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Home ›Lotte e condizioni operaie nel mondo
Messico
Il 23 dicembre 420 dipendenti municipali della città portuale di Labaro Cardenas, nello stato del Michoaca, hanno terminato uno sciopero di tre giorni, dopo che l'amministrazione ha accettato di pagare loro il tradizionale bonus di fine anno e coprire le perdite di salario dovute ai giorni di sciopero. Lo sciopero ha minacciato la paralisi del porto industriale della città, sulla costa del Pacifico, con picchetti e blocchi delle principali strade. Inoltre un grosso impatto è stato creato dal blocco della raccolta dei rifiuti, con 600 tonnellate di spazzatura accumulata nelle strade. Inoltre,500 lavoratori hanno anche minacciato di occupare gli uffici municipali, quando si sono visti esclusi da un primo accordo con altri scioperanti. Duranti gli ultimi 4 anni, i lavoratori di Lazaro Cardenas sono stati sempre costretti allo sciopero per ottenere il pieno pagamento dei loro salari di fine anno.
Intanto, a livello nazionale, il governo del presidente Vincente Fox ha fissato a 4 dollari al giorno il nuovo minimo salariale legale per il 2005, al di sotto della soglia di povertà. Le statistiche ufficiali indicano che quasi un milione di lavoratori regolari percepiscono il salario minimo, nonostante il governo sostenga che tale salario sia solo un punto di riferimento e che quasi nessuno sia pagato tanto poco. Inoltre quasi la metà dei 43 milioni di persone che costituiscono la popolazione attiva del Messico lavora nell'economia sommersa, dove le paghe sono spesso anche al di sotto del salario minimo, mentre solo il 3,6% risulta ufficialmente disoccupato. Anche una commissione governativa apposita, con rappresentanti delle imprese e dei sindacati, ha riconosciuto che il salario minimo è calato del 72,9% in termini di potere d'acquisto dal 1988. Dei poco più di 100 milioni di abitanti del Messico, circa la metà vive in povertà.
Francia
I dipendenti della catena di distribuzione H&M sono stati costretti a cessare le loro iniziative di lotta a seguito di un'ordinanza della magistratura. Lo sciopero era cominciato il 13 dicembre a causa di una questione salariale. Da allora i lavoratori avevano bloccato il magazzino centrale della H&W nella città di Le Bourget, che rifornisce tutti i 63 negozi della catena. Il 28 dicembre la polizia è intervenuta a forzare i blocchi, alcuni giorni prima dell'inizio delle vendite promozionali. Il 25 dicembre, infatti, la magistratura di Bobigny aveva ordinato ai lavoratori di cessare le proteste, e addirittura di pagare circa 1500 euro per compensare le perdite dell'azienda. I sindacati non hanno avuto un ruolo secondario nella vicenda, evitando di sostenere la giusta lotta dei lavoratori e anzi dichiarando immediatamente interrotto lo sciopero, fissando un incontro di mediazione per il 10 gennaio. D'altra parte, come l'esperienza ha insegnato da tempo, la magistratura e i sindacati, al pari di tutto l'apparato statale, sono solo strumenti nelle mani del padronato. Circa 300 persone sono impiegate nel magazzino di Le Bourget e in tutta la Francia la H&M conta circa 3 mila dipendenti. La paga dei lavoratori del deposito di Le Bourget è generalmente bassa, con salari netti che non superano gli 870 euro al mese.
Stati Uniti
Altri 7 scioperanti sono stati arrestati il 29 novembre sulle linee di picchetto presso gli impianti di lavorazione dell'alluminio della Ormet in Ohio. Gli arresti sono avvenuti proprio al momento del rilascio di altri 10 scioperanti, che avevano passato il week-end in carcere senza cauzione. Tutto questo è avvenuto a seguito dell'immediata applicazione di una ordinanza locale del 26 novembre, che impedisce picchetti con più di 10 persone davanti ai cancelli delle aziende. Intanto l'azienda, una controllata della Ormet, intende proseguire con il suo piano di ristrutturazione, che prevede la dichiarazione di bancarotta e la rescissione di 1300 contratti di lavoro. Secondo gli scioperanti, l'incidente del 29 novembre è avvenuto dopo che i 7 lavoratori avevano impedito ad un camion di attraversare il loro cordone. L'autista ha obbedito, portando indietro il suo mezzo, ma la polizia ha immediatamente arrestato i lavoratori. Nel frattempo, i dieci lavoratori, arrestati durante il week-end e appena rilasciati, protestavano contro il nuovo intervento arbitrario e violento. I primi arresti sarebbero avvenuti quando i lavoratori erano stati appena informati della nuova ordinanza e stavano sciogliendo il cordone. Loro e i loro familiari sono stati assaliti brutalmente da 4 o 5 poliziotti ciascuno, riportando gravi contusioni.
Cina
Il 30 novembre, a Nanging, circa 100 picchiatori assoldati dall'azienda hanno assalito 27 operai edili immigrati, mandandone una dozzina in ospedale. L'attacco è avvenuto quando gli imbianchini si sono recati presso gli uffici dell'azienda per ricevere i salari a loro dovuti, dopo essere stati licenziati la mattina stessa. Nonostante fossero assunti come imbianchini, i padroni pretendevano da loro anche mansioni non previste, come misurazioni, lavori elettrici e pulizie. Sono stati licenziati dopo aver chiesto il cambiamento di alcune regole per i dormitori. Infatti nell'azienda vengono imposte multe ai lavoratori che non tornano direttamente nei dormitori dopo il turno di lavoro.
Argentina
Un duro sciopero dei lavoratori del settore delle telecomunicazioni, cominciato il 29 novembre, minaccia di lasciare lo stato senza alcun servizio di telefonia internazionale. I lavoratori chiedono un aumento di stipendio del 25%, per recuperare l'inflazione, e la fine della politica dei subappalti presso altre imprese. I lavoratori della telefonia hanno occupato i centri di trasmissione nazionale di Telecom e Telefonica Argentina, punti di snodo di tutte le comunicazioni telefoniche, telex, internet, fax e dati bancari. I lavoratori hanno inoltre sospeso la manutenzione, l'installazione di nuovi servizi e il supporto agli utenti.
Entrambe le compagnie telefoniche stanno facendo pressione sul governo locale affinché ponga termine all'occupazione, accusando i lavoratori di atti di vandalismo contro gli impianti e di voler interrompere tutte le trasmissioni, e proponendo subito aumenti nelle bollette telefoniche a causa dei danni subiti. Il 3 dicembre i lavoratori hanno denunciato il tentativo delle aziende di organizzare squadre paramilitari per intimidire i dipendenti e obbligarli ad abbandonare i centri occupati. Confronti tesi hanno avuto luogo tra le squadre paramilitari e le linee di picchetto a guardia delle infrastrutture occupate.
micBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #1
Gennaio 2005
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