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Home ›Mettiamo al bando il falso comunismo!
Il fatto e gli antefatti
Il 16 aprile 2015 due consiglieri comunali della Lega Nord presentano una mozione per sollecitare la messa al bando di quei partiti italiani che «richiamano simboli e si ispirano a dottrine comuniste o bolscevico-marxiste».
Grazie al macabro conteggio dei «morti causati dal comunismo nel mondo», si sostiene che esso «si basa su un’ideologia stragista che si alimenta tramite una feroce dittatura… che ha generato miseria, terrore, distruzione e morte», deducendone che «è giunta l’ora anche in Italia… per equiparare… i crimini compiuti dal comunismo a quelli commessi dal nazismo», e ci si richiama a quanto già legiferato in altri Paesi europei (condanna con la reclusione dell’“apologia dei simboli” o del “negazionismo dei crimini perpetrati dal comunismo”), oltre che ad una serie di risoluzioni internazionali (del 1996 e del 2006) che già auspicavano concrete «misure … per smantellare l’eredità dei sistemi del totalitarismo comunista» premurandosi di sottolineare che «regimi totalitari comunisti… sono tuttora al potere in molti Paesi del mondo (dove?! ndr) e che quei «crimini sono stati giustificati in nome della teoria della lotta di classe e del principio della dittatura del proletariato».
Il nostro punto di vista
Non ci meraviglia certo che la macchina infernale messa in moto dall’ennesima drammatica crisi capitalistica costringa la “vecchia macchina del fango ideologico borghese” a confezionare sempre nuove e martellanti campagne ideologiche, essenzialmente con due obiettivi: 1) da un lato riproporre l’ennesimo capro espiatorio di turno (la casta, l’Europa dei burocrati e dei vampiri della finanza, l’Euro, il terrorista islamico, l’immigrato…) verso cui dirottare la rabbia e la disperazione di milioni di precari, disoccupati e sottoccupati ridotti a miseria e stenti persino nel… “bel mondo occidentale”; 2) dall’altro “ricordare”, e ribadire, come il vecchio “spettro” comunista, pur “dichiarato” morto e sepolto per il suo definitivo fallimento, sia ancora un pericolo che rivisita i peggiori incubi dei signori borghesi.
«Nonostante la sconfitta mondiale di questa fallace dottrina -- scrive la mozione leghista -- in alcuni paesi vive e si propaga tuttora una ‘certa nostalgia del comunismo’, per cui vi è il potenziale rischio che questa ideologia possa riprendere il potere in qualche realtà.»
Cosa, ancora, spaventa tanto i borghesi di un cadavere dichiarato ormai “morto e sepolto” sotto le macerie di un muro sgretolato?
Dietro l’apparente impeto iconoclasta, si nasconde (e neanche troppo bene) una paura reale. Ma non certo di ciò che vi era dietro quel muro, quanto piuttosto della lotta di classe e della dittatura antiborghese del proletariato per l’estinzione della società di classe, e di ciò che da sotto quelle macerie può finalmente venir fuori: il ripristino della verità sul carattere non socialista di quei regimi!
La verità di un’alternativa sociale ancora mai realizzata - il vero comunismo! - che sempre più è “nelle cose”, necessaria, resa concretamente possibile dal consolidato ed enorme sviluppo delle forze produttive che andrebbero semplicemente appropriate dai lavoratori-produttori associati e utilizzate per soddisfare bisogni sociali e non finalità di guadagno, e dunque espropriate a quella piccola parte della società cui è invece riservato il godimento esclusivo della loro proprietà: la classe dei capitalisti, privati o statali che siano. Solo questo consentirebbe di ridurre al minimo fatica e tempo di lavoro distribuendoli fra tutti, e di trasformare la “società di individui” in eterna competizione in una “comunità di uomini finalmente liberi e solidali”.
E allora niente più profitto, disoccupazione, precarietà, ipersfruttamento, inquinamento, sprechi e distruzione dell’ambiente, miseria, morte per fame, guerre. Ecco, è questo il peggior “incubo” che i borghesi hanno ancora oggi necessità di esorcizzare: ecco il vero comunismo!
Crimini sì, ma non “del comunismo”!
A noi che quei “simboli” utilizziamo, quel sedicente comunismo semplicemente non risulta ancora pervenuto all’appello della storia. Insomma, ad oggi non è mai stato realizzato da nessuna parte.
Non certo “del comunismo” quei crimini sono frutto, ma di tutt’altro: di un capitalismo sotto le mentite spoglie di una gestione economica capitalistica centralizzata e statalmente pianificata spacciata per “socialismo realizzato”.
Mezzi di produzione in capo (o “proprietà”) allo Stato (e non ai lavoratori associati nei loro Consigli), ma soprattutto gestiti e pianificati secondo i criteri aziendalistici (costi-utili) propri del capitalismo e finalizzati alla realizzazione di profitto; sfruttamento e organizzazione “salariata” del lavoro, produzione e scambio di merci tramite moneta: tutto ciò nulla davvero aveva e ha a che fare col comunismo di Marx. Molto, invece, con quella sua totale falsificazione ad opera di stalinismo, maoismo, pol-pottismo, titoismo, guevarismo, castrismo, bolivarismo, ecc.
Crimini non commessi, dunque? Niente affatto! È il mandante che “contestiamo”: non regimi “dittatoriali comunisti” ma regimi dittatoriali integralmente capitalistici e borghesi!
Regimi della cui ferocia e violenza anticomunista sono stati i comunisti le prime e vere vittime: l'intera vecchia guardia bolscevica dell’Ottobre in primis, migliaia di comunisti internazionalisti, anarchici, trotskisti, e di sinceri proletari allora militanti nel PCI togliattiano e nei PC stalinizzati di mezza Europa. Tutti massacrati in ogni dove dai sicari diretti o indiretti di quei regimi.
Oltre che chiarire quale sia la autentica struttura di un’organizzazione davvero comunista della società, ciò che essenzialmente ci interessa è continuare a denunciare - come da sempre – tutta la falsità di quella memoria storica ufficiale di matrice staliniano-togliattiana, distorta – in primis da innumerevoli sedicenti quanto falsi comunisti – col solo intento di seppellire definitivamente, nella mente e nel cuore di milioni di sfruttati, il reale senso della possibile e reale alternativa comunista al dominio capitalistico, alle sue crisi cicliche sempre più disastrose, alla sua violenza quotidiana, sistematica e… “democratica”, alle sue guerre di competizione imperialistica sempre più barbarica per la conquista, spartizione e assoggettamento di intere aree e popoli del pianeta.
Crimini sì, dunque, e uniti al peggiore inganno perpetrato, sotto le effigi “rosse” di un falso comunismo (lo stalinismo), ai danni di milioni di proletari del mondo intero.
Non ci meraviglia che a farsi portavoci di una simile proposta siano oggi due esponenti della Lega Nord, sulla scia di analoghe precedenti mozioni di piddiellini ed ex missini oltre che dei celebri strali anti-comunisti berlusconiani.
Come non ci meraviglia più di tanto che a capo di simili baracconi reazionari e forcaioli figurino personaggi (come Bossi o Maroni) dai trascorsi piccisti e/o demoproletari, i più di prevalente ed inequivocabile matrice staliniana: ex devoti sostenitori proprio del falso socialismo di quei regimi i cui simboli vogliono oggi “bandire”, per adottare quelli del più becero nazionalismo, patriottismo e xenofobismo propri della “destra” populista e reazionaria con cui vanno già a braccetto (dai neofascisti di Casa Pound al Front National di Le Pen).
Ipocrisie, e contorsioni, della “memoria storica”, verrebbe da dire…
È parte integrante anche questo della tattica di repressione preventiva ogni giorno di più necessaria ad una classe dominante sempre meno capace di gestire democraticamente il caos sociale che il suo dominio genera e alimenta.
Affronteremo anche questa prossima sfida, quando e se si concretizzerà, sia facendo tesoro delle terribili esperienze già vissute (clandestinità fascista e persecuzione togliattiana), sia denunciando, finché avremo fiato in gola, le ipocrisie di coloro che ancora tentano in ogni modo di accomunare il comunismo non tanto col nazismo quanto col ben peggiore crimine borghese mai perpetrato: utilizzare i simboli e gli obiettivi del comunismo per “coprire” i crimini del peggior anticomunismo di sempre.
PFE a proposito di tribunali contro il comunismo: In una voluta confusione tra violenza di classe e violenza dei singoli, tra violenza rivoluzionaria e controrivoluzionaria,
noi non abbiamo da piatire riabilitazioni da chicchessia, dato che solo competente a giudicare e riabilitare in questo genere di delitti sarà il tribunale rivoluzionario.
O. Damen
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Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #05
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