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Home ›Lettera-testamento di Bucharin
Dall'archivio
Ventisette anni dopo l'esecuzione, avvenuta a Mosca, di Nikolai Bucharin, di gran lunga il più fine e civile dei vecchi Bolscevichi, la sua ultima lettera è stata pubblicata per tutto il mondo.
È una lettera che proferisce una maledizione contro Stalin, il carnefice, e proclama la completa innocenza di Bucharin relativamente a tutti i delitti imputatigli, alcuni dei quali confessò nel suo celebre processo, sotto non si sa quali pressioni.
La lettera in questione è rimasta per qualche tempo in circolazione nelle alte sfere burocratiche del P.C.U.S. moscovita. e dei partiti comunisti di varie capitali europee orientali. È stata diffusa deliberatamente in Occidente per una manovra propagandistica in grande stile dei revisionisti kruscioviani dell'Europa orientale, che vogliono così darle larga diffusione, essendo assai preoccupati per eventi nell'U.R.S.S., ch'essi considerano come segni di reviviscenze staliniane.
"Macchina infernale"
Certamente la lettera proviene dalla Russia, ed ha tutte le apparenze dell'autenticità - come peraltro credono molti dei comunisti più anziani. Ma anche se non lo fosse, il fatto stesso della sua promulgazione come autentica da membri responsabili di partito ha il suo peso non certo indifferente. Sui partiti comunisti di tutto il mondo può avere lo stesso effetto della denuncia kruscioviana di Stalin (1956) - ed in particolare, della citazione del "Testamento" di Lenin, dove si mettevano in guardia i compagni contro Stalin, testo quest'ultimo, che, sebbene noto in Occidente, era stato proibito e tenuto segreto in Russia per 32 anni.
La lettera è breve e precisa. La sua brevità, l'essenzialità del messaggio contenutovi, l'assenza di argomenti di circostanza e di auto-giustificazioni. lo stesso stile, tutto depone in favore dell'autenticità. Un contraffattore si sarebbe dilunga to molto più verbosamente.
Questo documento ha tutta l'apparenza di essere stato stilato in fretta e con grande sforzo - come se avesse dovuto essere scritto in una pausa momentanea, fra le torture e l'esecuzione.
È dedicata: "Ad una generazione futura di dirigenti del Partito", ed inizia:
Lascio questa vita. Piego la testa, benché non sotto la scure del proletariato, che sarebbe spietata, ma pura, incontaminata. Sono certo e sicuro della mia impotenza, davanti alla macchina infernale, che si serve di sistemi medievali, e maneggia un potere immane - la macchina che fabbrica calunnie sistematiche e funziona con perfetta automatica sicurezza.
Va avanti, il povero, ingenuo Bucharin, ricordando perfino i giorni di Dzerzhinski, creatore della famosa CEKA leninista: e la rimpiange, pur se da essa derivarono le varie G.P.N., N.K.V.D., e poi la M.G.D.: la CEKA andava bene ed era solida perché...
tutte le sue azioni erano dirette dall'idea della rivoluzione: ed essa giustificava la durezza contro il nemico, essa proteggeva lo Stato dalla controrivoluzione.
Ma ora le tradizioni della CEKA sono state tradite dalla N.K.V.D.,
organizzazione risorta dal passato, formata di ufficiali privi di scrupoli, degradati, ben nutriti, proni servilmente a compiacere la diffidenza patologica di Stalin - la N.K.V.D - ... che può ridurre in polvere ogni membro del Comitato Centrale, ogni membro del partito, facendone un terrorista venduto, un deviazionista traditore, una spia.
Questo è stato fatto anche a lui, Bucharin, con metodi che non sta a specificare. Dichiara la proprio innocenza e giunge a dire dolorosamente:
La caduta del mio capo innocente comporterà anche la morte di migliaia e migliaia di innocenti,
dato che, per fabbricare il "caso" Bucharin, la N.K.V.D. e l'accusatore pubblico Vyshinsky, che Bucharin non nomina, dovettero inventare tutta una vasta cospirazione concertata, da "svelare" al sensazionale processo.
Bucharin e gli altri furono accusati di attività a favore della rottura del compimento della rivoluzione e della restaurazione capitalistica in Russia:
È una sfacciata ed ingiuriosa menzogna, la cui spudoratezza potrebbe essere uguagliata soltanto se sostenessero che esistono prove certe che Nikolai Romanov (Nicola II, ultimo zar) ha dedicato tutta la vita a lottare contro il capitalismo e la monarchia, per realizzare la rivoluzione proletaria.
Questo è tutto quel che bisogna dire. Bucharin, forse il miglior cervello, tra i compagni di Lenin, è bruciato per tutta la vita della fiamma rivoluzionaria. Indurito nella lotta per la causa comune, dovette sopportare molte cose c a 'molte adattarsi per Stalin, cui apportò un inestimabile appoggio, contro la sua stessa migliore natura - tutto per servire l'unità comunista. Quando in seguito Stalin volle distruggerlo, gli rivolse l'accusa che sapeva essergli più offensiva di ogni altra.
Da Krusciov
Il mondo in ascolto rimase confuso, stupefatto dalle "confessioni" di Bucharin. Come potrebbe un uomo confessare con tanta spontaneità e franchezza il suo alto tradimento, ed essere innocente?
Ora possiamo rispondere - ce l'ha spiegato Krusciov stesso. Krusciov non trovò mai una scappatoia per riabilitare Bucharin, ma rievocò con particolari la tortura e l'annichilimento effettuati da Stalin su altri vecchi bolscevichi. Furono altrettanti sintomi dell'avvicinarsi di una riabilitazione ufficiale anche di Bucharin. Certo, c'era una difficoltà: se riabilitazione di Bucharin, perché non riabilitazione di Trotsky?
E poi, come avrebbe potuto Krusciov cominciare a dire tutta la verità senza compromettere se stesso? Nel 1938, anno dell'esecuzione di Bucharin, iniziava la sua ascesa ai vertici del funzionariato e della direzione politica...
Adesso, alcuni elementi del P.C.U.S. han deciso di forzare il passo. Non ne sappiamo il motivo. Bucharin peraltro era il simbolo della cosiddetta "Opposizione di destra" - che si oppose alle violente e crudeli misure prese da Stalin contro i contadini - con membri che nel contempo tendevano a "dar respiro" al popolo russo.
Quelli che hanno diffuso fuori dalla Russia questa lettera devono pensare, o temere, che nell'U.R.S.S. ci sia oggi un vero pericolo di reazione contro il movimento di liberalizzazione e la "Destra" in genere - forse un altro tentativo di placare la Cina, forse una ripresa dei vecchi stalinisti, anche se in germe.
Traditore, mai!
Questo è un passo avanti nel lungo processo per cui i russi cercano di liberarsi del loro stesso passato. Facendo ciò, ubbidiscono alle medesime parole di Bucharin:
Mi rivolgo a voi, dirigenti del partito della generazione a venire, il cui dovere, la cui missione storica è districare il tremendo viluppo di crimini, che divengono sempre più mostruosi, in questi giorni atroci, e soffocano il partito con la veemenza di un fuoco distruttore ed asfissiante. Faccio appello a tutti i membri del partito! In questo giorno, forse l'ultimo della mia vita, mi dichiaro convinto che, presto o tardi, la mia persona emergerà dal filtro della storia monda da ogni impurità.
Non sono mai stato un traditore. Per la vita di Lenin, avrei dato la mia, senza esitare. Volevo bene a Kirov (1), e non ho mai macchinato alcunché contro Stalin.
Chiedo alla nuova, giovane, onesta generazione di dirigenti del partito di giustificarmi al plenum del Comitato Centrale e di riconfermare la mia appartenenza al partito.
Sappiate, compagni, che sulla bandiera con cui avanzate nella marcia vittoriosa verso il Comunismo c'è anche una goccia del mio sangue...
Nikolai Bucharin
(1) L'assassinio del capopartito di Leningrado, Sergio Kirov, probabilmente preordinato da Stalin, fu il segnale d'inizio delle grandi purghe degli anni '35.
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