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Home ›Licenziamenti, la solidarietà non basta
Ci risiamo: Trenitalia licenzia di nuovo Dante Deangelis, macchinista e rsu perché “avrebbe leso l’immagine dell’azienda” con le sue denunce circa le carenze di manutenzione - e sicurezza perciò - dei 2 Eurostar che si sono rotti nel mese di agosto.
Lo stesso era stato da pochi mesi riassunto in forza di un’ingiunzione del Tribunale dopo un suo precedente licenziamento nel 2005 sempre per motivi analoghi, il quale aveva dato luogo anche a diversi scioperi di categoria.
Tutto ciò poche settimane dopo che la stessa azienda aveva preso lo stesso provvedimento verso 8 meccanici manutentori del deposito di Genova Principe questa volta per presunte irregolarità nella timbratura del cartellino.
La solidarietà in questi casi è doverosa oltrechè un’arma come suole dirsi, ma non basta - non a caso al macchinista l’hanno espressa anche i poliziotti della Polfer... forse perché sui treni ci viaggiano anche loro - bisogna bensì comprendere appieno queste dinamiche.
Non sono eventi casuali e la posta in gioco è ben altra che il semplice non rispetto di obblighi contrattuali (per inciso è ancora tutt’oggi vigente nelle aziende ferroviarie e tranviarie il fascista - del 1932 - regolamento disciplinare del personale che, tra le altre cose, vieta espressamente di divulgare all’esterno fatti interni all’azienda), se non altro perché stiamo parlando di uno dei principali “datori di lavoro” del paese dove esiste ancora una categoria in grado di esercitare una minima conflittualità verso la controparte - che può sembrare elevata solo dato il generale livello bassissimo delle lotte - col contratto in scadenza ed in vista del prossimo autunno che molti analisti temono caldo, sebbene mai quanto noi lo vorremmo.
Che poi l’odierno amministratore delegato di Trenitalia sia un ex sindacalista tricolore (Cgil) ci fa solo sorridere amaramente a conferma di quanto diciamo da anni se non decenni sulla natura del sindacato.
La storia della lotta di classe c’ha insegnato da molto tempo che quando i padroni tirano fuori l’applicazione dei regolamenti non è mai per un’astratta questione di “correttezza, rispetto, giustizia ecc.” bensì si tratta sempre di ribadire col classico calcio negli stinchi - o più in alto... - chi è che comanda e chi deve ubbidire, magari dopo essere stato sapientemente illuso di sentirsi “sicuro” e “garantito”. Messaggio che non riguarda di certo i soli protagonisti delle vicende, ma tutti gli spettatori, ossia i lavoratori.
Questi attacchi mostrano tutta la violenza che in tempi di crisi mondiale come l’attuale il padronato sa esprimere per tutelare i propri profitti, anche se i lavoratori - suoi antagonisti naturali - non si muovono; dalla crociata anti-fannulloni nella Pubblica Amministrazione del ministro Brunetta, già sostenitore nel 1984 da delfino di Craxi dell’abolizione della scala mobile per i salari (a proposito di carovita...) a Perugia dove il Gruppo del Papa col consenso di Confindustria ha chiesto 35 milioni di euro di risarcimento danni ai familiari dei 4 operai morti pochi mesi prima nel proprio stabilimento!
Anzi il non muoversi è proprio un invito ad ulteriori attacchi allo scopo di strappare posizioni sempre migliori alla controparte aumentandone allo stesso tempo soggezione e rassegnazione.
Sappiamo bene che una risposta di classe adeguata non si improvvisa dall’oggi al domani solo perché 10, 100 o 1000 individui lo desiderano, magari anche ardentemente; con la completa scomparsa di ogni orizzonte collettivo di emancipazione sociale come andato concretizzandosi negli ultimi 30 anni (seppur inquinato da profonde tare gradualiste e riformiste. Utopiste cioè, nel migliore dei casi, dal nostro punto di vista) oggi è palese come sia estremamente difficoltoso mettere in piedi un minimo di mobilitazione effettiva, cioè sentita dalla controparte nel portafoglio, anche su vicende come quelle sopra.
A conferma secondo noi che è ineludibile e necessario riportare nelle lotte di ogni giorno l’orizzonte dell’emancipazione umana nella società senza classi e sfruttamento - e perciò del radicamento del partito di classe che tale prospettiva esprime.
dsBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
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