You are here
Home ›Tensioni sul dollaro. L'ultima scommessa?
In evidenza, sul sito del Sole24Ore (1), è stato recentemente pubblicato un articolo dal titolo molto esplicito: "Oltre il 50% del debito pubblico americano è tornato nelle mani degli investitori statunitensi". L'articolo commenta la notizia come una sorta di rivincita patriottica delle comuni famiglie Usa ("Mr e Mrs Smith") che, spinte dalle incertezze della crisi, avrebbero riscoperto una altrimenti ben celata ma mai sopita propensione al risparmio. La spiegazione non convince certo appieno, pensando che molte di quelle stesse famiglie in realtà faticano ad arrivare a fine mese, e spesso annaspano già dopo le prime due settimane.
Tuttavia nel prosieguo dell'articolo una spiegazione più prosaica viene proposta: sarebbero invece i principali istituti di credito nazionali a comprare i bond federali. Le banche starebbero prendendo a prestito denaro dalla banca centrale, la Fed, per sfruttare il differenziale tra i bassissimi interessi da pagare alla Fed e i rendimenti dei bond a lungo termine. Ma, secondo altri dispacci d'agenzia e notizie passate in sordina, l'intervento della banca centrale sarebbe ancora più diretto. Sempre dal sito del Sole24Ore (2) si apprende che:
La Fed compra altri titoli di stato. La Federal Reserve è pronta a monetizzare una porzione del debito pubblico per dare una nuova spinta al passo da lumaca dell'economia americana... Il comitato esecutivo della Banca centrale ha confermato ieri ufficialmente il rallentamento della crescita Usa negli ultimi mesi, e ha deciso di continuare l'espansione monetaria per evitare che l'economia entri in una spirale deflazionistica.
In sostanza, direttamente o indirettamente, è la Fed - ossia la banca centrale chiamata a controllare la quantità di dollari, cartacei o puramente virtuali, in circolazione, a stampare moneta e concedere denaro agli altri istituti di credito - a comprare i titoli federali (3), che altrimenti avrebbero difficile collocazione sul mercato. Il governo americano sta così tentando di difendere il ruolo del dollaro quale strumento di drenaggio internazionale di plusvalore, in modo da continuare a richiamare capitali d'investimento ed essere ancora il fulcro per l'orientamento dei capitali speculativi. (4) Ma intanto, a sottolineare la sempre minore appetibilità a livello internazionale dei titoli Usa, l'Ansa (5) ci informa che:
Crisi, Cina in fuga da dollaro. Secondo dati raccolti dal Wall Street Journal, tra fine 2009 e metà 2010 l'esposizione delle riserve valutarie di Pechino verso i titoli Usa è scesa del 5,7% a 843,7 miliardi di dollari.
A giudicare dalla situazione, sembra che il tenore delle discussioni tra due delle teste pensanti chiamate a gestire le sorti dell'economia in questo critico frangente non sia poi tanto elevato... "Scusa, Ben, dovresti stamparmi qualche altro miliardo di dollari, per acquistare i nuovi buoni del Tesoro. Sai, quei titoli spazzatura che ormai nessuno vuole più... Altrimenti rischiamo la bancarotta!" "Beh, d'accordo, Mr President. Ma ci vorrà qualche giorno. Le rotative della zecca vanno già a pieno regime..."
Gli Stati Uniti si muovono su un crinale molto stretto, tra tendenze deflattive legate all'acuirsi della crisi, e misure inflattive necessarie a sostenere un debito pubblico enorme e inarrestabile. Infatti, nonostante il basso costo del denaro, le banche sono restie a prestare soldi in un periodo di grande instabilità e con i loro stessi bilanci da ripianare, con il risultato di deprimere la circolazione del danaro tamponando, involontariamente, l'aumento della domanda di beni e servizi e quindi l'aumento generalizzato dei prezzi. Inoltre la crisi ha eliminato il risparmio e la disponibilità di spesa delle aziende e delle famiglie, contraendo ulteriormente la domanda complessiva e quindi il possibile aumento dei prezzi.
Nel frattempo, però, tutta questa montagna di ricchezza immaginaria è alla ricerca di una adeguata remunerazione e, come un avvoltoio, resta in attesa della preda più debole su cui avventarsi. I bassi profitti nella sfera della produzione, che sono la base materiale e la chiave di volta della attuale crisi globale, spingono verso forme diverse di accaparramento della ricchezza, gonfiando a dismisura il ruolo di rendita e interesse. Dopo le ondate speculative sul prezzo del petrolio e dei prodotti alimentari (6), per i capitali denominati in dollari sarebbe ora molto fruttuoso riuscire a scardinare l'impalcatura dell'euro, per certi versi fragile. Ma i tentativi sono finora stati rintuzzati, al prezzo di ulteriori e pesantissimi giri di vite al tenore di vita e alle condizioni di lavoro del proletariato europeo.
Paradossalmente, l'evento più probabile su cui scommettere sarebbe proprio il crollo di questo castello di carte costruito al contrario, che si regge su dimostrazioni di forza (messa peraltro parzialmente in dubbio dai risultati deludenti delle ultime campagne dell'esercito a stelle e strisce) e su arcani e precari equilibri tra interessi interimperialistici. Ma è chiaro a tutti che il dominio del dollaro non cesserà dall'oggi al domani, per lo meno non può farlo repentinamente. Il banco non può saltare, perché altrimenti sarebbe a rischio non solo il recupero delle vincite, ma anche il cambio delle fiches, simulacri di presunta ricchezza, in questo caso non fatte nemmeno di plastica ma di ancora più effimeri e virtuali bit memorizzati chissà dove.
Infatti, neanche i più agguerriti concorrenti dell'imperialismo Usa, tra cui Russia e Cina, sono pronti a sopportare in tempi brevi un eventuale tracollo del dollaro, nel cui gorgo sarebbero risucchiati capitali fittizi e ricchezze reali al di là di ogni confine politico e geografico. Nel contempo auspicano un ridimensionamento, il meno traumatico possibile, del ruolo del biglietto verde nell'economia mondiale.
Un intero mondo sta scricchiolando. Ma, nonostante tutto, nel marcio casinò del capitalismo decadente, dove i profitti restano asfittici e i capitalisti non vedono alternativa alla rapina e all'azzardo per sopravvivere, l'assurda roulette della speculazione continua a girare. Avanti, signori, fate il vostro gioco!
Mic(3) L’ulteriore “iniezione di liquidità” è stata infine pubblicamente confermata e difesa dallo stesso Ben Bernanke, governatore della Federal Reserve: rainews24.it
(4) Il governo vorrebbe evitare però di aumentare il tasso di sconto e il costo del danaro, perché ciò allontanerebbe ogni possibile ripresa e anzi graverebbe subito sui bilanci delle aziende più indebitate (oltre che sui bilanci pubblici), con pesanti effetti a catena simili a quelli verificatisi con la crisi dei mutui subprime, i cui assegnatari divennero insolventi al primo accenno di rialzo dei tassi.
(6) In passato i fondi speculativi hanno sfruttato la difficoltà di recupero di nuove fonti energetiche (testimoniata dalla ricerca di petrolio in condizioni limite come le profondità del Golfo del Messico, oppure l'uso di fonti a minore rendimento energetico come le sabbie bituminose del Canada) per scatenare una corsa al rialzo del petrolio, frenata infine dal collasso dell'economia e dell'apparato produttivo. Similmente hanno attaccato il mercato dei prodotti alimentari, sulla scia della diffusione degli agrocarburanti che avrebbero dovuto aumentare sensibilmente la domanda e i prezzi dei prodotti agricoli. Ma, al solito, l'onda speculativa ha spinto i prezzi a livelli del tutto ingiustificati, provocando al contempo rivolte per fame di proletari e disperati in parecchi paesi della periferia del capitale.
Battaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #9
Settembre 2010
Inizia da qui...
ICT sections
Fondamenti
- Bourgeois revolution
- Competition and monopoly
- Core and peripheral countries
- Crisis
- Decadence
- Democracy and dictatorship
- Exploitation and accumulation
- Factory and territory groups
- Financialization
- Globalization
- Historical materialism
- Imperialism
- Our Intervention
- Party and class
- Proletarian revolution
- Seigniorage
- Social classes
- Socialism and communism
- State
- State capitalism
- War economics
Fatti
- Activities
- Arms
- Automotive industry
- Books, art and culture
- Commerce
- Communications
- Conflicts
- Contracts and wages
- Corporate trends
- Criminal activities
- Disasters
- Discriminations
- Discussions
- Drugs and dependencies
- Economic policies
- Education and youth
- Elections and polls
- Energy, oil and fuels
- Environment and resources
- Financial market
- Food
- Health and social assistance
- Housing
- Information and media
- International relations
- Law
- Migrations
- Pensions and benefits
- Philosophy and religion
- Repression and control
- Science and technics
- Social unrest
- Terrorist outrages
- Transports
- Unemployment and precarity
- Workers' conditions and struggles
Storia
- 01. Prehistory
- 02. Ancient History
- 03. Middle Ages
- 04. Modern History
- 1800: Industrial Revolution
- 1900s
- 1910s
- 1911-12: Turko-Italian War for Libya
- 1912: Intransigent Revolutionary Fraction of the PSI
- 1912: Republic of China
- 1913: Fordism (assembly line)
- 1914-18: World War I
- 1917: Russian Revolution
- 1918: Abstentionist Communist Fraction of the PSI
- 1918: German Revolution
- 1919-20: Biennio Rosso in Italy
- 1919-43: Third International
- 1919: Hungarian Revolution
- 1930s
- 1931: Japan occupies Manchuria
- 1933-43: New Deal
- 1933-45: Nazism
- 1934: Long March of Chinese communists
- 1934: Miners' uprising in Asturias
- 1934: Workers' uprising in "Red Vienna"
- 1935-36: Italian Army Invades Ethiopia
- 1936-38: Great Purge
- 1936-39: Spanish Civil War
- 1937: International Bureau of Fractions of the Communist Left
- 1938: Fourth International
- 1940s
- 1960s
- 1980s
- 1979-89: Soviet war in Afghanistan
- 1980-88: Iran-Iraq War
- 1982: First Lebanon War
- 1982: Sabra and Chatila
- 1986: Chernobyl disaster
- 1987-93: First Intifada
- 1989: Fall of the Berlin Wall
- 1979-90: Thatcher Government
- 1980: Strikes in Poland
- 1982: Falklands War
- 1983: Foundation of IBRP
- 1984-85: UK Miners' Strike
- 1987: Perestroika
- 1989: Tiananmen Square Protests
- 1990s
- 1991: Breakup of Yugoslavia
- 1991: Dissolution of Soviet Union
- 1991: First Gulf War
- 1992-95: UN intervention in Somalia
- 1994-96: First Chechen War
- 1994: Genocide in Rwanda
- 1999-2000: Second Chechen War
- 1999: Introduction of euro
- 1999: Kosovo War
- 1999: WTO conference in Seattle
- 1995: NATO Bombing in Bosnia
- 2000s
- 2000: Second intifada
- 2001: September 11 attacks
- 2001: Piqueteros Movement in Argentina
- 2001: War in Afghanistan
- 2001: G8 Summit in Genoa
- 2003: Second Gulf War
- 2004: Asian Tsunami
- 2004: Madrid train bombings
- 2005: Banlieue riots in France
- 2005: Hurricane Katrina
- 2005: London bombings
- 2006: Anti-CPE movement in France
- 2006: Comuna de Oaxaca
- 2006: Second Lebanon War
- 2007: Subprime Crisis
- 2008: Onda movement in Italy
- 2008: War in Georgia
- 2008: Riots in Greece
- 2008: Pomigliano Struggle
- 2008: Global Crisis
- 2008: Automotive Crisis
- 2009: Post-election crisis in Iran
- 2009: Israel-Gaza conflict
- 2020s
- 1920s
- 1921-28: New Economic Policy
- 1921: Communist Party of Italy
- 1921: Kronstadt Rebellion
- 1922-45: Fascism
- 1922-52: Stalin is General Secretary of PCUS
- 1925-27: Canton and Shanghai revolt
- 1925: Comitato d'Intesa
- 1926: General strike in Britain
- 1926: Lyons Congress of PCd’I
- 1927: Vienna revolt
- 1928: First five-year plan
- 1928: Left Fraction of the PCd'I
- 1929: Great Depression
- 1950s
- 1970s
- 1969-80: Anni di piombo in Italy
- 1971: End of the Bretton Woods System
- 1971: Microprocessor
- 1973: Pinochet's military junta in Chile
- 1975: Toyotism (just-in-time)
- 1977-81: International Conferences Convoked by PCInt
- 1977: '77 movement
- 1978: Economic Reforms in China
- 1978: Islamic Revolution in Iran
- 1978: South Lebanon conflict
- 2010s
- 2010: Greek debt crisis
- 2011: War in Libya
- 2011: Indignados and Occupy movements
- 2011: Sovereign debt crisis
- 2011: Tsunami and Nuclear Disaster in Japan
- 2011: Uprising in Maghreb
- 2014: Euromaidan
- 2016: Brexit Referendum
- 2017: Catalan Referendum
- 2019: Maquiladoras Struggle
- 2010: Student Protests in UK and Italy
- 2011: War in Syria
- 2013: Black Lives Matter Movement
- 2014: Military Intervention Against ISIS
- 2015: Refugee Crisis
- 2018: Haft Tappeh Struggle
- 2018: Climate Movement
Persone
- Amadeo Bordiga
- Anton Pannekoek
- Antonio Gramsci
- Arrigo Cervetto
- Bruno Fortichiari
- Bruno Maffi
- Celso Beltrami
- Davide Casartelli
- Errico Malatesta
- Fabio Damen
- Fausto Atti
- Franco Migliaccio
- Franz Mehring
- Friedrich Engels
- Giorgio Paolucci
- Guido Torricelli
- Heinz Langerhans
- Helmut Wagner
- Henryk Grossmann
- Karl Korsch
- Karl Liebknecht
- Karl Marx
- Leon Trotsky
- Lorenzo Procopio
- Mario Acquaviva
- Mauro jr. Stefanini
- Michail Bakunin
- Onorato Damen
- Ottorino Perrone (Vercesi)
- Paul Mattick
- Rosa Luxemburg
- Vladimir Lenin
Politica
- Anarchism
- Anti-Americanism
- Anti-Globalization Movement
- Antifascism and United Front
- Antiracism
- Armed Struggle
- Autonomism and Workerism
- Base Unionism
- Bordigism
- Communist Left Inspired
- Cooperativism and autogestion
- DeLeonism
- Environmentalism
- Fascism
- Feminism
- German-Dutch Communist Left
- Gramscism
- ICC and French Communist Left
- Islamism
- Italian Communist Left
- Leninism
- Liberism
- Luxemburgism
- Maoism
- Marxism
- National Liberation Movements
- Nationalism
- No War But The Class War
- PCInt-ICT
- Pacifism
- Parliamentary Center-Right
- Parliamentary Left and Reformism
- Peasant movement
- Revolutionary Unionism
- Russian Communist Left
- Situationism
- Stalinism
- Statism and Keynesism
- Student Movement
- Titoism
- Trotskyism
- Unionism
Regioni
Login utente
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 3.0 Unported License.
Comments
Tensioni sul dollaro. L'ultima scommessa?
Scusa ma non riesco a capire il concetto: non si riesce a fare che cosa? ad aumentare i prezzi?
Tamponando... cosa vuol dire.
Forse sono solo stanco.
Vi seguo sempre interessato, saluti GC.
Ciao GC. Grazie dell'attenzione!
L'argomento è chiaramente lungo e complesso. Banalizzando un po' il disorso, quel che gli Usa vorrebbero fare è salvare il salvabile, cioè tenere in piedi l'economia e non perdere completamente la loro egemonia internazionale.
Questo richiede innanzitutto soldi, per finanziare l'enorme debito pubblico. E se i soldi non arrivano dall'estero, o arrivano in quantità insufficiente... beh, li si stampa in casa. Misure non convenzionali, dice Bernanke.
Naturalmente, immettere ulteriore liquidità nel sistema spingerebbe verso l'inflazione. Cioè, se si stampa denaro a piacere, senza che aumenti la ricchezza materiale, questo denaro tendenzialmente vale sempre meno.
Ma, fintanto che la crisi morde in profondità, il rischio è allontanato, visto che la capacità di spesa della classe lavoratrice resta bassa. Di per sè, questa bassa domanda spingerebbe invece i prezzi verso il basso.
Tendenze contrapposte. Un crinale molto stretto, appunto.
Ciao Mic e grazie per la pronta risposta.
Adesso me la leggo per bene.
Bellissimo il pezzo "Nel frattempo......"
Saluti GC