Landini, di' qualcosa di sinistra!

Questo ci è sembrato il motivo centrale, l'aspettativa principale dei tanti partecipanti alla manifestazione indetta dalla FIOM sabato 16 ottobre scorso.

Non è nostro costume entrare nel circo dei numeri (200, 300, 500 mila persone o più), ma di sicuro è stata molto partecipata con ben due cortei distinti e straboccanti di gente. Intanto, sottolineiamo il dato non scontato ma confortante della massiccia presenza di studenti, personale della scuola e precari “vari” accanto alle tute blu. Questa quantità pero non si traduce in automatico in forza sociale, in massa d'urto che si oppone – anche spontaneamente, per istinto di sopravvivenza – a quelle esigenze di valorizzazione dei capitali che determinano precarietà, CIG, licenziamenti, ecc. ecc. Quelle che noi comunisti rivoluzionari chiamiamo “compatibilità” del mercato capitalistico. Anzi, pare ancora adagiarsi in quella "quieta disperazione" che va avanti da ormai trent'anni (salvo sporadiche e lodevoli eccezioni, ovviamente).

Disorientamento ed aria del tipo “sì avete ragione, ma...” ci pareva di leggere nelle facce dei manifestanti che ascoltavano i nostri slogan o leggevano i nostri volantini.

Qualche fischio è toccato ad Epifani, qualche coro “Sciopero Generale” giusto e sacrosanto, ma insufficiente, e nulla più. Massa compatta e silenziosa, invece, ad ascoltare Landini, che ripeteva la solita rassicurante (fino a quando?) liturgia su investimenti, diritti intangibili, nuove produzioni “verdi” da stimolare, ecc. ecc.

Secondo noi, la FIOM e la sua casa-madre CGIL sono parte integrante di questo fenomeno oggettivo: non possiamo certo scordare che proprio a Roma, nel febbraio del 1977, la CGIL di Lama ufficialmente dichiarava in Congresso che il sindacato “deve farsi carico delle compatibilità del sistema per uscire dalla crisi (!)” e che quindi la forza lavoro doveva rassegnarsi a subordinare i propri bisogni a quelli del capitale. Non stupisce quindi che più di una generazione di lavoratori educati a questo culto delle compatibilità si trovi del tutto impreparata e spiazzata ad organizzare una seppur minima difesa quando, come oggi, l'attacco è frontale, continuo e trasversale a tutte le categorie e i cosiddetti ammortizzatori sociali (peraltro pagati dai proletari-contribuenti!!) mostrano tutti i loro limiti.

Siamo perciò convinti che i tanti proletari in buona fede che ancora hanno fiducia nella FIOM – anziché nella forza della propria classe che si organizza per resistere e lottare, che è cosa differente e su cui spesso si creano equivoci – andranno purtroppo incontro ad altre brucianti delusioni.

DS

Comments

Oramai sono trent'anni di sconfitte, l'idea del sindacato che difende i diritti appartiene solo piu alla piccola borghesia, che segue chi "taglia le tasse" e non dice nulla, mentre gli operai sono costretti a ricorrere ai sindacati, perchè ancora in grado di buttare sul piatto qualche esca che chiamano "tutela", lasciata li appositamente.

La coscienza di classe, la consapevolezza della condizione di sfruttati è alla base praticamente di tutto.

Purtroppo molti lavoratori rimangono comunque aggrappati al sindacato perché non vedono alcuna concreta alternativa. Si è persa l'abitudine a mobilitarsi in prima persona. E' da qui che bisogna ripartire.

concordo...

l'immaigne + eloquente seocndo me è quella oggi comune di operai che, da soli, prendono manganellate a mani in alto in segno evidente di resa...

:(

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.