Concludendo

Se non fosse per il materiale (articoli, lettere, circolari) elaborato e diffuso dai compagni di Battaglia comunista nella loro opposizione al tentativo di una liquidazione del Partito Comunista Internazionalista, quasi nulla potrebbe oggi documentare e spiegare i reali motivi della scissione verificatasi nel 1952. Una frattura giustificata tutt'al più col ritornello delle "ragioni legate a risentimenti d'ordine personale".

Va tenuto conto,come dimostrano i documenti raccolti in questo Quaderno, che né prima né dopo i fautori della scissione accettarono un dibattito chiarificatore di fronte alla organizzazione di tutto il Partito, preferendo mantenere lo scontro teorico su un terreno tanto indiretto quanto mistificato.

Un comportamento che - cosi denunciava il nostro Convegno Nazionale dell'8 febbraio 1953 - mirava a:

Togliere al Partito il diritto e il dovere insieme di dibattere e approfondire i suoi problemi, per affidare questo compito fondamentale ad un solo compagno cui spetterebbe di pensare, teorizzare ed imporre invece del Partito secondo una metodologia che ributterebbe l'avanguardia rivoluzionaria ai sacri metodi della scolastica medievale o della mistica fascista.

...al compito immane della costruzione di questo partito non basta l’azione oscura, tenace e a volte eroica di qualche compagno e di pochissimi quadri salvatisi dalla tormenta che si è abbattuta sull’organizzazione di Livorno, nel primo decennio della sua esistenza. Ora è giusto attendersi che su questa iniziativa, che riteniamo insostituibile, confluiscano tutti coloro che hanno rotto con l’opportunismo per coerenza dottrinaria e politica col marxismo rivoluzionario; tutti coloro insomma a cui stanno a cuore le sorti del proletariato e la causa rivoluzionaria, in un mondo dominato dall’ipocrisia, dalla paura e dall’adattamento.

Onorato Damen