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Nulla indica che il processo di ricondensazione delle avanguardie rivoluzionarie del movimento operaio stia per avere inizio, su scala nazionale o su quella internazionale; tuttavia affiorano sintomi che possono far ritenere come una tendenza di tal genere sia sul punto di manifestarsi: questa rivista - nella nuova impostazione e nel significato che gliene deriva - è appunto uno di tali sintomi.
Nel corso degli ultimi tre decenni, l'avanguardia rivoluzionaria, nel nostro come negli altri paesi, si è venuta trasformando in una serie di circoli e di gruppetti, pressocchè ignoti al proletariato nel suo complesso nei quali il vigore ideologico - sempre più che ragguardevole, se confrontato con la confusa piattezza delle organizzazioni che tale proletariato concretamente guidano - minaccia di isterilirsi in una diatriba sempre meno feconda di risultati. Il ricercare e l'approfondire le radici storiche di questo processo, l'individuare i temi fondamentali che danno origine alla divergenza ed al contrasto, è uno dei compiti precipui che questa rivista si propone; ma al di fuori di questa considerazione, la rivista è già un fatto, un superamento: è essa stessa un tema nuovo, un problema nuovo.
E questa tuttavia è la fase in cui il problema dell'unità della classe proletaria e della ricostruzione del suo partito politico è passato per spinta di cose sul piano del riesame critico prima ancora di divenire assunto politico vero e proprio ed esigenza organizzativa.
L'incontro che in questo senso si è determinato per iniziativa del Partito Comunista Internazionalista e della organizzazione dei G.A.A.P. esprime eloquentemente la volontà di risalire la china dopo la fase di disintegrazione e di dispersione dei gruppi dell'avanguardia rivoluzionaria. Quando? In che modo? Nessuno può prevederlo. Ciò che intanto è chiaro è che molti problemi ci sono comuni e che altri lo saranno nella misura in cui all'apriorismo e al cenacolismo. avremo saputo sostituire il dibattito, la chiarificazione, il leale aperto disinteressato contributo a quest'opera comune, nei limiti almeno in cui quest'opera sarà tra noi idealmente e concretamente comune. E poiché l'iniziativa assume forme e significato internazionali anche quando, come nel caso nostro, muove ovviamente i primi passi nel breve cerchio di esperienze locali, è naturale che su questa linea di sviluppo essa debba insistere quali che siano le opposizioni da vincere e le adesioni da sottoporre a vaglio critico.
In questo clima di comprensione va considerata la decisione del Partito Comunista Internazionalista di mettere a disposizione dei gruppi firmatari della mozione votata al Convegno di Milano e praticamente aperta all'adesione di tutti i gruppi dell'avanguardia rivoluzionaria su scala internazionale, la sua rivista teorica "Prometeo" perché questa continui nella sua tradizione di palestra di dibattito e di orientamento per rendere vivo e operante l'apporto delle varie correnti nella elaborazione della teoria rivoluzionaria, presupposto ad ogni possibilità unitaria di lotta e di organizzazione. L'esperienza che stiamo per fare ci dirà fino a che punto questa premessa era giustificata.
Intanto la confluenza su certe impostazioni, la concreta traduzione di talune esigenze da parte di correnti, di gruppi, di individui aventi origini alquanto diverse e muoventisi da piani ideologici in partenza notevolmente differenziati e tuttora ben distinti, dimostra che. in una certa misura, alcune diffidenze sono cadute, alcuni equivoci sono stati rimossi. L'aspirazione all'unità delle avanguardie rivoluzionarie ha cessato di essere esclusivamente un problema astratto: è diventato un tentativo, se non di soluzione, per lo meno di collocazione in termini più aggiornati e più adeguati.
Nella storia del proletariato, nell'intrecciarsi della sua vita ideologica di classe, non vogliamo confondere ciò che non va confuso, non vogliamo inventare centoni pseudofilosofici e sappiamo quanto sarebbe ridicolo escogitare nuove formule che mettano d'accordo tutti. Le esperienze e le lotte della Prima, della Seconda, della Terza, della Quarta Internazionale rappresentano momenti distinti del formarsi dell'ideologia di classe: ci rendiamo conto di quelle distinzioni, e dimostreremo di aver bene assimilato quelle esperienze nella misura in cui riusciremo noi stessi ad essere una tappa di quel processo, un momento di quell'ideologia.
La redazionePrometeo
Prometeo - Ricerche e battaglie della rivoluzione socialista. Rivista semestrale (giugno e dicembre) fondata nel 1946.
Prometeo #6
Anno VII - Serie II - Marzo 1954
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