Previsioni economiche - Tremonti gioca al lotto ma i suoi numeri non escono

Fino a tutto aprile il ministro del Tesoro proclamava che "la ripresa economica è in forte accelerazione. La crescita del Pil 2002 sarà al 2,3%; l'inflazione al 2%, il rapporto deficit/Pil allo 0,5, con il pareggio di bilancio nel 2003".

Il 10 luglio arriva una prima correzione: nel 2003 il deficit potrebbe essere dello 0,8% se però si realizzera "il trasferimento fuori bilancio di circa 7,16 miliardi di euro attraverso la nuova Infrastrutture Spa". Male che vada, ecco un altro "scenario di sensibilità" che contempla una crescita dell'1,9% e un rapporto deficit/Pil allo 0,7%.

Da notare che secondo il documento di programmazione presentato nel luglio 2001 la crescita del Pil nel 2002 doveva essere del 3,1%.

Ma contro questi aggiustamenti mediatici, persino Confindustria e Istat avanzavano seri dubbi. Il Governatore Fazio, che in fatto di previsioni è da anni candidato al Nobel, azzardava una crescita pessimistica del Pil 2002 non superiore all'1,2%, e qualche Banca d'affari non andava oltre una stima dell'1%. Le giravolte di Fazio (dall'imminente "miracolo economico" più volte annunciato, alla nuova "sciagura nazionale") furono presentate come "degne della forza ed onestà intellettuale del Governatore". Il quale, all'Assemblea della Banca d'Italia in giugno aveva parlato di una crescita all'1,5% solo con l'aiuto di "nuove opere pubbliche per 5 milioni di euro nel II° semestre 2002".

A sua volta la Commissione europea limitava la crescita per il 2003 all'1,4%, costringendo l'impeccabile Tremonti a scendere all'1,7%. Nel frattempo, l'Istat comunicava che il deficit 2001 risultava dell'1,6% e non 1,4%, mentre i consumi delle famiglie, calcolando l'inflazione, registravano una diminuzione del 2,7%.

Nel bel mezzo di questa sarabanda di cifre e percentuali, arrivava il veto - da parte dell'Eurostat (Istituto europeo di statistica) - ad un'altra creazione finanziaria della fervida mente di Tremonti. Quella della "cartolariz-zazione delle future entrate" del Lotto, in particolare, e delle vendite di immobili, in generale. Una bocciatura che aggrava complessivamente di circa lo 0,50% il rapporto deficit/Pil 2001.

La nuova Patrimonio Spa dovrà vendere realmente e non astrattamente, incassando almeno subito, in sonante denaro, l'85% del valore totale di quando messo sul mercato. Le manovre architettate da Tremonti per "fare cassa" a tutti i costi, subiranno quindi un rallentamento anziché un'accelerazione, e nel caso del Lotto si cancellano le anticipazioni delle entrate future. Si creano così altri buchi per alcune migliaia di euro, cioè le presunte cifre messe in attivo ma non ancora incassate e derivanti da troppo favorevoli concessioni ai privati interessi.

Le cartolarizzazioni bocciate consistono in un sistema con cui lo Stato si fa pagare subito da alcune società l'incasso previsto da lotto e lotterie o dalla vendità di immobili pubblici. Ovvero: lo Stato cede a una società un credito equivalente all'incasso atteso dal Lotto per il prossimo anno. In futuro anche vendite di caserme, stazioni ferroviarie, crediti Inps, ingressi ai Musei, ecc. La società paga allo Stato una corrispettiva somma (3 miliardi di euro nel 2001) che viene (doveva essere) contabilizzata a riduzione del deficit 2001. Nel caso di immobili, la somma incassata subito dallo Stato è inferiore al loro valore di mercato; successivamente la società rivenderà quei beni e terrà per sé una "giusta remunerazione". Nel 2001 lo Stato ha incassato in questo modo circa 2,3 miliardi di euro, subito calcolati come riduzione di deficit, rispetto a un valore di mercato degli immobili ceduti di 3,7 miliardi.

L'ombra delle ipoteche si proietta anche sulle prossime finanziarie grazie alla cosiddetta "securitization", entrate future trasformate in titoli di debito emessi da un "veicolo speciale" a cui quelle entrate sono state cedute. Momentanei cerotti di valore contabile, applicati su ferite profonde e che non risolvono i gravi problemi strutturali. Una congeria di una tantum con la messa in campo di fantasiosi meccanismi finanziari. Intanto, senza gli anticipi di Lotto e lotterie, si rifanno un'altra volta i conti, e il rapporto deficit/Pil si presenterebbe così: 2001 = 2,2% invece di 1,64; 2002 = 1,4% invece di 0,5; 2003 = 0,9% invece di 0,0. Sono cambiate naturalmente anche le stime di crescita: nel 2002 il Pil scenderà allo 0,9% e nel 2003 al 2,3%. Ma siamo solo alla fine di agosto.

E la barca va...

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.