Non solo i muscoli, ma anche l'anima dei lavoratori è nelle mani dei padroni

"Di fronte a quello che vedo - scrive il compagno che ci ha inviato questa testimonianza - sono sempre più convinto che la classe abbia bisogno di una guida"

Sono un giovane compagno emiliano e lavoro come operaio in un negozio di ortofrutta. La mia vuole essere una breve testimonianza delle condizioni di vita a cui il proletariato è sottoposto oggigiorno dai ritmi e dai meccanismi disumani del sistema capitalista. L'esempio che riporto riguarda in particolare l'ambiente del mercato generale della mia città (che ho il piacere di frequentare ogni giorno), ma naturalmente il discorso vale per ogni luogo di lavoro dove lo sfruttamento è il pane quotidiano. Il mio compito giornaliero è quello di recarmi al mercato, caricare sull'autotreno la merce acquistata dal padrone nei vari "stand" e tornare in negozio per scaricarla e sistemarla. In pratica, anche se il mio contratto dice che sono un "apprendista magazziniere", sono solo un facchino; lavoro sei giorni su sette un minimo di 42 ore, per 1.200.000 lire al mese. E mi va anche bene... All'interno del mercato il servizio di facchinaggio per i vari "stands" privati e per il frigorifero comunale è gestito da una cooperativa che garantisce un servizio continuo: i facchini si alternano in tre turni che in pratica coprono tutto l'arco delle 24 ore. Il carico mattutino inizia che è ancora buio e termina verso le undici; quello pomeridiano comincia alle quindici, ma il più duro è il turno di notte, quando i camion da scaricare arrivano incessantemente l'uno dopo l'altro. I facchini si occupano anche delle pulizie e dello smaltimento degli imballaggi. Ci sono containers tritarifiuti pronti a tritare anche il disgraziato che cade dalla sponda di un furgone. La cosa non è così improbabile, perché i ritmi di lavoro richiesti sono elevatissimi e la minima distrazione può costare cara. Devi girare per il mercato spingendo il carrello come un forsennato, mentre i muletti ti sfrecciano a un centimetro dal naso. Per guadagnare tempo sulle manovre, spesso i camion si muovono con la sponda inclinata a mezz'altezza correndo sempre il rischio di urtare qualcuno, come inevitabilmente accade. D'altronde qui il motto dei padroni è: " il tempo è denaro!". Ma il tempo è denaro solo per loro che hanno fretta di vendere la loro merce; per i salariati il valore del tempo è indicato sulla bustapaga. A proposito, un facchino a fine mese può arrivare a percepire fino a 2 milioni e 500 mila lire, ma basta pensare agli orari, ai ritmi e al loro tenore per non invidiarli. I loro volti e i loro corpi, soprattutto dei più anziani sono segnati e induriti dalla fatica, dalla rabbia e, purtroppo, dalla rassegnazione. È triste vedere come, soprattutto tra i più giovani, i decadenti valori borghesi affondino le radici fin nell'anima abbrutiti dalla fatica fisica. Il padrone che ha iniziato dal nulla ed ora parcheggia la sua auto di lusso tra rimorchi e muletti è un esempio da seguire. Anche politicamente il dominio padronale è assoluto e la rabbia proletaria, delusa da una sinistra ormai apertamente anti - operaia, tende a sfogarsi sempre più a destra, abbagliata dal mito della risolutezza e delle misure forti. Il dramma è che l'immagine della forza che l'ideologia di destra sventola facendone il proprio vessillo, è la stessa forza che gli operai vedono nei loro muscoli, l'unico bene che posseggono. I facchini sono gente rozza, è vero, ma la grande umanità che è in molti di loro tiene sempre vive le mie speranze. Purtroppo però, dobbiamo scontrarci con una dura realtà e mi viene da ridere quando penso a chi sostiene che la classe operaia è in piedi o a chi crede che la classe si organizzerà spontaneamente contro la borghesia. Di fronte a quello che vedo sono sempre più convinto che la classe abbia bisogno di una guida. Non una guida che si sostituisca ad essa, ma che sia in grado di indicarle la giusta via, prima adoperandosi per favorire il superamento del trauma stalinista, quindi organizzandola nelle file del partito di classe rivoluzionario.

M.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.