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Home ›Metalmeccanici - Un altro contratto all’insegna della flessibilità dei salari e del lavoro
I rinnovi contrattuali avvengono in una situazione estremamente pesante.
Nel corso degli ultimi anni, la quota di ricchezza prodotta che va al lavoro dipendente è fortemente calata mentre i profitti e le rendite sono costantemente aumentati.
Come se non bastasse, questo arricchimento è stato realizzato con una forte riduzione del numero degli occupati. Dal 1993 al 1998 sono stati soppressi 1.300.000 posti di lavoro a seguito delle ristrutturazioni e i lavoratori che non sono stati licenziati o messi in mobilità hanno visto aumentare i ritmi, la fatica e l’orario di lavoro.
I sindacati non soli accettano questa situazione, ma d’accordo con la CONFINDUSTRIA lavorano attivamente per comprimere ulteriormente i salari e precarizzare il lavoro allargando la flessibilità in entrata (contratti a termine, lavoro interinale ecc.) e in uscita (libertà di licenziamento).
La piattaforma del contratto metalmeccanici risponde in pieno a questo disegno: Salario I sindacati affermano che gli aumenti salariali devono restare rigorosamente nel quadro della cosiddetta politica dei redditi. Ciò significa che non si possono chiedere aumenti oltre il tetto d’inflazione programmata (1,5%) ovvero dalle 20.000 alle 55.000 secondo la categoria d’appartenenza.
Ma perché il salario deve essere per forza contenuto entro l’inflazione programmata? I prezzi e le tariffe continuano ad aumentare ben oltre l’inflazione dichiarata, ma per i sindacati i salari devono stare fermi per fare crescere i profitti dei padroni.
Orario
L’intera normativa sull’orario è riorganizzata attorno ad un orario annuale mentre l’orario giornaliero e settimanale diventano “medi” così le aziende potranno prolungare gli orari fino a 48 ore settimanali o restringerli fino a 32 ore nei periodi di bassa produzione. Il problema dei padroni è utilizzare gli operai con un modulo d’orario variabile, determinato dalle necessità produttive che risentono delle variabili del mercato, delle forniture, dello stato degli impianti, ora sono accontentati.
Nella piattaforma poi, si chiede una riduzione d’orario (legata all’introduzione di nuovi regimi d’orario) solo per i turnisti impegnati la notte, il sabato e la domenica e da attuare con la contrattazione aziendale, per tutti i lavoratori sono assorbite le ex festività e la riduzione d’orario precedenti.
Questo monte ore non potrà più essere utilizzato individualmente neppure nei casi di gravi necessità ma sarà di fatto gestito e pianificato dalle aziende.
Sono infine riconfermate le 150/ 200 ore individuali di straordinario riconosciute dai precedenti contratti (un mese di lavoro in più l’anno) e addirittura si offre alle aziende la possibilità di sfondarle in cambio della promessa formale di qualche assunzione.
Scatti d’anzianità
Nel CCNL firmato nel 1979, gli scatti d’anzianità furono ridotti a cinque e indicizzati al 5%. Oggi se ne chiede la trasformazione a cifra fissa. La motivazione è chiara, questa parte di salario ad incremento automatico (l’ultima rimasta) era un ostacolo alla completa flessibilità del salario e andava rimossa. I sindacati hanno prontamente fatto il loro dovere compiendo un passo in avanti verso la sua soppressione.
La graduale soppressione degli scatti d’anzianità si colloca nel quadro più generale della revisione dei parametri contrattuali, si tratta di conglobare in un’unica voce salariale (la paga base) di parte delle altre voci della busta paga (Contingenza, Edr, ecc.) e realizzando nel tempo l’aggancio degli aumenti retributivi alla produttività come avviene nel contratto dei chimici con l’indennità di posizione organizzativa (IPO).
Pensioni integrative
Nello scorso contratto, fu congelato l’effetto della tredicesima mensilità sul TFR al fine di finanziare l’avvio del fondo integrativo delle pensioni. Il risparmio dei padroni sulla liquidazione è avvenuto per tutti i metalmeccanici ma solo una piccola parte ha aderito al fondo, nessuno ha mai detto che fine ha fatto il resto dei soldi e in più adesso si chiede di aumentare questa quota fino al 40%. Quasi metà del TFR sarà così consegnato stabilmente alle incerte rivalutazioni del fondo. Un fiume di miliardi che sarà gestito più o meno direttamente dai sindacati, con lauti interessi.
Lavoro precario
Nessun vincolo reale è posto alla crescente precarizzazione del lavoro.
La piattaforma si limita a chiedere solo garanzie formali alle cosiddette esternalizzazioni (trasferimento a strutture esterne all’azienda di parte del processo produttivo). I lavoratori potranno continuare di fatto ad essere trasferiti in altri stabilimenti, anche molto distanti dal luogo di residenza, sotto il ricatto del licenziamento senza possibilità d’opposizione.
Per quanto riguarda invece il lavoro in affitto, telelavoro e collaborazioni coordinate si propone l’istituzione di commissioni nazionali con il compito di studiare specifiche normative contrattuali e modalità d’utilizzo su modello del contratto dei chimici.
La farsa della consultazione.
I sindacati hanno dichiarato che oltre il 70% di lavoratori metalmeccanici ha approvato la piattaforma per il rinnovo del contratto, ma se si fanno dei semplici calcoli si scopre che le assemblee hanno coperto solo 514.000 lavoratori su 1.650.000 (30%) e di questi soltanto 350.000 (il 20%) ha approvato la piattaforma. Ma questo per i sindacati non ha nessuna importanza. L’unica cosa che conta è arrogarsi ad ogni costo il diritto di trattare per conto di tutti i lavoratori, senza nessuna opposizione.
lpBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #11
Novembre 1998
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