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Home ›I decreti del Governo Berlusconi
Il governo di centrodestra non ha solo appoggiato la guerra imperialista in corso, come il centrosinistra, DS in testa, ma ha disposto e sta facendo approvare leggi e decreti che sembrano tagliati su misura per favorire il suo leader Berlusconi e suoi amici più intimi e comunque i ricchi come lui. Due di questi provvedimenti sono sanatorie generalizzate: il decreto sul falso in bilancio e il maxi - emendamento o "scudo fiscale" al decreto Euro sul rientro dei capitali all'estero. Questi decreti sono in rapporto con la legge anti-rogatorie già approvata, che sta sbarrando l'iter di molti processi italiani costruiti su atti acquisiti con rogatorie internazionali, garantendo impunità a mafiosi e politici corrotti.
Il contesto è quello dell'approvazione della Finanziaria che prevede tagli alle pensioni, alla sanità, alla scuola, maggiore flessibilità nei contratti di lavoro in entrata e in uscita, aumenti salariali inferiori all'inflazione reale.
La legge delega per la riforma del diritto societario ha trasformato i falsi in bilancio da "reati di pericolo" a "reati di danno" con connessa riduzione delle pene e dei termini di prescrizione. Questa manovra, oltre l'aspetto di legalizzazione del reato, porta ad una legittimazione delle speculazioni, facilita le società grandi rispetto alle piccole e medie aziende nel mercato borsistico, per la difficoltà di queste ultime a trasformarsi in SPA in assenza di provvedimenti che riducano il peso del debito bancario. Con questo provvedimento si accentuano anche i privilegi delle aziende non quotate che controllano società quotate, dei gruppi societari piramidali e a "scatole cinesi", considerando che le false informazioni non sono punibili e l'intervento della magistratura è subordinato a querela da parte dei soci o di creditori entro 90 giorni dal reato.
Le norme sul rientro dei capitali illecitamente detenuti all'estero prevedono sia la possibilità di rimpatrio a costi fiscali esigui delle attività finanziarie, societarie e di associazioni, che la garanzia di poter regolarizzare le attività estere senza rimpatrio. L'emendamento non tocca di certo questo dato ormai acquisito: l'esportazione dei capitali non è reato da moltissimo tempo. Per lo stato si tratta soltanto di garantirsi introiti fiscali a breve termine. Se dunque viene stabilito che ogni miliardo rimpatriato viene tassato di 25 milioni, il possessore evita accertamenti fiscali futuri fino a un miliardo quale che sia il tipo di accertamento e la violazione compiuta. Poi la tutela non riguarda solo i cinque anni passati ma anche il periodo di imposta in corso. Appare chiaro che il provvedimento, le cui norme, dice l'ex-ministro Visco nell'inserto Affari e Finanza di Repubblica del 22 ottobre 2001, sono state scritte con la collaborazione e l'impegno di funzionari della Banca d'Italia, rappresenta un condono generale, cioè comprende ampie possibilità di elusione e di evasione da realizzare nelle prossime dichiarazioni dei redditi, sia pure con i correttivi in corso, come indica il cospicuo aumento di trasferimento di denaro all'estero verificatosi nelle ultime settimane. Se si pensa poi alla decisione di estendere le norme anche a persone giuridiche, si comprende come il provvedimento sia fatto apposta per indurre evasori, faccendieri e mafiosi a mettere in regola, a legalizzare, senza conseguenza alcuna, gli illeciti guadagni e i loschi affari. Senza contare gli spazi di riciclaggio di denaro sporco che si apriranno con la conversione della Lira in Euro. Dunque l'azione del governo, favorendo la concentrazione dei capitali e delle rendite finanziarie, si caratterizza in senso smaccatamente classista e antioperaio. Contro quanto di grave e cialtronesco sta avvenendo, e ritenendo falsa e ingannevole la polemica parlamentare, va detto chiaramente: tutti gli interventi legislativi di qualsiasi governo borghese, e le passate finanziarie del centrosinistra ce lo indicano, sono finalizzati alla difesa dei margini di profitto di capitalisti, banchieri e speculatori. Si aggiunga poi che il Capitale internazionale in crisi strutturale di sovraccumulazione, non potendo ridistribuire le briciole come nella precedente fase, è costretto a spremere i lavoratori per ottenere il plusvalore e il profitto necessario, intensificando sfruttamento e oppressione e ci si rende facilmente conto che siamo in presenza di una tendenza che vede lo stato e tutti gli organi del potere mostrare sempre più, e senza falsi infingimenti, il loro essere i migliori strumenti della borghesia per la conservazione del sistema capitalistico e la repressione di ogni autentica opposizione di classe.
Battaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #11
Novembre 2001
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