Precari

Pubblichiamo ampi stralci di una lettera che abbiamo ricevuto da una nostra lettrice

Chiunque si sia recato in un centro commerciale nel fine settimana o nei giorni festivi non può non aver notato all’interno di esso delle ragazze normalmente in tailleur scuro, o che indossano delle magliette pubblicizzanti il prodotto promosso, intente a regalare, dopo l’acquisto, dei gadgets o dei buoni sconto. Ma ci siamo chiesti come e quanto tali ragazze vengano pagate?

Pochi si sono posti tale domanda. Qualsiasi promoter lavora giornalmente, soprattutto il venerdì ed il sabato, circa nove ore, retribuita per otto perché il tempo che impiega per montare lo stand espositivo del prodotto o per verificare che il punto vendita abbia ricevuto i documenti necessari per fare la promozione non sono pagati. La ragazza è dipendente di un’agenzia esterna, normalmente sita in un’altra città, che la ingaggia facendole firmare, inviato per posta o fax, uno pseudo contratto con cui la assicura durante tutta l’attività svolta, espone la dinamica della promozione e, alla fine, tratta i tempi e la quantità della retribuzione. Parliamo di contratti fasulli, poche sono le agenzie che stipulano dei Co.Co.Co o dei contratti a progetto; avendo io stessa lavorato per circa dieci agenzie, solo una volta ho avuto un contratto regolare, dopo tutto al punto vendita interessa solo che la persona sia assicurata durante la permanenza in loco, non interessa, al contrario, se lavora in nero. Il pagamento è di circa 40 euro ed avviene dopo 90 giorni dalla promozione: prima di tutto la retribuzione non sempre è garantita e la lavoratrice non avendo in mano nessun reale contratto non ha niente con cui avvalersi, quindi purtroppo la maggior parte si arrende e accetta di aver lavorato gratis per alcuni giorni. Solo poche promoter si ribellano cercando di ottenere invano dal punto vendita un foglio che attesti la loro presenza, altre volte si rivolgono ai sindacati che le illudono di risolvere immediatamente il problema per poi insabbiarlo con mille scuse burocratiche.

Le promoter purtroppo non sono le sole ad essere sfruttate; un posto “privilegiato” spetta nel settore ai merchandiser: chi sono costoro? Sono tutti quei lavoratori, sempre dipendenti dalle sopraccitate Agenzie, che tutte le mattine, dalle sei, lavorano nei piccoli e grandi supermercati, ordinano gli scaffali e che ci fanno trovare all’apertura tutto lindo e ben pulito; ma quanto devono subire per incassare, forse dopo tre mesi, una paga di cinque sei euro all’ora! Il punto vendita, né tanto meno l’agenzia, fornisce loro alcun tipo di indumento antinfortunistico, ma d’altro canto, li obbliga sotto le più vili minacce, a rifornire gli scaffali di tutti i prodotti presenti e non solo di quelli per cui il merchandiser è retribuito; così che il punto vendita, con il tacito assenso dei sindacati e dell’ispettorato del lavoro, ha ogni giorno a sua disposizione dei lavoratori in nero, sottopagati e che non figurano come loro dipendenti: un triplo guadagno non vi sembra? Il punto vendita, per succhiare loro più sangue, mette coscientemente queste due categorie di lavoratori l’una contro l’altra.

Solo quando tutti i lavoratori di qualsiasi settore si renderanno conto di essere tutti ugualmente sfruttati dal sistema economico vigente e non crederanno più ai vari sindacati al soldo del padrone, potranno finalmente combattere per migliorare le proprie condizioni.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.