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Home ›Quelli della “democrazia diretta”
L’esempio fornitoci dal gruppo dirigenti del movimento 5Stelle, soprattutto a noi schifati dalla “democrazia borghese” e dai suoi tanti misfatti, ci mostra chiaramente cosa intendono per democrazia “diretta” e democrazia “popolare”. Per di più con la pretesa dell’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche, quelle della rete. La “piattaforma Rousseau”, allestita dalla Casaleggio & C, viene presentata come lo strumento idoneo a creare
un nuovo rapporto tra i cittadini ed i loro rappresentanti, un’evoluzione del sistema democratico più che un suo superamento. La democrazia attuale opera sul principio di delega, non di partecipazione diretta: con il voto si esaurisce il rapporto degli elettori con i candidati e con le scelte che verranno da questi attuate.
Il passo è tratto dal libro Web Ergo Sum di G. Casaleggio.
Veniamo alla consultazione allestita dai grillini per dare voce ai fedelissimi (ma quanti sono gli aventi diritto al titolo?). Va subito detto che ad una specie di “quiz”, confuso ad arte con qualche contraddizione e deformazione, hanno risposto poco più di 50mila individui: di questi, solo 30mila avrebbero respinto l’autorizzazione a procedere contro Salvini. Si sarebbero così qualificati come veri rappresentanti di una decina di milioni di “cittadini”, quelli che alle ultime elezioni hanno votato 5Stelle. E 200 fra deputati e senatori, pure loro “rappresentanti” di quei “cittadini”, hanno ricevuto l’ordine di ubbidire al parere di un’altra rappresentanza che, sulla rete, nessuno saprà mai chi rappresentava! Qualcosa di molto somigliante al gioco delle tre tavolette, ovvero il gioco di tre rappresentanze e di tre deleghe: come “democrazia diretta”, non c’è male!
Il “popolo” (la parte più intelligente e assennata?) avrebbe dunque deciso di non concedere l’autorizzazione a procedere, da parte della magistratura, nei confronti del ministro Salvini in riferimento ai ben noti fatti dell’impedito sbarco di 137 migranti dalla nave Diciotti. Il quesito, sul quale la “base” fondante del movimento si doveva esprimere, era innanzitutto ben manipolato al fine di confondere parole e vicende. A cominciare da una dichiarata esistenza di ipotetiche consultazioni in corso (ma quando?) tra il Presidente del Consiglio, Conte, assieme al Ministro degli Esteri con “i leader degli altri paesi europei affinché ognuno accogliesse la propria quota di migranti”. Cosa c’entri ciò (ammesso e non concesso che simili “trattative” fossero in corso) con l’avvenuto “sequestro” degli immigrati, ci sfugge, assieme all’altra “colpo di scena” col quale si comunica, nel quesito posto al voto, che Salvini – contrariamente a quanto lo stesso aveva sempre proclamato al “popolo” (con apposito giubbotto, vantandosi e assumendosi la responsabilità della “sua” decisione!) – era “d’accordo con il Ministro dei Trasporti Toninelli e con il Vice Presidente del Consiglio Di Maio”, oltre che con Conte. Si doveva “ritardare” lo sbarco il quale, in realtà, fu vietato drasticamente ! Quindi, attribuendo quel “ritardo” ad una doverosa “tutela di un interesse dello Stato”, l’invito rivolto tra le righe era –più che palese! -- quello di “negare l’autorizzazione a procedere”… Fra l’altro, ricorrendo alla diffusione di un confuso dubbio tra un Sì (che valeva un no) e un NO (che valeva un sì)… Fermo restando che, per i plaudenti sostenitori del movimento 5Stelle (e degli spettacoli teatrali del suo capocomico…), chi non appoggia le ponderate decisioni del vertice è – senza se e senza ma – colpevole di “infedeltà” e quindi di espulsione.
Lasciamo a bagnomaria nel loro brodo di cottura i sostenitori dei principi dello Stato di diritto, che ancora fingono di credere che chi commette un abuso di potere debba risponderne alla legge. Prima di tutto – è la musica suonata dai pifferi – verrebbero i diritti civili, quelli della persona. Senza parlare di quelli internazionali di cui, al momento opportuno, tutti se ne fottono facendo entrare in scena – per l’appunto – i superiori interessi dello Stato, cioè dei vari Comitati d’affari al servizio degli interessi del capitale e della borghesia che lo gestisce e ne gode i frutti, dopo averli “legalizzati”.
Frutti e interessi sui quali, e su questo sono tutti in fondo ben d’accordo, cala il sipario. Si alzerà sulla prossima recita-farsa: i copioni sono sempre pronti e gli attori pure!
DCBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #03-04
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