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Home ›Un lavoratore ci informa di uno sciopero spontaneo alla Fiat
Riceviamo e volentiari pubblichiamo una lettera di un operaio della Ceva, una delle tante società del mondo Fiat, che fa un interessantissimo resoconto di uno sciopero spontaneo che per qualche ora ha bloccato la linea della produzione. Si tratta di un piccolo ma significativo episodio di lotta di classe che ha visto gli operai rompere per una volta tanto le gabbie sindacali e porsi in prima linea in difesa dei propri interessi.
La rabbia accumulata in questi lunghi anni durante i quali hanno dovuto subire pesantissimi attacchi alle proprie condizioni salariali e di lavoro, con ritmi produttivi sempre crescenti, è esplosa in maniera incontrollata creando, seppur per pochissimo tempo, del panico tra i delegati sindacali e la direzione dell’azienda. Ma come giustamente si segnala nella lettera non basta lottare per difendere gli immediati interessi economici, occorre far crescere tra gli operai quella coscienza di classe capace di trasformare i singoli episodi di lotta in battaglie politiche per mettere in discussione l’intero sistema capitalistico. Ma per far questo è necessario ricostruire il partito rivoluzionario che sappia rappresentare e sintetizzare tutte le istanze provenienti dal mondo del lavoro per tradurle in tattica e strategia politica.
Compagni,
lo scorso 5 settembre durante il turno pomeridiano c’e stato uno sciopero spontaneo in Fiat da parte dei lavoratori della Ceva (la ex Tnt) per rivendicare il diritto al quarto livello da parte della maggioranza degli operai. Il riconoscimento di tale livello retributivo, cioè l’aumento del salario, era stato promesso dalla direzione a tutti i lavoratori mentre nella realtà è stato concesso solo ai ruffiani e gli amici dei capi.
Esasperati da questa situazione ci siamo organizzati e abbiamo bloccato l’officina scavalcando la Fiom, l’unico sindacato presente in quel momento in fabbrica. In pochi minuti si è fermata la produzione con conseguente agitazione e panico dei nostri capi, che hanno avvertito immediatamente la direzione; quindi in officina sono arrivati direttori e capi del personale insieme ovviamente ai delegati della Fiom per scongiurare l’aggravarsi della situazione che si stava creando. Appena arrivato sui posti di lavoro il capo del personale ha chiesto di parlare con una delegazione di operai, fatto insolito che non accadeva in Fiat da almeno venti anni. Grazie all’avvio della trattativa diretto con la delegazione degli operai in sciopero il capo è riuscito a sbloccare la situazione e far riprendere il lavoro. Io ed altri tre operai siamo andati su in direzione per manifestare la nostra rabbia per le cose che accadono in officina.
C’erano quattro capi e altrettanti delegati Fiom che si sono presi gli insulti da parte del capo del personale perché gli è scappata la situazione di mano; quest’ultimo ha anche affermato anche che era molto preoccupato che gli operai erano così incazzati. Noi comunque abbiamo esposto la questione, sostenendo il diritto al 4o livello a tutti gli operai (ovviamente purtroppo scaglionato nel tempo) e non soltanto ai soliti ruffiani e amiche e amici dei capi!!! Poi gli ho fatto presente la pesantissima situazione dei carichi di lavoro e della velocità in officina dei carrellisti, dicendo che se si dovessero rispettare le norme di sicurezza le linee si fermerebbero, perciò ci vorrebbe più personale; ma in questo caso il capo del personale mi ha detto di andare piano e far fermare le linee (prendendomi in giro ovviamente).
Praticamente in quell’ora e mezza con i capi in direzione abbiamo parlato solo noi mentre i delegati sindacali esponevano solo l’accordo che c’è stato con la direzione sul quarto livello,ma noi abbiamo detto che andava dato ai più anziani prima di tutto e poi via via agli altri operai. In seguito son venute fuori altre questioni come la cassa integrazione mai imposta ai soliti ruffiani e l’arroganza di alcuni capi nei confronti degli operai. Il direttore ha promesso che sarebbe intervenuto lui sulla questione dei rapporti tra capi e operai nel caso accadesse di nuovo simili fatti, promettendo che in officina i capi non dovranno più insultare o aggredire verbalmente gli operai. Infine con il solito fare paternalistico, del buon padre di famiglia, ci ha anche detto che se c’è qualcosa che non va prima di fare sciopero occorre avvertire lui direttamente.
In poche parole con lo sciopero spontaneo abbiamo messo in crisi sindacati e direzione.Purtroppo manca la coscienza di classe tra gli operai e la volontà nel creare un gruppo unito che affronti puntualmente i disagi e le questioni più urgenti in officina.
Battaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #10
Ottobre 2007
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