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Brevi considerazioni sul discorso del papa Benedetto XVI a Ratisbona
La lezione tenuta da papa Benedetto XVI lo scorso settembre a Ratisbona può divenire uno strumento che permette di decifrare l’indirizzo politico della chiesa e la crisi che la sta attraversando. Al contrario quello che è rimasto di quella lezione è la baraonda provocata dalla seguente citazione:
Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predica.
Ma anche il cristianesimo si è imposto e diffuso con la spada che il sangue scorreva a fiumi. Sant’Agostino (345-430) uno dei quattro “dottori” della chiesa d’occidente scrisse:
che c’è da biasimare nella guerra? L’uccidere uomini che un giorno dovranno morire? Questo è un biasimo non degno di uomini religiosi.
Ben altri sono stati e sono le questioni che interessano la chiesa. La pistolettata a Maometto serve ad introdurre il vero argomento della lezione e cioè che è irragionevole la diffusione della fede mediante la violenza, dal momento che la chiesa non la può più direttamente utilizzare, perché Dio non si compiace del sangue e:
non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio.
Dio agisce con ragione per mezzo della parola e la sua parola si comunica come ragione: in qualità di ragione. Questo è il punto centrale del ragionamento del papa: non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio e depositaria di questa ragione è la teologia, per il papa si intende quella cristiana, che nella sostanza è la chiesa cattolica. E qui il bersaglio grosso non è l’islam, bensì l’occidente. Il contrasto col pensiero borghese, positivista, evoluzionista e scientifico è evidente, infatti nella ragione moderna, nelle scienze, dice il papa:
soltanto il tipo di certezza derivante dalla sinergia di matematica ed empiria ci permette di parlare di scientificità... E così anche le scienze che riguardano le cose umane... cercavano di avvicinarsi a questo canone della scientificità. Importante per le nostre riflessioni, comunque, è ancora il fatto che il metodo come tale esclude il problema Dio facendolo apparire come problema ascientifico o pre-scientifico.
Ci è arrivato anche il papa, ma lui deve difendere la bottega allora Dio, l’assoluto, è ragione sempre, non ragione storica. Noi diciamo con Engels che “la storia delle scienze è la storia dell’eliminazione graduale di questa stupidità, e quindi della sua sostituzione con una stupidità nuova, ma sempre meno assurda”. Questo è vedere la storia dell’uomo dal punto di vista dell’uomo e Dio come prodotto dell’uomo, al contrario la chiesa fonda sulla ragione di Dio il suo primato sull’uomo e sulla ragione umana. Per la chiesa l’uomo è oggetto al pari del proletariato per il capitale. Una volta ridotto ad oggetto ci dev’essere chi indica all’uomo la luce, diversamente, dice il papa:
gli interrogativi propriamente umani, cioè quelli del ‘da dove’ e del ‘verso dove’, gli interrogativi della religione e dell’ethos devono essere spostati nell’ambito del soggettivo... in questo modo, però, l’ethos e la religione perdono la loro forza di creare una comunità e scadono nell’ambito della discrezionalità personale.
Questo veramente è il pericolo per la chiesa. Così non avendo più il potere della spada e non potendo tornare a prima dell’illuminismo, si tratta di dominare l’uso che l’uomo fa della ragione. La ragione della chiesa ci deve dire cosa sperimentare e dare il significato di quanto sperimentiamo. Ad esempio per i moderni schiavi, il proletariato, questa ragione non allevia di un grammo la propria condizione sociale. Anzi, seppur ammodernata, vale ancora la dottrina sociale di Paolo di Tarso (San Paolo): “ciascuno rimanga nella condizione che il Signore gli ha assegnato”, se è schiavo non cerchi di cambiare il suo stato, perché di fronte al Messia ogni schiavo è un libero e ogni uomo libero uno schiavo. Ed ancora nel 1028 l’arcivescovo di Milano, in visita nella diocesi di Torino, scoprì nel castello di Monforte una comunità che viveva in pace mettendo in comune i beni: furono bruciati. L’esperienza della comunione dei beni non deve proprio essere fatta. Per tutto ciò il papa rivendica alla teologia un posto nel dibattito scientifico perché la moderna ragione delle scienze naturali deve...
semplicemente accettare la struttura razionale della materia... come un dato di fatto
mentre la domanda sul perché di questo dato di fatto...
deve essere affidata dalle scienze naturali ad altri livelli e modi di pensare, alla filosofia e alla teologia.
Siamo alla fine con botto! L’occidente da tempo è minacciato dall’avversione contro i fondamenti della sua ragione; e secondo il papa il fondamento dell’occidente e specialmente dell’Europa è scaturito dall’incontro tra la fede biblica, il pensiero filosofico greco ed il successivo contributo di Roma. Oggi l’unico superstite operante di questo fondamento è la fede biblica, ossia la chiesa cattolica. Questo proporsi come fondamento e ragione dell’Europa assume forma nell’odierna condanna della minaccia del relativismo cioè il non riconoscere nulla di definitivo e considerare tutto come uno stadio dell’umanità con quel che ne consegue per quanto la chiesa considera ragione, morale, devianza, ovvero conservazione ed ordine sociale. Sempre Ratzinger l’ha affermato in un discorso pronunciato a Subiaco poco prima di divenire papa:
La vera contrapposizione che caratterizza il mondo di oggi non è quella tra diverse culture religiose... Se si arriverà a uno scontro delle culture, non sarà per lo scontro delle grandi religioni, da sempre in lotta le une contro le altre ma che, alla fine, hanno sempre saputo vivere le une con le altre, ma sarà per lo scontro tra questa radicale emancipazione dell’uomo e le grandi culture storiche.
Oggi la barbarie della guerra impera, la ricchezza si contrappone alla morte per fame, il 20% della popolazione mondiale consuma l’85% del prodotto mondiale ed in quel 20% di mondo ricco la povertà aumenta, lo sfruttamento sfrenato del lavoro assume forme schiavistiche, il pianeta rischia il collasso e la ragione della chiesa minaccia uno scontro di potere per evitare l’emancipazione culturale dell’uomo! Ed è un pullulare di teo-con e teo-dem in cerca di consenso e per placare la ragione di una chiesa in crisi, in putrefazione, perché nella minaccia c’è un’offerta. E poiché l’emancipazione dell’uomo per la chiesa è l’emancipazione del proletariato per la borghesia l’accomodamento può essere per entrambi conveniente. In fondo le grandi religioni, come le borghesie nazionali, sono da sempre in lotta, cioè si sono sempre fatte la guerra vicendevolmente, ed alla fine, tra una guerra e l’altra, hanno sempre convissuto per un’affinità di ‘cultura’. Questo è quanto offre la chiesa, alias Dio, l’incontro di una ragione in putrefazione con una società in putrefazione, mentre per noi il vero problema sta nell’emancipazione sociale del proletariato mondiale perché la vera contrapposizione che caratterizza il mondo di oggi è tra socialismo o barbarie.
mrBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #2
Febbraio 2007
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