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Home ›Politiche sociali sotto attacco
Dopo che per anni e anni la situazione ha continuato ad andare di male in peggio, oggi, il governo ha, fondamentalmente, messo la parola fine sulle politiche sociali finanziate dallo Stato. Il progetto è in linea con le direttive europee per la liberalizzazione dei mercati, come la direttiva Bolkestein: in questa economia di crisi lo Stato deve progressivamente ritirarsi per lasciare spazio al mercato, ai pescecani del privato e alla loro capacità di generare profitti, profitti ben più preziosi del benessere di centinaia di migliaia di assistiti e lavoratori.
Quanto ha intenzione di spendere lo Stato nei prossimi anni per le politiche sociali? Andiamo a vedere i fondi passati, la legge di stabilità per la la spesa nel 2011 e la previsione per gli anni 2012 e 2013:
Anno | 2003 | 2004 | 2005 | 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Stanziamento Fondo Nazionale per le Politiche Sociali (L.328/'00) in mln di euro | 992 | 881 | 556 | 825 | 788 | 698 | 579 | 435 | 274 | 70 | 45 |
Da qui a tre anni le politiche sociali, per come le abbiamo conosciute, saranno cancellate.
Il sistema è in crisi: dalla Tunisia allo Yemen migliaia di proletari si mobilitano mossi dalla disoccupazione e dal caro vita, dal Wisconsin alla Germania gli stati nazionali stanno selvaggiamente tagliando sussidi sociali, salari e tutele, dal Giappone all'Atlantico la devastazione ambientale è la logica conseguenza della ricerca forsennata di profitti per sostenere un economia globale in fase terminale: quello che succede anche da noi. Stanno giocando al massacro sulla pelle nostra e degli utenti, per sostenere la crisi del loro sistema: del capitalismo.
Ma il futuro non è stato ancora scritto
Se. Decenni di gestione sindacale del conflitto e di amministrazioni di sinistra hanno ottenuto l'obiettivo di spezzare l'unità e la capacità di lotta proletarie.
Se. La destra ha avuto gioco facile ad affondare il coltello laddove la sinistra aveva preparato il terreno a livello normativo e di demoralizzazione.
Se. Per quanto demoralizzati e disorganizzati è solo in noi stessi, nella nostra capacità di organizzarci collettivamente, che possiamo trovare la forza per reagire.
Se. Quanto abbiamo patito fino ad oggi, purtroppo, non è nulla rispetto a quanto stiamo per affrontare nel prossimo futuro in termini di sacrifici e difficoltà.
Allora. Non illudiamoci che sia pacificamente possibile tornare a una realtà “normale” dove si lavora e si viene pagati “il giusto”, dove i figli hanno la possibilità di avere una vita più serena e ricca dei loro genitori. Non illudiamoci.
Unica realtà possibile, da ora in avanti, è la lotta e questa deve essere fatta bene se vuole ottenere il più grande risultato al quale può aspirare: la generalizzazione del conflitto, l'allargamento dell'organizzazione, il rovesciamento definitivo del sistema (e solo se saremo solidi e coerenti su questo percorso, magari, strapperemo strada facendo qualche briciola economica per noi e per i nostri utenti nel tentativo, illusorio, di tenerci buoni, compatibili e controllati).
Ricorda. I dirigenti hanno interesse a muoversi per tenere in piedi le strutture, per conservare privilegi, prestigio e potere; i lavoratori hanno interesse a vivere dignitosamente.
I padroni hanno interesse a far crescere l'economia; i lavoratori hanno interesse a distruggere l'economia che cresce grazie al loro sfruttamento.
I politici di destra hanno interesse a dividerci; noi abbiamo interesse a essere uniti, tutti i lavoratori, aldilà delle categorie e del paese di origine.
I politici di sinistra hanno interesse a farci credere che il sistema può essere più giusto se... noi abbiamo interesse a dimostrare che questo sistema non sarà mai “giusto”.
I sindacalisti hanno interesse a gestire il conflitto per essere legittimati come nostri rappresentanti nella contrattazione; noi non abbiamo nulla da contrattare, perché la dignità non si contratta, e se proprio qualcuno dovrà mediare saranno i delegati scelti nelle nostre assemblee di lotta e che alle nostre assemblee di lotta rimetteranno il loro mandato.
Ma, sopratutto, ricorda, loro faranno di tutto per sedarci, controllarci, dividerci, rappresentarci... noi non ci faremo prendere per il naso perché siamo coscienti che la lotta che inizia oggi non avrà ragione di cessare fino a che loro non avranno più ragione di esistere.
E' ora di iniziare a lottare contro il capitale.
Solidarietà ai lavoratori sociali
Sosteniamo la vostra lotta! Rompiamo il muro!
Vogliamo collegare e rafforzare la voce di quei lavoratori che condividono questa visione: contattaci!
Lavoratrici e lavoratori internazionalistiBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #04
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Comments
Scusami ma non ho ben compreso questo passaggio...
Per il resto direi che sono d'accordo.