Mozione di apertura del congresso

  1. Il Congresso Nazionale, sovrana rappresentanza del partito con le sue deliberazioni impegnative per tutti i suoi membri e per tutti i suoi organi di lavoro, riconosciuta l'esistenza in seno alla organizzazione di divergenze teoriche e tattiche, e queste ultime relative alla interpretazione e attuazione dei deliberata del Congresso di Firenze, afferma che la convocazione della presente assise del partito non soltanto si poneva come logica conseguenza, ma si era resa necessaria e indilazionabile.
  2. Alcuni mèmbri degli organi dirigenti del partito, personalmente responsabili della sua disarticolazione teorica, politica, di fronte alla gravità del dissenso interno e al pericolo di un frazionamento della sua organizzazione, hanno preferito all'aperta chiarificazione ed alla necessità della convocazione del Congresso, appellarsi alla disciplina formale annullando così qualsiasi residua vitalità dell'organo politico della classe operaia, creando in tal modo le condizioni obiettive perché altri compagni degli stessi organi centrali preoccupati non della forma ma della sostanza rivoluzionaria implicita nella salvaguardia della ideologia e del metodo e della stessa organizzazione del partito rivoluzionario, prendessero l'iniziativa, in ciò seguendo l'insegnamento classico del partito di Lenin e della Sinistra italiana, della convocazione del congresso del partito, l'unico organo qualificato a precisare e risolvere i dissensi e creare la piattaforma teorica, politica e organizzativa valida, da un congresso all'altro, per tutti indistintamente i suoi membri.
  3. Il Congresso, in continuità storica con le idee, l'azione e la organizzazione della Sinistra italiana, e con lo spirito e le decisioni del congresso di Firenze, dichiara pertanto decaduti dalle cariche tutti i compagni del comitato esecutivo e affida ai nuovi che saranno eletti a conclusione dei propri lavori, il compito della difesa del Partito sul piano della sua ideologia, della sua organizzazione e dei suoi organi di propaganda.