Il viaggio di Wojtyla in Israele

La religione cartina di tornasole degli scontri borghesi

Gli entusiasmi suscitati a destra e a sinistra dall'esito del viaggio del Papa in Israele, inteso come pellegrinaggio pastorale ai luoghi che due mila anni fa hanno visto l'opera di Gesù, in realtà mascherano in quella parte più avveduta e lungimirante di borghesia italiana ed europea finalità tanto poco spirituali ma più concrete aspettative future di penetrazione, o quanto meno la speranza che si possano aprire maggiori spiragli rispetto ad oggi, per contare di più in un'area della terra, come il Medio Oriente, di fondamentale importanza.

Dal punto di vista della Chiesa sono molteplici i motivi che l'hanno spinta ad un super attivismo mondiale. In particolare la "gestione" Wojtyla è stata contrassegnata da una azione energica e decisa nel momento in cui l'ex impero sovietico cominciava a dare segni di cedimento, all'unisono con l'anticomunismo americano personificato in quel periodo da Reagan. Una volta Caduto il "comunismo", le strade della Santa Sede e degli Stati Uniti si sono allontanate sempre di più. Mentre l'imperialismo dell'unica super potenza superstite si esasperava per far valere i propri interessi ovunque, anche con la forza diretta in virtù del proprio strapotere militare, e i paesi europei balbettavano per subire in fine il diktat americano, l'unica parte realmente fuori dalla Nato era ed è il Vaticano.

Infatti non si è visto episodio guerrafondaio orchestrato da Washington che non abbia trovato, all'interno delle forze borghesi coinvolte direttamente o indirettamente, la netta opposizione della Chiesa. Adesso l'andata del Papa in Terra Santa, laddove da tempo si sta cercando di imporre la pax americana tra lo stato di Israele e i palestinesi, che tenga conto anche dei complessi e difficili equilibri con gli stati confinanti, non può non essere vista con sospetto dagli Usa. In sostanza, e non a torto, ciò è considerato come l'intrufolarsi nella questione di una forza estranea che può essere il puntello per aprire il varco all'imperialismo concorrente europeo, che per quanto attualmente debole e stretto in mille contraddizioni, rimane potenzialmente l'avversario più temibile.

D'altra parte l'universalismo della Chiesa che in questa nuova fase storica vuole rilanciarsi, tentando di allargarsi ad est e di rivendicare maggiori spazi nello stesso Medio Oriente (va ricordato che nei paesi dell'area le varie borghesie locali hanno represso e tentato di cancellare la memoria storica delle antiche comunità cristiane per favorire la dominante e concorrente religione islamica) mal si concilia con gli interessi americani. Un esempio è l'Iraq, dove sono presenti i cristiani della comunità caldea, una delle più grandi della regione. E proprio dall'Ur, nel sud dell'Iraq, il Papa avrebbe voluto iniziare il viaggio, da dove la tradizione afferma che Abramo s'incamminò verso la Terra Santa, ma i bombardamenti angloamericani e l'embargo non l'hanno reso possibile.

Un altro aspetto di contrapposizione è di natura ideologica, ma non per questo di secondaria importanza, visto che riguarda l'essenza del capitalismo nel suo movimento, nel continuo divenire. Qui si scontra la necessità del capitale di utilizzare tutti gli strumenti storicamente determinatisi, come la religione quale forma di dominio sulle masse diseredate, utilissima nel rimandare in cielo una felicità impossibile da realizzare in terra, per perpetuare sfruttamento e privilegi, e nello stesso tempo di invalidarli qualora si trasformino in ostacoli lungo il suo cammino.

La società americana oggi rappresenta il capitalismo nella forma più esemplare ed esasperata, non "corrotta" come quella europea da secoli di storia che in qualche misura hanno lasciato il segno, in cui consumismo e denaro sono valori assoluti che plasmano gli individui a propria immagine e somiglianza. Tutto questo fa a pugni con il messaggio cristiano. Quindi se da una parte l'imperialismo americano e l'intenzione di evangelizzazione del mondo da parte Chiesa urtano, dall'altra si compendiano come momenti distinti della conservazione capitalistica.

Il mutamento di atteggiamento della Chiesa cattolica verso l'ebraismo, e il riconoscimento delle colpe commesse, si configura come un cambio di strategia per estendere la propria influenza non con la violenza o lo scontro polemico diretto, ma aggirando l'ostacolo per cercare di imporsi con la forza della ricchezza. Piano nel quale essa primeggia.

Questo stato di cose è confermato dalle bordate della stampa e di alcuni vescovi cattolici americani, le cui considerazioni sulla missione di Wojtyla in Israele hanno riaperto il problema della successione. I giudizi vanno dal consiglio di ritirarsi per i limiti di età, sino alla messa in discussione della salute mentale del Papa. Al contrario in Europa si è inneggiato al capolavoro politico di Giovanni Paolo II. Ancora una volta abbiamo la riprova che alle beghe prettamente religiose tra le varie confessioni, si somma l'uso delle stesse come mezzo di lotta tra le varie borghesie, in questo caso tra quella statunitense e l'ancora incerta ed eterogenea borghesia europea. In sostanza la religione serve alla classe dominante per fare accettare alla classe subalterna la propria condizione di sfruttamento. Questo è sempre stato il vero compito di qualsiasi religione nel corso dei secoli.

cg

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.