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Abbiamo poco spazio, ma ne val la pena: l'illustre giornalista Enzo Bettiza si esibisce in alti esercizi di "igiene mentale" (così li definisce il suo intervistatore) consistenti in confessioni a tutto campo e denunce contro i "cattivi maestri e dannati utopisti" che hanno percorso il Novecento. Fra i peggiori, dopo Rousseau, non poteva mancare Marx.
Dalla pagina della Cultura del Corriere della Sera (venerdì 23 marzo): "Direi che il vertice del falso, se non del cattivo maestro, è stato toccato proprio da Marx. Non solo quasi nulla di ciò che ha profetizzato si è realizzato, ma peggio ancora si è rovesciato nel contrario". Segue, nella lista dei "cattivi", Lenin, "autore del compimento iperbolico dei presupposti marxisti e quindi anche della loro autonegazione".
Illustre giornalista, dicevamo, vista la presentazione che lo qualifica "un interprete d'istinto della funzione dell'intellettuale come quella di colui che è chiamato a corrodere i luoghi comuni". Ma che cosa intenda per marxismo il signor Bettiza è difficile a dirsi. Il suo collega Montanelli riferì tempo fa di aver tentato una lettura del Capitale, sospesa dopo poco pagine poiché non ci capiva un bel nulla. Qui la corrosione, francamente, sembra colpire più l'intelletto che non il luogo comune...
La specificità e la consuetudine culturale di questi signori vuole innanzitutto che il marxismo sia considerato come una dottrina valida per ogni personale interpretazione e che dalla storia avrebbe subito una serie tale di colpi da ridurla, oggi, a uno Zombi alla ricerca del perduto seguito di chiese, sette e scuole. Poiché l'impero russo è crollato, non può esservi alcun dubbio: si trattò dell'inevitabile verificarsi degli insegnamenti di un "cattivo maestro e dannato utopista". La responsabilità va ricercata dunque (anzi, così sarebbe stata definitivamente assegnata dalla Storia) nella teoria di Marx, colpita al cuore da una prassi che ha dimostrato - e qui i pennivendoli gongolano per la deduzione che ne risulterebbe dalle loro conversazioni nei salotti per bene l'imbroglio di un "pensiero", quello marxista, che manca di unità teorica, s'aggira nel vago e nell'astratto, sviluppando errori e irrazionalità.
A questo punto, qualcuno potrebbe chiedersi: se Marx ci ha ingannati, qual é dunque la critica teorica, politica e storica che inequivocabilmente lo dimostrerebbe, una volta per tutte? La sbandierata crisi del marxismo dovrebbe essere provata con una corretta procedura d'analisi che (lasciando al loro destino tragicomico chiese, sette e scuole) si occupi finalmente di quello che è il vero nucleo scientifico del marxismo. Inorridiscono a questo punto gli intellettuali borghesi: ma quale scienza, ma quale teoria! Il marxismo è una dottrina filosofica, va trattata come tante altre espressioni ideologiche che avanzano pretese scientifiche e quindi respinta poiché si dimostra falsa di fronte alla realtà, cioè alla conservazione della società borghese. Il socialismo reale (alias capitalismo di stato) è crollato, il capitalismo avanza fra trionfi e...tonfi. Risultato inconfutabile, per la "critica" borghese: la filosofia di Marx è soggetta a deformazioni e degenerazioni che rendono impossibile una qualsiasi verifica scientifica. È questo il ritornello che da oltre un secolo la borghesia va ripetendo, col prezioso supporto dello stalinismo, dalla metà degli anni Venti in poi. e di qualche attuale rivalutatore e aggiornatore...liberal-democratico.
Una raccolta delle opinioni espresse dai confutatori di Marx riempirebbe intere biblioteche con esilaranti letture sulle supposizioni di influenze hegeliane, kantiane, positiviste, bergsoniane, strutturaliste eccetera, subite da Marx e dallo stesso abilmente miscelate. Opinioni che alla fine, se qualcosa riescono a dimostrare, è la..crisi soggettiva dei singoli intellettuali che le hanno formulate. Due nomi fra i tanti: Colletti e Althusser.
Conclusione: il marxismo sarebbe morto (dai tempi di Benedetto Croce almeno una decina di volte...) ma il cadavere ancora non si trova. La borghesia non dorme sonni tranquilli e, visto come stanno andando le cose e nonostante le opinioni di Bettiza, più di un dubbio si fa strada. "Eppur si muove", mormorava l'eliocentrico scienziato Galileo Galilei fra gli schiamazzi dei geocentrici dottrinari del suo tempo.
dcBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #5
Maggio 2001
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