Una riforma fiscale per i ricchi

Dichiarazione ufficiale di Tremonti: "L'Italia sarà il paradiso fiscale dei poveri e non dei ricchi". Prende così il via la nuova e strombazzata riforma fiscale che a fine legislatura prevede due sole aliquote fiscali: 23% per i redditi fino a 100 mila euro e 33% per i redditi superiori. Inoltre, si arriverà presto ad una aliquota unica sulle attività finanziarie: anche il prelievo sui depositi bancari e postali (forma di impiego del risparmio tipica - si dice - dei meno abbienti) scenderà dal 27% al 12,5, pari cioè all'aliquota praticata sulle forme più sofisticate d'investimento. Siamo ancora ad indicazioni virtuali ma nella concreta "procedura per moduli" saranno via via favoriti con sgravi fiscali i redditi bassi. Parola di ministro. Tant'è che si avrà un mancato gettito complessivo, rispetto alla situazione attuale, di circa 20/22 miliardi di euro. Ma chi, in realtà, si vedrà diminuire il proprio balzello fiscale?

Nei dettagli, i contribuenti minori dovrebbero ridurre la loro base imponibile attraverso la deduzione, per esempio, degli interessi finanziari sul mutuo per la casa, mentre le imprese avranno una riduzione graduale dell'Irap (Imposta regionale sulle attività produttive) e dell'Irpeg (prelievo sul reddito delle aziende) dal 37 al 33%. Già qui le differenze sostanziali e quantitative saltano all'occhio. Ma basterà prendere una penna e un foglio di carta, fare qualche calcolo e rendersi conto di quanto in definitiva saremo ulteriormente derubati. Sostituendo le attuali cinque aliquote (che arrivavano al 45% per i redditi oltre i 70.000 euro) e applicando solo le sopraindicate due nuove aliquote, avremo questi esemplari risultati: per un reddito annuale di 10.330 euro si pagherà un aumento dell'Irpef pari a 516 euro; per 12.911 euro l'aumento sarà di 490; per 15.493 avremo 464 euro in più.

Entriamo nelle fasce più "elevate": per un reddito annuale di 25.822 euro si avrà una diminuzione dell'Irpef pari a 464 euro; per 51.644 sarà di 4.235; per 69.720 sarà di 7.127; per 103.288 sarà di 14.465; per 232.398 euro avremo infine 50.148 euro di tasse in meno.

Dunque, lavoratori e pensionati pagheranno in media di più; commercianti e industriali molto di meno. E per compensare le minori entrate nelle casse statali dovute a questo ennesimo regalo alla classe borghese, avremo altri tagli sulla spesa pubblica e sociale, ad esclusivo danno della classe operaia e del proletariato in generale. I conti, ancora una volta, tornano per i borghesi e peggiorano per i proletari.

cd

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.