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Sempre più a destra a rinnegare il passato e il sol dell'avvenire ora è il capitalismo
Il primo congresso dei Democratici di sinistra è stato la gran cassa di quanto già da molto tempo gli ex stalinisti vanno dicendo: basta con il passato, è vero siamo stati comunisti e abbiamo sbagliato. Ora il comunismo è morto, viva il capitalismo! Niente è concepibile all'infuori di esso per il bene dell'umanità.
Il tandem D'Alema - Veltroni ha rivendicato tutto questo facendo a gara di destrismo per sconfessare la propria storia, una storia tragica per il proletariato internazionale. Essa va dalla difesa incondizionata del socialismo reale, ovvero del capitalismo di stato, che significò mistificare una realtà brutalmente antioperaia spacciandola per socialismo, all'invenzione della terza via berlingueriana, quale alternativa al capitalismo e al socialismo. Volatilizzato anche quest'ultimo parto di fantasia, oggi non rimane che incensare il capitalismo così com'è, nudo e crudo.
Se questo è il migliore dei mondi possibili, tutto il resto deve ruotargli intorno senza interferire. Quindi salari, pensioni e lavoro devono essere adattati alle superiori necessità del capitale. È questo il nocciolo della politica liberista dei diessini sbandierata ai quattro venti, reclamando a se stessi le capacità di essere gli unici a poterla attuare davvero, contrariamente alla destra berlusconiana più interessata alle vicende e agli interessi personali del capo.
Quindi avanti senza nessuna remora a propagandare le virtù del lavoro flessibile e sottopagato, giustificato con le immense opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Anche il lavoratore è così svincolato dalla solita monotona routine, finalmente messo nelle condizioni di poter svolgere durante la vita lavorativa diversi tipi di mansioni. Questo per dire che le aziende non devono avere vincoli di nessun tipo per tenere in carico i dipendenti che saranno sempre più affittati e precarizzati.
La dirigenza dei Ds, in linea con il pensiero unico dominante di tutte le forze borghesi, taccia di conservatorismo chiunque si oppone al completo smantellamento dello stato sociale. In sostanza i moderni riformatori vorrebbero far passare l'idea che scaraventare dietro di un secolo i lavoratori equivarrebbe ad essere progressisti. Sarebbe come dire che dandosi la zappa sui piedi i proletari potrebbero qualificarsi come persone evolute e con lo sguardo proiettato verso un luminoso futuro.
D'Alema si è spinto oltre nel chiedere che al più presto anche le pensioni vengano "progressistamente" riformate. I diessini, come tutti gli ex finti comunisti della diaspora, ad est come ad ovest, sono particolarmente accaniti nel voler dimostrare di essere i migliori servitori del capitalismo. In linea con questo andazzo reazionario diffuso a tutto campo, D'Alema ha criticato da destra i referendum forcaioli dei radicali, indicandoli come ostacoli strumentali ai progetti del suo governo, non tanto per la natura anti-proletaria dei contenuti che invece sono condivisi, ma per la forma della loro proposizione, troppo urlata e oggetto di giochi tra i partiti. La questione è troppo seria per essere trattata in questo modo!
Infine, anche per quanto riguarda la politica estera c'è stato l'auto incensamento ribadendo le ragioni umanitarie dell'intervento italiano in giro per il mondo, rilevando la stima e la considerazione acquisita a livello internazionale. Anche qui l'imbroglio è sfacciato, volendo dare altro significato allo scontro interimperialistico in atto, addirittura spacciando i bombardamenti contro le popolazioni civili inermi come operazioni caritatevoli.
Il lungo percorso controrivoluzionario dell'ex Pci approdato alla borghesissima formazione dei Democratici di sinistra, senza più remore di appartenenza di campo dell'epoca della guerra fredda, ha fatto emergere l'anima e la natura profonda di un partito che richiamandosi alla classe operaia e tramite essa, ha costruito le proprie fortune parlamentari e in fine di governo. Raggiunto lo scopo, in uno scenario completamente mutato, non ha più avuto bisogno di servirsi di essa, e l'ha gettata via rinnegandola, anzi negando la sua stessa esistenza come classe, perché ormai tutti siamo cittadini generici di una generica società.
Proletariato e borghesia? Sfruttamento ed eguaglianza? Cose vecchie e superate dicono gli ex stalinisti. Cose passate come sconveniente è fare i comunisti fasulli oggi, finalmente ognuno può essere se stesso, e questi signori non hanno più bisogno di nascondere la loro vera natura borghese e anti-proletaria.
cgBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #2
Febbraio 2000
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