La classe operaia francese in lotta

Contro gli attacchi dello stato capitalista e la “riforma” delle pensioni

Per fronteggiare l’ampiezza e la gravità della crisi economica del 2008, la borghesia francese, come tutte le altre borghesie nazionali, è obbligata ad attaccare duramente i lavoratori nel tentativo di colmare l’abissale deficit che lei stessa ha creato cercando di salvare il suo sistema moribondo. La Francia ha deciso di iniziare attaccando le pensione, mentre la Grecia e la Spagna hanno preso misure più rigide e diffuse; infine l’Inghilterra ha preso misure ancora più drastiche.

In Francia, i sindacati (CGT, CFDT, SUD, etc…) nella primavera 2010 avevano già organizzato 3 «giornate di azione» contro la riforma delle pensioni, ma i malcontenti e la rabbia dei lavoratori hanno obbligato i sindacati, tutti riuniti in un gruppo intersindacale (riunito stavolta da Force Ouvrière), ad organizzare ancora in settembre, 7 giornate di azione il 7 e 23 settembre e il 2, 12, 16 e 18 ottobre. La mobilitazione è stata di massa in tutto il paese e queste giornate non l’hanno affatto indebolita; si sono invece riunite in tutta la Francia più di 3 milioni di lavoratori.

Le rivendicazioni e la rabbia dei lavoratori hanno talvolta anche portato ad organizzare delle assemblee generali e dei comitati di sciopero gestiti dai lavoratori sindacalizzati e da quelli non facenti parte dei sindacati. Talvolta alcuni gruppi, seppur minoritari, hanno cercato di organizzare delle assemblee generali sui luoghi di lavoro e perfino della manifestazioni come quella a Toulouse dove, a seguito della manifestazione del 2 ottobre, s’è tenuta un’assemblea generale in viale Jean Jaurès.

Una caratteristica di questo movimento, che lo rende più forte ed incisivo, è il tentativo di riunire le rivendicazioni contro la riforma delle pensioni con altri malcontenti contro l’insieme degli attacchi dello Stato capitalista. Infatti, la miseria, la precarietà, lo sfruttamento, sembrano essere completamente rigettati. In alcune frange è nata anche la solidarietà tra settori diversi. È ciò che ha spinto anche gli studenti medi ed universitari a mobilitarsi; sono ugualmente colpiti dalla paura della disoccupazione e dalla miseria crescente. Ed è proprio l’insurrezione degli studenti che ha fatto più paura alla borghesia, perchè sono meno inquadrabili dai sindacati ed esprimono in maniera più diretta la preoccupazione per il futuro che gli riserva il sistema.

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Per ora, la classe operaia non giunge a prendere realmente nelle proprie mani la sua lotta, anche se ci sono stati qua e là dei tentativi minoritari e maldestri. Sostiene però in misura crescente l’intersindacato, pur non arrivando ancora ad autorganizzarsi collettivamente con delle Assemblee Generali sovrane ed autonome e dunque indipendenti dai sindacati. Certamente, il futuro delle lotte non può nascere dalle azioni brutali e dalle occupazioni delle raffinerie e dei depositi di petrolio, perchè questi gesti non sono portati avanti direttamente e in modo massivo dai lavoratori ma ricadono sotto il cappello sindacale ed hanno inoltre permesso al governo di assumere provvedimenti radicali e di fare il gioco duro con la scusa di garantire l’ordine di prendere delle misure contro i blocchi delle raffinerie e dell’economia. Da parte loro, governo e sindacati, che sono maestri in questo tipo di azioni e di manipolazioni, tentano di fermare il movimento canalizzandolo e facendolo spegnere in azioni tradizionali e ben inquadrate.

Ed ora?

Seppur questo movimento non possa sopravvivere legato esclusivamente alla questione delle pensioni, nasce però in una situazione particolare di crisi del capitalismo sotto i colpi di attacchi brutali ed è simultaneo in tutti i paesi. Per questo è pieno di potenzialità se riesci a porsi in una prospettiva più ampia e riesce a durare al di là dello specifico attacco alle pensioni.

La borghesia lo sa bene, per cui 2 nuove giornate di azione sono previste il 28 ottobre e il 6 novembre per continuare lo sporco lavoro per indebolire della lotta. I lavoratori devono usare queste giornate per discutere in assemblee generali e costruire i loro organismi e mezzi di lotta, al fine di prendere sempre di più in mano le loro lotte per proseguire il movimento contro i nuovi attacchi che non tarderanno certo ad arrivare.

Aurélien

Comments

il manifesto riportava qualche giorno fà che molti manifestanti indossavano adesivi /spille con la scritta "IO FACCIO LA LOTTA DI CLASSE ! "....

sarebbe un segnale incoraggiante...

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.