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Tratto da “1917”, opuscolo prodotto dalla CWO. Seguite la sezione del sito dedicata al centenario della Rivoluzione d’Ottobre dove potete trovare l’introduzione, i primi due capitoli di questo opuscolo, i capitoli successivi e tanto altro materiale che inseriremo nel corso del 2017… Buona lettura!
“Il partito deve restare con le masse”
Vincendo la battaglia contro i "vecchi bolscevichi", Lenin e i suoi sostenitori hanno "riarmato" il Partito bolscevico. Questo ora aveva un nuovo programma che corrispondeva alla mutata realtà uscita dalla
Rivoluzione di febbraio. Quanto grande fu questo passo avanti per i bolscevichi lo si può vedere dal fatto che l’adesione al partito ebbe un balzo in avanti e nel maggio 1917 il sostegno al partito in tutte le organizzazioni proletarie di Pietroburgo era generalmente stimato pari a circa il 30%. I bolscevichi erano ormai l'unica forza organizzata che chiedeva lo sviluppo della rivoluzione e che si opponeva a qualsiasi cooperazione con i ministri borghesi del governo provvisorio. Molti giovani lavoratori che erano impazienti di entrare in azione si unirono alle fila del partito, in particolare alla sua organizzazione militare e alla sua associazione dei soldati, all’Associazione Pravda. Questi nuovi elementi avevano capito che le parole d’ordine bolsceviche erano "Tutto il potere ai Soviet" e “Abbasso il governo provvisorio". Ciò che non apprezzavano appieno era che questi erano per fino ad allora slogan di orientamento. Come Lenin affermava in aprile:
Il governo deve essere rovesciato, ma non tutti capiscono questo correttamente. Finché il governo provvisorio ha l'appoggio del Soviet dei Deputati degli Opera, non è possibile 'semplicemente' rovesciarlo. L'unico modo in cui può e deve essere rovesciato è di conquistare la maggioranza dei soviet.
Opere, vol. XXIV, p.146
Questo consiglio è arrivato dopo le manifestazioni spontanee contro la nota di Milyukov (vedi capitolo 2). Molti bolscevichi, guidati dal Soviet di Pietroburgo (e sostenuti dai marinai di Kronstadt) avrebbero voluto trasformare queste manifestazioni anti-governative in una insurrezione armata. Sostenevano che le masse avevano già fatto propri gli slogan di Lenin contro il governo provvisorio. Pochi giorni più tardi, alla Settima Conferenza pan Russia del Partito Lenin sottolineava che era troppo presto per agire:
Al governo piacerebbe vederci fare una prima mossa imprudente verso l'azione rivoluzionaria... Non possiamo dire che la maggioranza è con noi, ciò di cui abbiamo bisogno nella situazione attuale è cautela. Basare una tattica proletaria su desideri soggettivi significa condannarla al fallimento.
Lenin continuava criticando quei bolscevichi che avevano sostenuto l'uso da parte dei lavoratori dello slogan "Abbasso il governo provvisorio" nonostante l'insistenza del Comitato Centrale che solo lo slogan "Viva i Soviet dei Deputati degli Operai e dei Soldati " era giustificabile in quel momento. Lenin criticava questo come "disorganizzazione", "un grave crimine", concludendo che "il nostro apparato organizzativo è molto debole - le nostre decisioni non sono portate avanti da tutti". Ma queste erano le debolezze di un partito proletario e riflettevano la disomogeneità della coscienza all'interno del proletariato stesso.
Nel proseguire del 1917, diventava ogni giorno più chiaro il fatto politico che i bolscevichi erano l'unica vera forza politica che rappresentava la classe operaia. Il governo provvisorio era nato in seguito alla rivoluzione di febbraio, che di per sé fu il prodotto del crollo dell’economia russa dopo il 1915. In febbraio i salari reali erano scesi a un terzo dei livelli anteguerra e, nonostante forti aumenti nominali per alcuni lavoratori, in luglio la situazione non era migliore a causa della fortissima inflazione.
Nel corso del 1917 i prezzi del cibo raddoppiavano approssimativamente ogni due mesi e il fatto che il governo provvisorio, nell’affrontare il problema dei trasporti, fece addirittura del governo zarista fece sì che le razioni di pane furono tagliate da 500 g al giorno a circa 350 g in aprile. Ma il peggio doveva ancora venire poiché solo 230 vagoni ferroviari contenenti cibo raggiungevano S. Pietroburgo ogni giorno nell'aprile del 1917 a fronte di un totale giornaliero di 351 un anno prima. Solo un terzo del fabbisogno di carbone raggiungeva la capitale in maggio e fabbriche come la Putilov rimasero chiuse per settimane in agosto e settembre. Oltre a queste chiusure temporanee, 568 fabbriche sono fallite con conseguente aumento della disoccupazione. Non sorprende che un numero crescente di lavoratori parteciparono agli scioperi (passando da 35.000 in aprile a 1,2 milioni a ottobre).
Gli scioperi sono stati un'esperienza per coloro che vi hanno preso parte, hanno visto con i loro occhi come i datori di lavoro praticavano lo sciopero degli investimenti, facevano serrate, ... come il governo era in collusione con gli imprenditori, teneva a freno i comitati di fabbrica e inviava truppe per sedare i disordini... Gli scioperi erano importanti ... rendevano attraenti per loro le politiche del partito bolscevico.
SA Smith Red Pietrogrado p.118 - tutte le cifre derivano da questa fonte o da M. Ferro La Rivoluzione bolscevica - Una Storia sociale p. 160
Inoltre, il governo provvisorio non era in grado risolvere gli altri due disperati problemi della Russia del 1917, quelli della distribuzione della terra e della guerra. Anche l'arrivo del supposto partito contadino, dei S.R. (Socialisti Rivoluzionari), nel governo produsse poco contro i proprietari terrieri. Questo perché i S.R. erano fieramente patriottici e tentavano di far sì che i contadini smettessero con i loro espropri fino a "dopo la guerra".
I contadini facevano orecchie da mercante e continuavano la loro riforma spontanea prendendosi la terra e, dove incontravano resistenza, attaccando i proprietari terrieri. Con una base sociale così ristretta il governo provvisorio (che non era stato eletto ma nominato dagli eletti all'ultimo parlamento zarista) era costretto ad appoggiarsi ai soviet. Questi a loro volta, come abbiamo visto nel primo capitolo, erano ancora dominati dai menscevichi e dai S.R. Sotto la loro influenza i soviet avevano operato "una volontaria resa del potere statale alla borghesia e al suo governo provvisorio" (Lenin). E il loro fallimento politico mostrò presto agli operai russi che c'era un solo partito politico che aveva un programma che difendeva i loro interessi dal patriottismo e dal "marxismo" astratto dei menscevichi e dei S.R..
Questa differenza si accentuò nel giugno 1917 al primo Congresso pan-russo dei Soviet, quando il ministro menscevico Tsereteli annunciò che:
Al momento attuale non vi è alcun partito politico che direbbe “Dateci il potere, andatevene via, prenderemo il vostro posto”. Non c'è un tale partito in Russia.
Lenin rispose, senza alzarsi in piedi, che c'era. (Vedere E.H. Carr , La Rivoluzione bolscevica, vol. III). Il resto della conferenza è stata una battaglia dei bolscevichi per ottenere che gli altri partiti votassero per il potere ai soviet e per il rovesciamento del governo provvisorio. Avendo fallito nel congresso nell’ottenere che gli altri partiti concordassero su questa dichiarazione di guerra al il governo, i bolscevichi decisero di dare la parola alle masse indicendo una manifestazione per il 10 giugno. L'esecutivo dei soviet denunciò questo e premette affinché non si facesse (Lenin è stato duramente attaccato all'interno del partito per aver vacillato nell’occasione). Tuttavia Tsereteli superò se stesso valutando che l’indizione di una manifestazione di massa a sostegno dei soviet per la settimana seguente avrebbe evidenziato la debolezza dei Bolscevichi. Ciò si è rivelata essere una grande incomprensione dello stato d'animo degli operai di Pietroburgo. Quando si tenne la manifestazione il 18 giugno solo una manciata di bandiere esprimevano fiducia nel governo provvisorio (e, implicitamente, nel sostegno ad esso da parte dei soviet), mentre, secondo il menscevico Sukhanov, gli slogan erano per il 90% bolscevichi. Questo successo avrebbe però portato il partito bolscevico verso la più severa delle sue prove nel 1917.
Le giornate di luglio
Nella storiografia borghese della Rivoluzione d'Ottobre si sostiene spesso che le giornate di luglio siano state un complotto bolscevico andato male (a differenza dell’ottobre che, sostengono, sia stato un tentativo simile). Questa è una delle principali falle nella tesi che nella Russia del 1917 ci fosse un vuoto di potere di cui qualsiasi fazione avrebbe potrebbe approfittare per prendere il governo.
Negli ultimi dieci anni sono state portate, anche da storici borghesi (soprattutto di A. Rabinowitch nel suo Preludio alla Rivoluzione), nuove prove per dimostrare che questa la situazione reale non era questa. Le origini delle le giornate di luglio stanno nella rivolta spontanea a Pietroburgo del Primo Reggimento Mitraglieri contro l’ordine del loro invio al fronte per partecipare all’offensiva di giugno decisa dal governo provvisorio. Sembra che, invece di cercare di prevenire una insurrezione prematura da parte di questo singolo reggimento, l'organizzazione militare bolscevica, contro ogni disciplina di partito, in realtà sia stata trascinata dal movimento. Il loro giornale, Soldatskaia Gazeta, chiedeva il rovesciamento del governo provvisorio e contribuì anche a diffondere la notizia della rivolta agli operai del distretto di Vyborg e alla base navale di Kronstadt. Qui i bolscevichi Raskolnikov e Roshal erano già stati avvertiti, in una telefonata ricevuta da Kamenev, di cercare di calmare il movimento. Non hanno però avuto successo e sono stati in grado solo di ritardare di un paio d'ore i marinai dal partecipare alla manifestazione armata. E quando, nella notte del 3 luglio, migliaia di dimostranti arrivarono alla sede bolscevica di Pietroburgo, sia l’organizzazione militare bolscevica che il Soviet di Pietroburgo convennero di dare sostegno alla dimostrazione e di mettersi alla sua testa nelle strade.
Il giorno successivo i marinai di Kronstad arrivarono armati insieme a migliaia di operai alla sede bolscevica chiedendo che Lenin gli parlasse. Lenin era stato assente dalla capitale per qualche giorno di riposo ed era appena tornato avendo sentito dei nuovi movimenti. In un primo momento era riluttante a parlare alla manifestazione, ma alla fine accettò di farlo e, mormorando a Podvoisky, capo dell'Organizzazione Militare, gli disse: "dovresti essere bastonato per questo".
Il suo discorso fu una delusione per la massa dato che invocò solo una manifestazione pacifica indicando che la vittoria sarebbe arrivato loro "un giorno". Per gli operai armati e pronti a finire il nemico di classe lì e in quel momento, questo era incomprensibile.
Lenin fu criticato in quel momento e successivamente per "mancanza di leadership" dagli elementi più impazienti del partito bolscevico. Tuttavia, per comprendere la sua posizione, dobbiamo guardare alla realtà della situazione nel 1917. Anche se ci sono pochi dubbi che, se i bolscevichi avessero portato i manifestanti ad attaccare il governo provvisorio il 4 luglio, questo sarebbe crollato, tuttavia, se anche i bolscevichi avessero rovesciato il governo provvisorio, cosa sarebbe successo dopo? Non potevano dare il potere ai Soviet perché questi erano ancora dominati dalla politica menscevica e S.R. di sostegno alla borghesia (un marinaio Kronstadt diede sfogo alla frustrazione degli operai verso questa politica quando, rivolto al leader S.R. Chernov, gridò "Prendete il potere ora che vi viene consegnato su un piatto d'argento stupido bastardo"). E i Bolscevichi non potevano ancora prendere il potere, poiché non avevano abbastanza influenza neanche nelle città per essere in grado di attuare il loro programma. Come Lenin aveva affermato in molte occasioni, sia prima che durante questa crisi:
... l’aver rotto con il movimento spontaneo delle masse di Kronstadt sarebbe stato per il nostro partito un colpo irreparabile alla su autorità. D'altra parte, una rivolta armata sarebbe stata condannata a sconfitta certa. Avremmo preso il potere con relativa facilità, ma non saremmo stati in grado di tenerlo.
Kronstadt e Pietrogrado , p .150
Come concluse lo stesso Lenin due giorni dopo la crisi:
Gli errori sono inevitabili quando le masse stanno combattendo, ma i comunisti rimangono con le masse, vedere questi errori, spiegarli alle masse, cercare di farli correggere e sforzarsi con perseveranza per la vittoria della coscienza di classe sulla spontaneità.
WorksVol Raccolta . XXIX , p . 396
Questo è forse l'epitaffio più calzante per l'episodio. Le giornate di luglio hanno dimostrato che anche in presenza di una borghesia molto debole, frammentata e politicamente fallita come quella russa del 1917, la classe operaia non può rovesciarla senza unire tutte le sue forze in uno strumento politico che guidi quella lotta, cioè il partito.
I soviet, nonostante siano l'espressione del movimento generale della classe operaia, non sono [automaticamente, ndr] lo strumento per l'assalto al potere borghese in quanto, come mostra l'esperienza di luglio, contengono elementi che sostengono tale potere (1). Chi era in grado di richiamare le truppe che hanno attuato la repressione contro i lavoratori alle giornate di luglio non nera il governo provvisorio ma era l’esecutivo del soviet di Pietroburgo, ancora dominato da menscevichi e S.R..
Nonostante siano state nel breve termine un fortissima battuta d'arresto per i bolscevichi, le giornate di luglio hanno sottolineato il carattere proletario del bolscevismo contro i partiti che costituivano ancora la maggioranza nei soviet.
(1) I Soviet possono infatti assumere la forma di strumento di potere di classe solo grazie al necessario intervento in essi del Partito Comunista, capace di far prevalere tra i Soviet stessi le posizioni rivoluzionarie, sconfiggendo politicamente le altre forze politiche. Come abbiamo visto in questo capitolo infatti gli stessi Soviet russi fin quando erano influenzati fortemente da Menscevichi e dei Socialisti Rivoluzionari si attestarono su posizioni politiche prevalentemente non rivoluzionarie. Nei prossimi capitoli vedremo invece come crescerà sempre di più l’influenza del Partito bolscevico tra i Soviet, trasformandoli finalmente in veri strumenti di assalto al potere borghese. (Nota redazionale)
1917-2017 - Rivoluzione d’ottobre
Nel 2017 ricorre il centenario della rivoluzione russa. Non ci interessano celebrazioni retoriche e cerimonie rituali. Riteniamo invece che sia utile cogliere l’occasione per proporre un percorso di letture che contribuisca a far riflettere, evidenziando le conquiste sul piano politico ottenute grazie all’esperienza dell’Ottobre, i limiti di quella rivoluzione e sfatando i tanti miti che si sono costruiti intorno a quanto è avvenuto dopo, con lo “stalinismo”.
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