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Home ›Negazionismo. La loro e la nostra memoria
Chi ha oramai più memoria dei moventi e dei complici di una tragedia come la shoah?
Milione di vittime in più o in meno, gli stermini di massa praticati con bestiale ferocia in Occidente e in Oriente sono un incancellabile realtà della storia del capitalismo, della società borghese e delle sue guerre imperialiste, mondiali o localizzate.
Le mani sia dei totalitari che dei “democratici” grondano sangue; negando le proprie criminose imprese o denunciando ipocritamente quelle altrui, entrambi esercitano il ben definito ruolo di difensori del capitalismo, del suo ordine economico e sociale.
Dietro montagne di cadaveri, spargono lacrime sulla sempre verde pianta di una ideologia propagandistica a favore degli interessi di un centro imperialistico e con la demonizzazione dell’altro. La Trinità liberal-democratico-socialista di Roosvelt, Churchill e Stalin contro il “folle” Hitler, ieri: Bush il Bene contro Saddam e bin Laden, il Male, oggi. A proposito di Stalin, campione dell’antifascismo, la sua campagna antisemita in Russia meriterebbe uno speciale riconoscimento, non fosse che per il ricorso a mezzi più... tradizionali di sterminio: torture, fucilazioni, impiccagioni, annegamenti, ecc. I poteri forti, governi e Chiesa, erano al corrente dei macelli in corso in Germania, in Russia e nell’Europa Orientale, ma la conquista e la spartizione dei mercati, e l’imminente rilancio dell’accumulazione capitalistica sulle rovine della guerra, erano certamente ben più importanti. M. Edelman,che guidò la rivolta del Ghetto di Varsavia, denuncia su Repubblica:
Gli Alleati sapevano, dal 1942 almeno, e furono passivi ed egoisti, volgendo lo sguardo altrove.
Gli risponde Ratzinger, definendo lo sterminio degli ebrei una “mysterium iniquitatis”...
Con l’antisemitismo, la borghesia tedesca e il nazismo (forma ideologica e politica funzionale agli interessi del capitale) identificarono negli ebrei e in altre minoranze la responsabilità di una crisi interna e di rapporti internazionali di sudditanza con cui la Germania scontava la sconfitta del 1918. Prima emarginati e poi espropriati, far sparire gli ebrei dall’intera Europa stava scritto nel delirante Mein Kampf. Significativo il fatto che, finché agli ebrei fu concesso di emigrare, nessun paese “democratico” volle ospitarli e mantenerli:
La carne degli ebrei conta meno della carne di manzo
Recita così un personaggio nel film Exodus. Con la guerra, il capitalismo tedesco in divisa nazista risolvette una situazione altrimenti, per esso, caotica e organizzò innanzitutto quei campi di concentramento la cui invenzione risale agli inglesi nella guerra contro i boeri, per poi diffondersi in Sudafrica e in India per tutti gli “indesiderabili”. Dai lavori forzati dei prigionieri il capitale tedesco (Krupp, I.G.Farben, Siemens, Bmx) estorse un suo profitto; un altro, più macabro, fu ricavato persino dalle camere a gas (capelli e denti d’oro...). Fino ai tentativi di negoziare vendite di centinaia di migliaia di ebrei agli anglo-americani, che però respinsero l’ “affare”. In seguito, sarà la borghesia d’Israele a trar profitti dall’Olocausto con richieste di risarcimento danni a Banche svizzere e industrie tedesche...
Siano chiare le nostre distanze da quanti, revisionando o negando, danno fiato alle trombe di altri nazionalismi contro quello israeliano (questo in abiti sub-imperialisti e gli altri - vedi Teheran - aspiranti tali). Non solo confermiamo l’esistenza di campi di sterminio e forni crematori, in cui finirono anche molti comunisti, ma denunciamo con pari forza i crimini dei “liberatori”, a cominciare dai loro spietati bombardamenti sulle città e mitragliamenti su inermi civili, fino a una serie di altre nefandezze più o meno belliche. Fare una graduatoria di chi più ha sterminato, è una meschina ipocrisia che porterebbe quantomeno a simpatizzare per gli uni o per gli altri. In tempi più recenti, altre prove di quanto affermiamo sono sotto gli occhi di tutti.
Il capitalismo, dagli uni e dagli altri, non viene mai indicato come la causa di guerre, distruzioni e atrocità che hanno sconvolto e sconvolgono il mondo. Si incolpano non i brutali rapporti sociali che dominano l’umanità intera (oggi difesi ed esaltati addirittura in nome di Jahvé o di Allah) ma la “pazzia” di un personaggio e la malvagità dei suoi seguaci. Proviamo quindi e da sempre il più profondo disgusto verso gli ipocriti richiami a un diritto internazionale invocato dai briganti, piccoli o grandi, dell’imperialismo.
A nostra volta potremmo rivendicare il diritto - si fa per dire! - di discutere non solo l’Olocausto per metterne in luce le vere cause e responsabilità, ma anche il ruolo di buon samaritano che interpreta chi ha giustificato sotto la bandiera dell’antifascismo il secondo macello mondiale e, con l’esportazione della “democrazia”, le spedizioni odierne. Là dove altre borghesie, mascherando i propri reali interessi anche dietro i versi del Corano, armano proletari disorientati e disperati usandoli come bombe umane per il massacro di proletari altrettanto disperati, donne e bambini compresi.
dcBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #2
Febbraio 2007
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