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Home ›Il Manifesto di Marx compie 160 anni
Come abbiamo già visto nel primo capitolo del Manifesto del Partito Comunista, Marx delinea il rapporto tra Borghesia e Proletariato.
Nel secondo capitolo, invece, Marx si chiede in che rapporto sono i Comunisti con i proletari. Tutto ciò viene eseguito in modo molto originale. Infatti, per spiegare, ad esempio, un principio del comunismo, Marx parte da alcune critiche o obiezioni che la Borghesia muove proprio contro tali principi, per farli, ovviamente, cadere e spiegarne subito l’estrema validità.
Diciamo subito che gli interessi dei comunisti sono gli stessi di tutto il proletariato!
Ovvero, la formazione del proletariato in classe, l’abbattimento della società borghese e la conquista del potere politico da parte del proletariato.
Quindi, i comunisti non vogliono modellare il movimento proletario sulla base di principi speciali da loro posti. Anzi, i comunisti si rendono conto della realtà che li circonda. E riallacciandoci ora al primo capitolo, possiamo dire che si rendono conto, quindi, che nella società civile moderna la borghesia, classe dominante, ha posto nuove condizioni di oppressione e che come in tutta la storia di ogni società, si sono creati nuovi antagonismi di classe, che però oggi, come abbiamo visto, si sono semplificati.
Infatti, oggi lo scontro si pone tra due classi direttamente contrapposte l’una all’altra: Borghesia e Proletariato. Per quanto riguarda le obiezioni mosse dalla Borghesia contro i comunisti, possiamo iniziare con quella riguardante l’abolizione della proprietà privata. A scanso di equivoci, specifichiamo subito che si parla di proprietà privata dei mezzi di produzione e non della proprietà, ad esempio di una casa o di un paio di pantaloni!!!
Comunque, la borghesia crede che noi comunisti vogliamo abolire la proprietà del minuto cittadino, del piccolo contadino che ha preceduto la proprietà borghese. Quindi una proprietà frutto del proprio lavoro e guadagnata con le proprie forze! Ma come ci spiega Marx, tale proprietà è stata abolita e la va abolendo di giorno in giorno lo sviluppo dell’industria. Ed esempio calzante qui, è la famosa equazione che ben spiega come l’industria moderna ha realmente trasformato la piccola officina del maestro artigiano nella grande fabbrica del capitalista moderno ed eliminato, quindi, quella proprietà di cui la Borghesia parla. Quale proprietà vogliono abolire i comunisti? La moderna proprietà privata borghese!!! Marx tiene anche a specificare che il lavoro salariato, il lavoro del proletario, non genera affatto proprietà ma crea Capitale, quella proprietà che sfrutta il lavoro salariato.
Comunque, la Borghesia, come si è visto, inorridisce perché noi comunisti vogliamo abolire la proprietà privata. Ma non si rende conto che nella sua società “la proprietà privata esiste proprio per il fatto che per nove decimi non esiste”.
Infatti, essa esiste solo per la minor parte della società e presuppone come condizione necessaria la privazione della proprietà dell’enorme maggioranza della società. Quindi, “la Borghesia ci rimprovera di voler abolire la sua proprietà.
Certo questo vogliamo!” afferma Marx. Infine, l’ultima obiezione, a tal riguardo, è quella secondo la quale la Borghesia afferma che con l’abolizione della proprietà privata “cesserebbe ogni attività e prenderebbe piede una pigrizia generale”. Ma da questo punto di vista la società borghese sarebbe già da tempo dovuta andare in rovina, appunto per pigrizia. Infatti, in essa chi lavora non guadagna, mentre chi guadagna non lavora!
Altra obiezione mossa contro i comunisti è che essi vorrebbero abolire la patria, la nazionalità. Ma questo è un discorso del tutto assurdo. Infatti, abbiamo già detto che la prima cosa che il proletariato, dopo la sua formazione in classe e dopo aver abbattuto la società borghese, deve fare è: la conquista del potere politico! Quindi, gli operai non hanno patria, come possono, perciò, abolirla?
È inutile poi, entrare nel merito delle accuse fatte contro noi comunisti da punti di vista filosofici, religiosi e ideologici in generale. È ovvio che con il mutare delle condizioni di vita, delle relazioni sociali e dell’esistenza sociale, muta anche la produzione intellettuale e la coscienza degli uomini. Infatti, le idee dominanti di un’epoca sono state sempre le idee della classe dominante.
Marx ricorda che la storia della società è storia di lotta di classe. È dato di fatto comune a tutti i secoli passati lo sfruttamento di una parte della società sull’altra parte. Quindi è ovvio che la coscienza sociale di tutti i secoli si muove in certe forme comuni. Comunque, solo con la scomparsa degli antagonismi tra le classi, possibile solo nella società socialista, si dissolvono queste forme di coscienza.
Mettendo da parte, ora, le obiezioni mosse dalla borghesia contro i comunisti, parliamo proprio di questi comunisti che guideranno la rivoluzione operaia.
Una volta elevato a classe dominante, il proletariato adopererà il suo dominio politico per strappare alla Borghesia tutto il capitale, per accentrare tutti gli strumenti di produzione nelle mani dell’intera collettività, ovvero del proletariato organizzato in classe dominate (ed ecco qui l’abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione). Quindi, abbiamo visto come il potere è passato dalla minoranza della società, Borghesia, alla maggioranza, Proletariato, e di come i mezzi di produzione siano passati nella completa gestione sociale o, ovvero del proletariato, della maggioranza della società. Nella società socialista venutasi a creare dopo la rivoluzione comunista saranno aboliti naturalmente gli antagonismi di classe. Ed andiamo a vedere come. Allora, il potere politico è il potere di una classe organizzato per opprimerne un’altra. Il proletariato unendosi in classe nella lotta contro la borghesia ed ottenendo il potere politico mediante la rivoluzione, abolisce con la forza gli antichi rapporti di produzione, come fece anche la borghesia, e con essi abolisce anche le condizioni di esistenza dell’antagonismo di classe. Perciò, abolisce le condizioni d’esistenza delle classi ed ovviamente anche il suo dominio in quanto classe.
In conclusione, alla vecchia società borghese con le sue forme di oppressione e i suoi antagonismi di classe, subentra la società socialista dove il libero sviluppo di ciascuno è il libero sviluppo di tutti!
acBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #4
Aprile 2008
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