1917-2017, “Rivoluzione d’ottobre”: speranze, insegnamenti, limiti e miti da sfatare

Nel 1917 il mondo era nel pieno di una forte crisi economica e scosso dalla prima guerra mondiale. Fame e guerra provocavano scioperi e ribellioni. In questo contesto storico la Rivoluzione d’ottobre rappresentava un avvenimento epocale, capace di scuotere gli animi, alimentando le paure della classe padronale, le speranze di tanti lavoratori e le prospettive politiche dei comunisti.

La Rivoluzione d’ottobre aveva mostrato con chiarezza la necessità e la possibilità di una vera trasformazione sociale, basata sul protagonismo proletario, per superare lo sfruttamento ed il sistema del profitto. Essa però da sola non bastava. La rivoluzione in Russia doveva rappresentare infatti solo il primo passo di una rivoluzione internazionale, la rottura del primo anello della catena capitalistica mondiale. La vittoria rivoluzionaria in Russia restò però un atto isolato. L’immaturità politica del movimento comunista internazionale dell’epoca - il ritardo con il quale si formarono i partiti comunisti e la stessa Internazionale - contribuirono ad allontanare la possibilità di estensione della rivoluzione proletaria negli altri paesi.

Non è possibile costruire il “socialismo in un solo paese”, il mancato sviluppo della rivoluzione internazionale segnò quindi il destino della stessa Russia, aprendo le porte ad un processo controrivoluzionario e all’edificazione del capitalismo di stato, spacciato poi per comunismo.

Non solo, quella sconfitta creò un forte disorientamento tra i comunisti, disorientamento che ancora oggi continua a far sentire i propri effetti. Anziché fare un serio bilancio della sconfitta ed imparare dagli errori molti comunisti si fecero prendere dallo sconforto, altri iniziarono a fare passi indietro rispetto alle posizioni rivoluzionarie fino a quel momento acquisite, altri ancora sostennero il processo controrivoluzionario “stalinista” spacciando quel capitalismo di stato come una realizzazione comunista.

La Sinistra Comunista Italiana, estromessa dal PCI ed organizzata in Frazione, è stata per noi l’unica corrente politica capace di fare un vero bilancio, sebbene anche essa abbia mostrato dei limiti. Il Partito Comunista Internazionalista ha continuato quel lavoro, superando i limiti che aveva mostrato la Frazione. Un serio lavoro di bilancio, certamente non facile, durato inoltre decenni ed alimentato anche grazie al rapporto nato con la CWO.

Quest’anno ricorre il centenario di quella rivoluzione. Non ci interessano celebrazioni retoriche e cerimonie rituali. Riteniamo invece che sia utile cogliere l’occasione per proporre un percorso di letture che contribuisca a far riflettere, evidenziando le conquiste sul piano politico ottenute grazie all’esperienza dell’Ottobre, i limiti di quella rivoluzione e sfatando i tanti miti che si sono costruiti intorno a quanto è avvenuto dopo, con lo “stalinismo”.

Riproporremo nel corso del 2017, in questa sezione del sito web, gli articoli più significativi, patrimonio della nostra organizzazione, riguardanti la Rivoluzione in Russia, la controrivoluzione ed il cosiddetto “socialismo reale”, arricchendoli con nuovi lavori. Strumenti politici per riflettere sul passato, ma soprattutto sul presente, sulla necessità della rivoluzione comunista oggi e sui tanti problemi politici legati ad una trasformazione così complessa.

Domenica, April 2, 2017