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Home ›Lotte operaie nel mondo
Iran
Quattro persone sono state uccise nel corso di scontri tra forze dell'ordine e operai avvenuti nella provincia di Kerman, nel sud-est dell'Iran. Gli operai, impiegati in un'industria di lavorazione del rame presso Shahrebabak, chiedevano un contratto a tempo indeterminato. Secondo quanto emerso da una sessione parlamentare trasmessa dalla radio statale, le autorità locali avrebbero ordinato immediatamente l'intervento di reparti speciali trasportati in elicottero, e gli scontri si sarebbero estesi rapidamente dal villaggio alla città vicina.
Francia
Al primo sciopero nella SNFR, che il 20 gennaio ha bloccato per 24 ore gran parte del trasporto ferroviario nella regione parigina, il governo ha subito risposto affinando i soliti strumenti repressivi e accelerando l'iter di approvazione delle leggi anti-scipero, che erano in discussione già da diverso tempo. Ma i ferrovieri, che protestano per i mancati adeguamenti salariali, contro i progetti di privatizzazione e contro licenziamenti massicci che riguarderanno 3500 dipendenti già quest'anno, non sono i soli a lottare.
I lavoratori di Gaz de France and Electricité de France hanno protestato nello stesso periodo contro analoghi piani di privatizzazione. Lo sciopero ha riguardato almeno la metà dei lavoratori, che hanno organizzato assemblee, riallacciato utenze tagliate per mora e ridotto la tariffazione applicata in molte aree.
Altri scioperi hanno riguardato gli aeroportuali parigini, per i quali il processo di privatizzazione e precarizzazione è ancora più incombente, e i lavoratori della sanità, preoccupati dai pesanti tagli di spesa apportati al settore e dall'aumento dei costi delle cure, oltre che dalla riorganizzazione dei turni e dal netto e complessivo peggioramneto delle condizioni di lavoro. Un primo sciopero ha visto un'adesione pari all'80% dei medici, ed una massiccia partecipazione degli infermieri, alcuni dei quali tuttavia sono stati costretti a rimanere sul posto di lavoro per assicurare la copertura minima dei servizi prevista per legge.
Messico
Da una indagine condotta nelle cosiddette "maquiladoras" del Messico settentrionale, ossia fabbriche di assemblaggio di componenti costruiti altrove per l'esportazione negli Stati Uniti, emerge che, nelle violazioni sistematiche dei diritti dei lavoratori, i sindacati hanno spesso un ruolo di corresponsabili, da quelli più rappresentativi a livello nazionale fino a quelli più piccoli.
Tra le violazioni citate compaiono licenziamenti arbitrari, salari sotto il minimo legale, abusi sessuali su operaie. A molti operai vengono negati i bonus e le ferie annuali, contrariamente a quanto previsto per legge. Alcuni operai si vedono anche negata la pensione d'anzianità e i sussidi sanitari, anche quando i problemi di salute derivano da condizioni di lavoro pericolose e insalubri. Tutto questo spesso con il tacito assenso dei sindacati, che dopo aver intascato le quote d'iscrizione dei lavoratori, si dimostrano pronti ad accettare accordi sottobanco con i padroni. Emblematico delle condizioni di estrema ricattabilità dei lavoratori messicani è il caso di una multinazionale, che nello stato di Coahilla impiega 1200 operai pagati 30 US$ per una settimana lavorativa di 45 ore. Alle proteste dei lavoratori, molti dei quali a causa del lavoro soffrono di mal di schiena, artriti e asma, l'azienda ha risposto con la minaccia di spostare immediatamente all'estero la produzione.
India
Continua, dopo due settimane, lo sciopero ad oltranza di 200 mila lavoratori della iuta. La protesta ha provocato finora il blocco della produzione in 59 stabilimenti del Bengala Occidentale. I lavoratori chiedono al governo il ritiro dei piani di privatizzazione della National Jute Manufacturing Company, il pagamento delle indennità arretrate, e la cessazione del ricorso sempre più frequente a contratti precari.
Cina
Nel novembre scorso nel corso di una massiccia protesta, circa 10mila lavoratori della Xiangyang Automobile Bearing Company Ltd, hanno completamente paralizzato Xiangfan, bloccando tutte le strade e le ferrovie. I lavoratori chiedevano il rispetto dei diritti essenziali previsti dalla legge, in un processo di privatizzazione che minaccia tuttora i posti di lavoro e la sopravvivenza di molti operai. La protesta durata due giorni ha portato a numerosi scontri violenti tra lavoratori e poliziotti, con numerosi feriti da ambo le parti. Addirittura è stato affisso nella città un manifesto ufficiale dove dieci operai venivano identificati come "sospetti criminali", per il loro ruolo nelle proteste, e obbligati a presentarsi entro due giorni in questura. Finora non si hanno notizie di arresti, ma le accuse sollevate permetterebbero l'incarcerazione immediata dei dieci operai.
La protesta violenta è il risultato dei licenziamenti decisi nella fase di ristrutturazione dell'azienda, del livello bassissimo dei sussidi di disoccupazione garantiti, e della decisione del governo di vendere le abitazioni di residenza degli operai. Il fatto è che gli operai, licenziati o no, se non vogliono trovarsi con la famiglia in mezzo ad una strada, sono costretti a pagare cifre esorbitanti per delle case di 50mq che loro stessi costruirono venti o trenta anni fa.
Il timore diffuso inoltre è che nel processo di privatizzazione, assieme ai posti di lavoro, scompaia anche ogni diritto al pagamento degli arretrati. Infatti a molti operai l'azienda non corrisponde i salari, nè tantomeno i sussidi sociali e per l'abitazione, da 3-4 anni.
Stati Uniti
Si è chiuso dopo 32 giorni lo sciopero ad oltranza dei conducenti di autobus di Los Angeles. Dopo più di un mese in cui nessun autobus ha attraversato la città, lasciando a piedi mezzo milione di passeggeri ogni giorno, e nonostante le minacce e le diffamazioni diffuse sulla stampa, alla fine i tramvieri della Local 572 hanno ottenuto quanto chiedevano. Per fronteggiare il futuro ingresso di servizi concorrenti nella zona, l'azienda pretendeva l'estensione dell'orario da 10 a 12 ore per 4 giorni alla settimana ed una riduzione dei sussidi per l'assicurazione sanitaria. Con la loro lotta, invece, i conducenti hanno ottenuto un accordo che revede che chiunque operi nella zona assicuri le stesse condizioni contrattuali della Local 572.
micBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
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