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Home ›Lotte e notizie dal mondo
Riportiamo qui solo una scelta, forzatamente ridotta, delle notizie di lotte, scioperi e fatti in qualche modo rilevanti per la classe operaia - generalmente ancora spaventosa-mente passiva di fronte agli attacchi del capitale - fra le molte che riusciamo a raccogliere al di fuori dei canali dei mass-media. A riprova che quel che vien dato in pasto al “popolo” è ciò che piace a lor signori. Non è vero che sui giornali nostrani o alla Tv si viene a sapere di lotte operaie solo se durano mesi, coinvolgono masse enormi di lavoratori o portano con sé un po’ di morti?
Gran Bretagna
I sindacati si accordano con i padroni per la cooperazione sociale nella gestione d’impresa (ovvero per la cogestione). La strategia è definita in un documento “Partner per il progresso” adottato dai sindacati il 26 febbraio scorso. Il capo del Trade Union Congress, John Molk, ha dichiarato ai media che il documento definisce una
partnership sociale fra sindacati e datori di lavoro, che coinvolge il governo.
Il documento confessa, d’altra parte che
Inerente al modello di collaborazione sociale definito in questo rapporto è la necessità di minimizzare i conflitti industriali.
Più chiaro di così...
Nicaragua
C’è stata in febbraio una “mobilitazione” internazionale, in area americana, per chiedere al governo nicaraguegno di obbligare la fabbrica confezioni di proprietà taiwanese “Fortex Industrial” (250 operai) a riconoscere il sindacato interno come sindacato nella firma del contratto di lavoro, invece che come ”commissione tecnica”, come Fortex vorrebbe.
Si tratta del primo contratto di lavoro vigente nella “Zona commerciale libera” Las Mercedes, di Managua, in cui opera Fortex e in cui si attende per il 1997 la creazione di tre mila nuovi posti di lavoro manifatturiero. La Zona franca Las Mercedes, fu stabilita nel 1991 allo scopo di attrarre investimenti stranieri in Nicaragua. Il governo offre agli investitori la totale esenzione dalle tasse locali e delle tasse di import-export, e la assoluta libertà di rimpatriare i profitti. Secondo i dati governativi la Zona è diventata il luogo di maggior crescita degli investimenti esteri ed un settore in crescita esplosiva nell’economia del Nicaragua altrimenti devastata.
La cosa si spiega: nella Zona Franca Las Mercedes lavorano già diecimila nicaraguesi che tagliano e cuciono capi di vestiario per l’esportazione negli Stati Uniti, sotto marchi là ben conosciuti quali Kathie e Bugle Boy. Oltre l’80 per cento del totale sono donne, la maggioranza è di età compresa fra 15 e 25 anni. Il tempo di lavoro arriva alle 15 ore giornaliere, con poche pause. I salari pagati sono appena sufficienti a sopravvivere: molti lavoratori arrivano appena ai 40 dollari al mese. E le condizioni di lavoro sono quelle tipiche di queste “economie in crescita” nel mondo: maltrattamenti verbali e fisici, molestie sessuali, assistenza sanitaria disastrosa e ovviamente sistematica opposizione a qualunque forma di organizzazione.
Ebbene di fronte a tutto ciò, la campagna sindacalistica chiedeva di far pressione sul Ministro del lavoro messicano con argomenti di questo tenore:
Gli investimenti non fuggono per la semplice presenza di un sndacato. Si allontanano invece quando si verificano confliti fra padroni e lavoratori. Ma un sindacato ben organizzato aiuta a diminuire e a risolvere i conflitti, e non li fomenta...
Vada a chi ritiene che il sindacalismo possa avere ancora funzioni utili alla classe operaia nei paesi della periferia.
Russia
Per ammissione dei ministri, pperai e pensionati di Russia avanzano da mesi l’equivalente di 8,8 miliardi di dollari.
La attesa grande manifestazione di rabbia operaia per gli spaventosi ritardi nel pagamento di salari e stipendi delle imprese statali c’è stata: il 26 marzo, in tutta la Russia, da Vladivostock sull’Oceano pacifico alle città sul Baltico. Ma è stata di molto inferiore alle attese. Indetta ufficialmente dai nuovi sindacati e dal Partito comunista di Zyuganov, ha raccolto molto meno di quanto gli organizzatori si aspettassero.
A Krasnodar, il più importante centro della Cintura Rossa agraria dove i sindacati si aspettavano almeno 25 mila dimostranti, solo poche migliaia sono di fatto scesi in piazza. A San Pietroburgo (Leningrado) davanti allo storico Palazzo d’Inverno, preso d’assalto dal proletariato rivoluzionario nel ’17, si sono riunite 40 mila persone, dispersesi prima ancora dell’inizio dei discorsi previsti degli organizzatori.
Dalle miniere della Siberia meridionale, che pur hanno scioperato praticamente ogni mese per rivendicare gli arretrati, le locali organizzazioni sindacali hanno invitato gli operai a evitare azioni di sciopero e la rivendicazione della caduta del governo Eltsin. Così, molti hanno aderito alla “marcia” ma il lavoro è proseguito. Il week-end precedente Anatoly Chubais, il presidente del Consiglio, era volato laggiù con milioni di dollari, per turare le falle più gravi. Ma sui Monti Urali, a Yekaterinburg, patria di Eltisn la richiesta di caduta del governo Eltsin si à fatta sentire forte. Nel complesso, i dispacci Reuter informano che è prevalso il tradizionale fatalismo russo, per il quale è ben difficile che qualcosa cambi a breve. Ci sembra più fondata la ipotesi che gli organizzatori non ispirassero poi una gran fiducia alla gran massa di lavoratori, pur incazzati. In fondo, chi sono gli organizzatori? La parte perdente della vecchia nomenklatura riciclata, in competizione con la parte rinnovatasi in panni ultraliberisti, rappresentata da Eltsin. È pur sempre l’establishment a fare, dire, opporsi, sbraitare nelle stanze del potere o nelle piazze: questo è un fatto che più o meno coscientemente è percepito dalla massa proletaria, che a queste condizioni è ovvio che non si muova. È essa stessa che deve riprendere a organizzarsi, a muoversi, a darsi la adeguata direzione politica rivoluzionaria (fuori dal regime, è ovvio). E per questo occorre prima digerire più di 70 anni di batoste e storiche prese in giro.
Brasile
Nelle scorse settimane decine di migliaia di contadini si sono impossessati di terreni incolti appartenenti a ricchi latifondisti. I contadini sperano che il governo consegni le terre a chi le vuole coltivare ma i proprietari minacciano la guerra se l’occupazione delle terre continua.
Il 5 gennaio circa 1200 famiglie, membri del movimento dei senza terra, hanno occupato 5 fattorie nella regione Pontal de Paranapanema a nord-ovest di San Paolo. Con questo il numero di famiglie che occupano terreni inutilizzati sale a 3600. Altrettanti aspettano di seguire il loro esempio dopo aver visto come risponderà il governo.
I latifondisti dell’Unione Democratica Rurale hanno minacciato violenti attacchi:
i proprietari non hanno altra alternativa che difendere i loro possedimenti con le armi
ha detto Roque Roosevelt dos Santos, il loro leader e il 10 gennaio le organizzazioni dei contadini hanno fatto sapere che i proprietari li minacciano già con le armi.
Il 90% del territorio brasiliano nelle mani del 20 per cento della popolazione mentre il 40 per cento più povero ne possiede solo l’1 per cento.
Messico
Il 26 marzo, i residenti di Vaqueria, nel comune di Acultzingo, nella provincia di Veracruz, hanno bloccato un treno merci mediante sassi e travi e lo hanno saccheggiato delle tonnellate di mais e zucchero che trasportava. Un “sospetto”, arrestato poi dalle autorità, Luis hernandez Suarez, che ha detto che è stata la fame a spingere gli abitanti della città ad assaltare il treno: “Abbiamo rapinato per fame” ha detto “siamo senza lavoro e dobbiamo mangiare, così come devono mangiare le nostre famiglie. Per questo abbiamo fermato il treno per portare via il mais e lo zucchero. Tutti qui hanno nulla da mangiare e abbiamo molti figli e le nostre mogli che stan morendo di fame, e poiché non c’è lavoro, rubiamo per vivere”. Le autorità locali non hanno potuto che confermare.
Francia
Migliaia di medici hanno marciato il 3 aprile a Parigi, dopo una settimana di scioperi in tutti gli ospedali pubblici e privati di Francia, per protestare contro i pesanti tagli alla sanità, che come ovunque, devono consentire alla stato di pagare gli interessi sul debito pubblico e ridurre il deficit da questo determinato. Nel momento in cui scriviamo le azioni di sciopero proseguono.
Anche in Francia per rientrare nei parametri di Maastricht si attuano le stesse politiche che in Italia. E anche in Francia, i professionisti (per quanto proletarizzati) appaiono più reattivi alle politiche restrittive dei meno “professionali” dipendenti salariati. La dipendenza di questi ultimi dalla soffocante tutela sindacale è la ragione della passività, in Francia come dappertutto.
Battaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #4
Aprile 1997
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