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Home ›Riforma Moratti: addio alla scuola pubblica! Dal centro-sinistra al centrodestra e... Ritorno
Chi accusa il governo di non aver mantenuto le promesse fatte in campagna elettorale, si sbaglia, perché Berlusconi sta procedendo come un rullo compressore per realizzare quelle "libertà " a difesa delle quali è stato chiamato direttamente - così ci assicura - dallo spirito santo. Basta intendersi sul significato della parola.
Libertà, in particolare per l'unto del signore, dalle stese leggi borghesi (rogatorie, falso in bilancio, ecc.); libertà per i padroni di utilizzare la forza-lavoro come carta igienica; libertà selvaggia per gli evasori fiscali e i distruttori dell'ambiente. Libertà, infine, di insegnamento, vale a dire aumento dei finanziamenti e dei privilegi spudorati per le scuole private, mortificazione e indebolimento della scuola pubblica. Infatti, alla fine di gennaio, il consiglio dei ministri ha varato il decreto di riforma della scuola, i cui nefasti effetti cominceranno a farsi sentire a cominciare dai primi cicli di istruzione, cioè dalla scuola per l'infanzia fino alla scuola media inferiore.
Si tratta di una riforma che, come abbiamo sottolineato più volte sulla nostra stampa, si caratterizza per un ritorno aperto, senza mascheramenti, a una impostazione nettamente classista dell'istruzione, nella quale, in poche parole, chi ha i soldi partirà ancor più avvantaggiato rispetto a chi, invece, proviene da una famiglia che deve campare di salario (quando c'è). Niente di nuovo, si dirà, questa è la norma nella società capitalistica. Certamente, ma oggi anche nella scuola la borghesia è costretta a tagliare e a rimangiarsi quelle "aperture" che aveva concesso in una precedente fase storica, quando era possibile - e per alcuni versi conveniente - destinare una quota della ricchezza prodotta dalla classe operaia alle cosiddette spese sociali. Il tempo pieno e prolungato, la compresenza di più maestre/i alle elementari, le scuole d'infanzia intese non più come semplici parcheggi ma come momenti importanti della crescita del bambino, si inscrivevano in quel preciso contesto storico-sociale, sebbene per imporsi avessero dovuto superare l'opposizione dei settori più ottusi e bigotti della borghesia.
Oggi, tutto questo è seriamente compromesso dalla "riforma Moratti", anche se c'è da dubitare seriamente che, viste le capacità e le competenze della ministra in questione, sia stata davvero lei l'artefice di un progetto reazionario così organico.
Nella sostanza, il tempo pieno/prolungato incontrerà maggiore difficoltà a essere concretamente realizzato, perché le ore a disposizione - nonostante la fumosità in cui è volutamente avvolto il testo di legge - diminuiranno, dato che le risorse, cioè i soldi, destinati complessivamente alla scuola pubblica subiranno un ulteriore calo, portando ovviamente con sé la soppressione di altri posti di lavoro sia del personale docente che di quello non docente. Di più, la riforma, oltre ad abbassare la soglia minima del "monte-ore" di lezione annuale, prevede un certo numero di ore facoltative (quali, decise da chi, come?) che per il prossimo anno, si dice, saranno tenute gratuitamente dalla scuola stessa, mentre per gli anni successivi la prospettiva diventa quanto meno vaga. Di certo, però, dato che lo svolgimento del tempo pieno/prolungato e delle ore facoltative è legato alle disponibilità finanziarie dei singoli istituti scolastici, ci vuol poco a prevedere che le scuole più ricche potranno (forse) assicurare questi servizi; quelle povere, invece, o li elimineranno o ricorreranno massicciamente (ancor più delle altre, intendiamo) all'assunzione di insegnanti precari e, va da sé, malpagati, che svolgeranno, di fatto, un ruolo di sorveglianti, con tanti saluti alla didattica e alla funzione educativo-socializzante del tempo pieno. Senza contare, poi, che molte madri (proletarie, in primo luogo) rischiano di dover scegliere tra il mantenimento del lavoro e l'accudimento dei figli, se le "promesse" della riforma verranno effettivamente mantenute.
Non poteva mancare, infine, la ciliegina che definire carognesca è poco: anche gli stanziamenti (nonché i criteri di assegnazione) per i bambini portatori di handicap e relativi insegnanti di sostegno sono stati modificati, in peggio naturalmente; mentre con la ripugnante, usuale ipocrisia di questa masnada di avventurieri, bigotti e reazionari chiamata "Casa delle Libertà ", si prevede maggior spazio alla "educazione religiosa" dei giovani...
Ma per ridimensionare i "meriti" della Moratti, è necessario ribadire che il suo stravolgimento della scuola pubblica non è che un altro passo in avanti sulla strada abbondantemente aperta dai governi di centro-sinistra, che hanno gettato le basi per la "rifondazione" dell'istruzione. Aziendalizzazione della scuola con conseguenti aperture a "formatori" esterni (enti confindustriali, sindacali, clericali e avvoltoi sociali di varia natura), taglio sistematico dei finanziamenti e del personale, peggioramento generale delle condizioni di lavoro, imposizione di leggi anti-sciopero estremamente limitanti e punitive, ecc. Il tutto, naturalmente, con l'appoggio prezioso dei sindacati, quegli stessi sindacati che oggi si indignano per la natura anti-democratica della riforma scolastica, fino a riscoprire - con un certo fremito, presumiamo - quell'espressione così "fuori moda" che è "scuola di classe".
Tuttavia, siamo talmente sicuri che l'indignazione dei sindacati e dell'Ulivo sia solo finalizzata alla lurida lotta per il potere contro la banda avversaria, da essere pronti a scommettere che se e quando il centro-sinistra tornerà al governo, si guarderà bene dal modificare in modo sostanziale l'impianto di questa ennesima, infame, riforma borghese.
cbBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
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