Dalle fabbriche - Non è orwelliano?

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa comunicazione da una fabbrica del Nord - unità di una multinazionale di cui per ovvie ragioni non facciamo il nome. D’altra parte non è un caso di specifica barbarie: si tratteggia qui una situazione che, a prescindere dalle forme che specificamente può assumere, è generalizzata, come peraltro ben sa il compagno che scrive.

...In ogni caso, di una cosa sono convinto: la borghesia sta imponendo sulla classe lavoratrice, soprattutto in grandi aziende come questa, una buonista dittatura del consenso molto più difficile da vincere di un caporale con il bastone.

Soprattutto, molto più difficile da riconoscere al di fuori delle sue manifestazioni più grette e brutali, per chi non è ancora stato fornito di tutti gli strumenti per farlo....

Giuro che non sto raccontando 1984 di Orwell...

  1. Non so se si chiami esattamente trattamento ipnopedico, o quello si applichi solo nel sonno... Comunque... Da un paio d’anni ormai, durante le ore di mensa, nello spazio in cui si ritrovano gli operai per bere un caffè e fumare una sigaretta dopo mangiato, è stato installato un televisore a circuito chiuso che trasmette a ripetizione lo stesso telegiornale aziendale della durata di tre minuti circa, nel quale vengono esaltati i grandi successi dell’azienda e dei suoi prodotti (come mai, allora, negli uffici i manager camminano con le mani tra i capelli?), nel quale si raccontano le “incoronazioni accademiche dell’amministratore delegato” (leggi: lauree honoris causa) e nel quale viene mostrata la felicità dei bambini degli operai, filmati ed intervistati durante le gite aziendali. La ripetizione di questi spezzoni dura un ora e trenta circa. Sui turni di notte il volume è tale, che non si riesce nemmeno a parlare con la persona che si ha di fronte. Nessun operaio guarda questo telegiornale, se non due minuti per farci sopra qualche battuta spinta con i compagni, ma è impossibile ignorarlo con tutti i sensi.
  2. Nei reparti di produzione, ogni operaio ha a disposizione un terminale. Differentemente dagli altri dipendenti (dai capi turno in su...) la password è uguale per tutti (basta digitare la lettera “a”) e si accede con il numero di matricola, anziché con il proprio nome. A differenza di ciò che riguarda gli altri dipendenti, l’accesso per gli operai consente solo funzioni inerenti le proprie mansioni, mentre non solo ogni forma di distrazione è stata eliminata, ma anche ogni possibilità di avere informazioni sull’azienda o, semplicemente, sul destino dei prodotti che si hanno sotto mano. Qualsiasi funzione venga richiesta, una volta inserita la “segretissima” password “a” (che comunque consente di verificare quanto è stato prodotto dal singolo operaio durante il singolo turno), la risposta è “Non hai il diritto di accedere a questa informazione”.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.