You are here
Home ›Nuove minacce americane all'Iraq e agli altri
Cinismi, genocidi e carità pelose
Non si sprecano le canzonature intorno agli scandali sessuali del presidente americano in relazione al possibile attacco militare all'Iraq. La vita politica negli Usa è fatta anche di queste cose, repubblicani e democratici utilizzano il più bieco moralismo puritano nella lotta per il potere, gareggiando nel perbenismo di facciata e nell'affarismo senza scrupoli nella sostanza, interpretando nel modo più puro l'essenza e lo spirito del capitalismo.
Ci sarebbe da ridere se le cose non assumessero una dimensione terribilmente seria, visto che si ripropone la paura di un nuovo massacro per la popolazione irachena. Certamente non è l'avventura di Clinton con la giovane Lewinsky la causa scatenante l'eventuale azione bellica, però la vicenda di un banalissimo fatto interno potrebbe assurgere a pretestoper fare i conti con un contenzioso che si trascina da lungo tempo.
Il gioco strategico americano è consistito nel provocare nel 1991 l'invasione di Saddam del Kuwait, ciò ha permesso agli Usa di intervenire direttamente nella regione insieme agli alleati con il paravento dell'Onu. Sconfitto il malvagio Saddam, ma astutamente non scalzato dal trono, Washington ha attuato tutta una serie di misure diplomatiche per giustificare la propria presenza a tempo indeterminato. In primo luogo la creazione di una Commissione speciale delle Nazioni unite (Unscom) che avrebbe dovuto controllare il disarmo di Bagdad e la distruzione del suo arsenale non convenzionale costituito dalle armi chimiche e biologiche. Al raggiungimento di tale obiettivo era legato la fine dell'embargo nel frattempo messo in atto dall'Onu dietro le decise pressioni degli americani.
Non importava che a pagare le conseguenzedi tutto questo fosse la popolazione con indicibili sofferenze, l'importante era mettere fuori gioco il regime iracheno. Col passare del tempo per salvare la faccia di fronte all'opinione pubblica internazionale e dare una parvenza umanitaria, gli Usa facevano passare al Consiglio di sicurezza dell'Onu nel 1995 la risoluzione 986 che dava allo stato iracheno la possibilità di vendere una quota di petrolio per acquistare generi alimentari e medicine.
Alla prova dei fatti la faccenda si rivelava una meschina manovra:
La vendita di petrolio iracheno -ammontare previsto 2 miliardi di dollari a semestre - non ha mai superato gli 1,3 miliardi. Il ricavato è stato in parte destinato al funzionamento della commissione dell'Onu e come indennizzo ai paesi ritenuti vittime della guerra del Golfo, mentre il rimanente è rimasto in permanenza sotto il controllo dell'Onu e direttamente distribuito alle regioni curde. Inoltre le autorità statunitensi hanno moltiplicato per impedire l'acquisto e la consegna di medicine, malgrado le innumerevoli proteste. Applicata in questo modo la risoluzione 986 non risponde alle esigenze minime di alimentazione e di cura necessarie alla popolazione; ma serve da alibi ai governi occidentali, in particolare agli Stati uniti, quando gli vengono rimproverate le terribili conseguenze umane dell'embargo.
Le Monde Diplomatique, dicembre 1997
Intanto, le continue manfrine degli ispettori statunitensi dell'Unscom avevano lo scopo di mantenere un costante clima di tensione che impedisse la revoca dell'embargo:
Ormai in vigore da circa sette anni e mezzo, il blocco è stato accompagnato da ispezioni sistematiche dell'Unscom, circa settecento, e una mezza dozzina di esse hanno creato incidenti. Ma, dopo innumerevoli verifiche, distruzioni, neutralizzazioni e smantellamenti, i rapporti della commissione non hanno mai convinto il Consiglio di sicurezza e l'embargo è stato mantenuto. Tuttavia, a varie riprese, i rapporti hanno stabilito che ilpotenziale iracheno in materia di armi di distruzione massiccia era stato distrutto e hanno segnalato possibilità di dissimulazione molto ridotte. Ma ogni volta, queste possibilità erano prese a pretesto per giustificare il prolungamento dei lavori dell'Unscom eil contemporaneamente, mantenimento dell'embargo. È accaduto persino che il precedente capo della commissione, Rolf Ekeus, abbia modificato i termini di un rapporto [...] in seguito a pressioni del dipartimento di stato.
Le Monde Diplomatique - cit.
A tale situazione di stallo sono seguiti gli incidenti tra il governo iracheno che ha denunciato le manovre degli americani ed espulso i suoi ispettori, e la Casa Bianca che accusa tuttora Bagdad di impedire le ispezioni nei palazzi presidenziali. Puntualmente alla minaccia degli Stati uniti è seguita il 23 ottobre 1997 la risoluzione 1134 delle Nazioni unite che sancisce la possibilità di un nuovo intervento armato. Malgrado l'astensione di Francia, Russia, Cina, e il dissolversi della coalizione nata durante la guerra del Golfo, gli Stati uniti hanno dichiarato di essere disposti ad agire anche da soli.
Disinteressandosi delle pressioni diplomatiche e della riammissione dei propri ispettori in Iraq, Washington vuole ribadire al mondo intero, con l'arroganza e la forza di chi è cosciente di essere l'unica superpotenza rimasta in campo, che gli interessi americani in Medio oriente non si toccano, che loro sono i padroni e che nessuno deve osare tentare di mettere le mani sul petrolio, costi quel che costi, con le buone o con le cattive. Questo atteggiamento ha prodotto malumori e una presa di distanza dei partner europei (con la solita eccezione della Gran Bretagna) della Russia e persino dei paesi arabi.
I contrasti non sono il frutto di un presunto pacifismo che si oppone all'insensata violenza, ma nascondono, e neanche tanto, interessi economici tra i predoni imperialistici. I capitalisti europei, soprattutto francesi, hanno già stipulato i contratti per la ricostruzione nell'Iraq del dopo embargo e concluso accordi commerciali per lo sfruttamento del petrolio. La stessa cosa è in atto già da tempo con l'Iran degli ayatollah. La fine dell'embargo petrolifero sull'Irak e l'Iran porterebbe a una drastica riduzione del prezzo del petrolio (a tutto vantaggio di europei e giapponesi) e indebolirebbe la possente arma che gli americani ora hanno in mano: il controllo a scala mondiale dei flussi del petrolio.
Agli Stati uniti la situazione in Medio oriente rischia di sfuggirgli di mano, la stessa questione palestinese non sta dando i risultati sperati dal punto di vista della stabilità dell'area. In uno scenario tanto intricato e mutevole è naturale che gli Usa tentino di cambiare tattica per contrastare i concorrenti imperialisti e riaffermare una supremazia esclusiva. Se prima si trattava di utilizzare Saddam lasciandolo al potere, ora è forse necessario farlo cadere per sostituirlo con personalità più disponibili a eseguire gli ordini.
Mentre le varie borghesie giocano la loro sporca partita, un dato è certo: dal 1990 a oggi in Iraq sono morte per fame e malattie quasi un milione di persone, in gran parte bambini.
cgBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #2
Febbraio 1998
Inizia da qui...
ICT sections
Fondamenti
- Bourgeois revolution
- Competition and monopoly
- Core and peripheral countries
- Crisis
- Decadence
- Democracy and dictatorship
- Exploitation and accumulation
- Factory and territory groups
- Financialization
- Globalization
- Historical materialism
- Imperialism
- Our Intervention
- Party and class
- Proletarian revolution
- Seigniorage
- Social classes
- Socialism and communism
- State
- State capitalism
- War economics
Fatti
- Activities
- Arms
- Automotive industry
- Books, art and culture
- Commerce
- Communications
- Conflicts
- Contracts and wages
- Corporate trends
- Criminal activities
- Disasters
- Discriminations
- Discussions
- Drugs and dependencies
- Economic policies
- Education and youth
- Elections and polls
- Energy, oil and fuels
- Environment and resources
- Financial market
- Food
- Health and social assistance
- Housing
- Information and media
- International relations
- Law
- Migrations
- Pensions and benefits
- Philosophy and religion
- Repression and control
- Science and technics
- Social unrest
- Terrorist outrages
- Transports
- Unemployment and precarity
- Workers' conditions and struggles
Storia
- 01. Prehistory
- 02. Ancient History
- 03. Middle Ages
- 04. Modern History
- 1800: Industrial Revolution
- 1900s
- 1910s
- 1911-12: Turko-Italian War for Libya
- 1912: Intransigent Revolutionary Fraction of the PSI
- 1912: Republic of China
- 1913: Fordism (assembly line)
- 1914-18: World War I
- 1917: Russian Revolution
- 1918: Abstentionist Communist Fraction of the PSI
- 1918: German Revolution
- 1919-20: Biennio Rosso in Italy
- 1919-43: Third International
- 1919: Hungarian Revolution
- 1930s
- 1931: Japan occupies Manchuria
- 1933-43: New Deal
- 1933-45: Nazism
- 1934: Long March of Chinese communists
- 1934: Miners' uprising in Asturias
- 1934: Workers' uprising in "Red Vienna"
- 1935-36: Italian Army Invades Ethiopia
- 1936-38: Great Purge
- 1936-39: Spanish Civil War
- 1937: International Bureau of Fractions of the Communist Left
- 1938: Fourth International
- 1940s
- 1960s
- 1980s
- 1979-89: Soviet war in Afghanistan
- 1980-88: Iran-Iraq War
- 1982: First Lebanon War
- 1982: Sabra and Chatila
- 1986: Chernobyl disaster
- 1987-93: First Intifada
- 1989: Fall of the Berlin Wall
- 1979-90: Thatcher Government
- 1980: Strikes in Poland
- 1982: Falklands War
- 1983: Foundation of IBRP
- 1984-85: UK Miners' Strike
- 1987: Perestroika
- 1989: Tiananmen Square Protests
- 1990s
- 1991: Breakup of Yugoslavia
- 1991: Dissolution of Soviet Union
- 1991: First Gulf War
- 1992-95: UN intervention in Somalia
- 1994-96: First Chechen War
- 1994: Genocide in Rwanda
- 1999-2000: Second Chechen War
- 1999: Introduction of euro
- 1999: Kosovo War
- 1999: WTO conference in Seattle
- 1995: NATO Bombing in Bosnia
- 2000s
- 2000: Second intifada
- 2001: September 11 attacks
- 2001: Piqueteros Movement in Argentina
- 2001: War in Afghanistan
- 2001: G8 Summit in Genoa
- 2003: Second Gulf War
- 2004: Asian Tsunami
- 2004: Madrid train bombings
- 2005: Banlieue riots in France
- 2005: Hurricane Katrina
- 2005: London bombings
- 2006: Anti-CPE movement in France
- 2006: Comuna de Oaxaca
- 2006: Second Lebanon War
- 2007: Subprime Crisis
- 2008: Onda movement in Italy
- 2008: War in Georgia
- 2008: Riots in Greece
- 2008: Pomigliano Struggle
- 2008: Global Crisis
- 2008: Automotive Crisis
- 2009: Post-election crisis in Iran
- 2009: Israel-Gaza conflict
- 2020s
- 1920s
- 1921-28: New Economic Policy
- 1921: Communist Party of Italy
- 1921: Kronstadt Rebellion
- 1922-45: Fascism
- 1922-52: Stalin is General Secretary of PCUS
- 1925-27: Canton and Shanghai revolt
- 1925: Comitato d'Intesa
- 1926: General strike in Britain
- 1926: Lyons Congress of PCd’I
- 1927: Vienna revolt
- 1928: First five-year plan
- 1928: Left Fraction of the PCd'I
- 1929: Great Depression
- 1950s
- 1970s
- 1969-80: Anni di piombo in Italy
- 1971: End of the Bretton Woods System
- 1971: Microprocessor
- 1973: Pinochet's military junta in Chile
- 1975: Toyotism (just-in-time)
- 1977-81: International Conferences Convoked by PCInt
- 1977: '77 movement
- 1978: Economic Reforms in China
- 1978: Islamic Revolution in Iran
- 1978: South Lebanon conflict
- 2010s
- 2010: Greek debt crisis
- 2011: War in Libya
- 2011: Indignados and Occupy movements
- 2011: Sovereign debt crisis
- 2011: Tsunami and Nuclear Disaster in Japan
- 2011: Uprising in Maghreb
- 2014: Euromaidan
- 2016: Brexit Referendum
- 2017: Catalan Referendum
- 2019: Maquiladoras Struggle
- 2010: Student Protests in UK and Italy
- 2011: War in Syria
- 2013: Black Lives Matter Movement
- 2014: Military Intervention Against ISIS
- 2015: Refugee Crisis
- 2018: Haft Tappeh Struggle
- 2018: Climate Movement
Persone
- Amadeo Bordiga
- Anton Pannekoek
- Antonio Gramsci
- Arrigo Cervetto
- Bruno Fortichiari
- Bruno Maffi
- Celso Beltrami
- Davide Casartelli
- Errico Malatesta
- Fabio Damen
- Fausto Atti
- Franco Migliaccio
- Franz Mehring
- Friedrich Engels
- Giorgio Paolucci
- Guido Torricelli
- Heinz Langerhans
- Helmut Wagner
- Henryk Grossmann
- Karl Korsch
- Karl Liebknecht
- Karl Marx
- Leon Trotsky
- Lorenzo Procopio
- Mario Acquaviva
- Mauro jr. Stefanini
- Michail Bakunin
- Onorato Damen
- Ottorino Perrone (Vercesi)
- Paul Mattick
- Rosa Luxemburg
- Vladimir Lenin
Politica
- Anarchism
- Anti-Americanism
- Anti-Globalization Movement
- Antifascism and United Front
- Antiracism
- Armed Struggle
- Autonomism and Workerism
- Base Unionism
- Bordigism
- Communist Left Inspired
- Cooperativism and autogestion
- DeLeonism
- Environmentalism
- Fascism
- Feminism
- German-Dutch Communist Left
- Gramscism
- ICC and French Communist Left
- Islamism
- Italian Communist Left
- Leninism
- Liberism
- Luxemburgism
- Maoism
- Marxism
- National Liberation Movements
- Nationalism
- No War But The Class War
- PCInt-ICT
- Pacifism
- Parliamentary Center-Right
- Parliamentary Left and Reformism
- Peasant movement
- Revolutionary Unionism
- Russian Communist Left
- Situationism
- Stalinism
- Statism and Keynesism
- Student Movement
- Titoism
- Trotskyism
- Unionism
Regioni
Login utente
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 3.0 Unported License.