazione del 1996 offrendo invece il 13,5%.
Milioni di studenti non sono entrati nelle classi, molti negozi non hanno aperto a Bogotà e molti hanno preferito starsene a casa temendo disordini. Gli elicotteri della polizia pattugliavano il cielo mentre le forze armate erano in stato di allerta.
Battaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #3
Marzo 1997
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