Lettera aperta agli operai della Alcoa

Operai dell'Alcoa, vi scriviamo questa lettera perché lunedì 10 settembre, quando avete fatto la vostra manifestazione a Roma, e noi eravamo in piazza per essere al vostro fianco, ci è stato veramente difficile discutere, parlare, entrare in contatto con voi, in una parola ci è stato impossibile esercitare quella solidarietà attiva della quale ci facciamo promotori e che vorremmo esistesse tra tutti i settori della nostra classe sociale.

Operai dell'Alcoa, vi scriviamo perché, cercando di stare con voi e tra voi in piazza, abbiamo notato come in molti ritenessero negativa la nostra presenza, quasi come se il nemico fossimo noi comunisti e non il Sistema in crisi o i padroni che prima ci assumono, poi ci sfruttano ed, infine, ci gettano in mezzo ad una strada o, ancora, lo Stato che difende sempre e solo i loro interessi.

E’ intervenuta la Digos a dirci che non dovevamo darvi nemmeno un volantino ripetendo come un disco rotto:

Gli operai hanno paura degli infiltrati, gli operai hanno paura della violenza, non vogliono essere strumentalizzati, vogliono che vi allontaniate, non vogliono i vostri volantini.

Quelle frasi dovevano averle ripetute tante e tante volte nei giorni precedenti, così come tv, radio, giornali e internet avevano martellato:

ALCOA, trovato un falso pacco bomba, non è un buon segnale, vi è il pericolo di infiltrazioni e violenza, allerta.

E certo l'ingente ed apparentemente inspiegabile dispiegamento di P.S. sbandierato ad arte dai media nei giorni precedenti (1000 agenti per 500 manifestanti) contribuiva ad alimentare il clima di tensione e, con esso, il vostro isolamento. Così loro devono essere riusciti a convincere molti di voi, forse la maggioranza, che era importante – al fine di una risoluzione positiva della vertenza – isolarvi da tutto e tutti, vi hanno forse convinto che la vostra lotta non ha nulla a che fare con le altre migliaia di situazioni dove operai, lavoratori, precari, in tutto lo Stivale, stanno perdendo il posto, o lo hanno già perso.

Operai dell'Alcoa, siamo amareggiati. Siamo amareggiati, perché - anche se vorremmo sbagliarci - abbiamo avuto l'impressione che molti di voi, almeno, davano credito ai giornalisti, ai politicanti, ai sindacalisti, ad un minoranza di estremisti di destra che era tra le vostra file, alla Digos... tutti rappresentanti degli interessi della classe avversa, dei capitalisti che vivono del nostro sfruttamento, quelli che hanno ridotto la vostra terra, il Sulcis, e l'intero pianeta ad in luogo dove noi proletari siamo solamente carne da sfruttamento o poveracci da compatire e avvelenare nell'inquinamento e nel cemento.

Ma, operai dell'Alcoa, forse a qualcuno di voi qualche dubbio è saltato in mente quando, a notte inoltrata, vi siete imbarcati sulla nave del ritorno con la sola, misera, promessa che gli impianti verranno spenti un po' più lentamente. E tornati a Cagliari avete, disperati, occupato per qualche ora il traghetto.

Operai dell'Alcoa, adesso che siete tornati a casa con l'ennesima fregatura in tasca, continuerete a salire sulle ciminiere? A fare scioperi della fame? A tagliarvi davanti alle telecamere, in modo da fornire materiale per un giornalismo di tipo cronaca-scandalistica? A cercare un occhio pietoso ma potente che si posi su di voi?

Noi speriamo che cambierete presto strada, che scegliate presto di passare alla via dell'orgoglio di classe e della lotta aperta, perché il vostro dramma occupazionale non merita, non deve e non può essere un fatto di cronaca al TG della sera davanti al quale i borghesi parlottano ingozzandosi.

Voi dovete, al contrario, diventare per loro un incubo perché sono loro, il loro Sistema, i loro profitti, ad avervi gettato in questa condizione. Perché loro inizino ad avere paura, voi dovete uscire dall'isolamento, diventare uno sprone alla lotta vera, unita e solidale, un esempio al quale unirsi per tutti noi, per le migliaia di lavoratrici e lavoratori che vivono le vostre stesse, se non peggiori, condizioni.

Operai Alcoa, ci permettiamo di essere franchi: lo Stato, il governo o il sindacato non hanno nessun interesse a trovare una soluzione e se qualcuno rileverà la vostra azienda lo farà licenziando moltissimi di voi e peggiorando la condizione dei superstiti. Loro, tra lenzuola di seta, continueranno a dormire sonni tranquilli fino a che riusciranno a tenervi isolati da noi, dagli altri proletari, dagli altri lavoratori che in voi potrebbero trovare un punto di convergenza, un punto di riferimento. Perché moltissimi lavoratori, precari, disoccupati guardano con speranza alla vostra lotta, alla lotta degli operai Alcoa. L'unico modo per affrontare la vostra vertenza seriamente, oltre le illusioni, è mettere in campo un rapporto di forza tale da superare l'isolamento, per dare vita ad una vera lotta di classe, la sola che possa, realisticamente, obbligare oggi i padroni a fare i conti con voi e che possa finalmente, domani, mettere in discussione questo loro inumano modo di produzione.

Speriamo che queste righe possano contribuire alla vostra riflessione, a maturare quel fatidico salto di qualità del quale tutti noi abbiamo bisogno.

Lavoratori del Partito Comunista Internazionalista
Giovedì, September 20, 2012

Comments

Non ero là in mezzo, ma da quanto so i fautori di questa linea politica tra gli operai dell'alcoa erano i sindacati. Che infatti hanno fatto di tutto per fare il loro lavoro, i pompieri della lotta di classe.

Magari anche gli operai la pensano così, ma io sinceramente non credo. IN primo luogo perché la digos è l'ultima delle fonti dalla quale io attingerei per avere informazioni sugli operai; in secondo luogo perché non mi è sembrato affatto che gli operai avessero paura della violenza (visto le botte da orbi che si sono dati con gli sbirri); infine perché è falso che gli operai non cercassero la solidarietà esterna, visto che tali scontri sono cominciati proprio perché volevano andarsene in giro per Roma (esattamente come il 15 ottobre 2011).

Tutta questa merda è, come sempre, responsabilità della CGIL.

Detto questo, io non perderei tempo ad amareggiarmi. Di sicuro non ne vale la pena per gentaglia del genere, fosse anche che il 100% degli operai alcoa fosse così. Imparerebbero ben presto sulla loro pelle chi sono i loro "amici".

Che i migliori agenti di questa politica siano i sindacati è fuori di dubbio e, credo, espresso chiaramente dell'articolo, la situazione descrive un momento in cui la digos dsi è fatta portavoce della linea sindacale: l'allontanamento di chiunque non fosse operaio alcoa. i lavoratori comunque erano veramente intimoriti e preferivano evitare di avere qualsiasi tipo di scambio con i circa 200 andati in piazza per solidarizzare con loro.

d'altra parte il sindacato, tutto, ha ben inculcato nella testa dei lavoratori che questi devono guardare anzitutto, se non esclusivamente, il loro tronaconto personale.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.