Prodate, carusate e squallore politico

Le esternazioni estive del professore emiliano e del neo riformista napoletano

In apparenza il tratto comune delle uscite di Prodi su Hamas e di Caruso su Biagi e Treu sembra essere per il primo il riconoscimento di una organizzazione terroristica, per il secondo un linguaggio violento che indica, alla maniera terrorista, persone da colpire. La semplificazione della politica a banale luogo comune è ormai prassi consolidata, tuttavia le cose non sono mai semplici tanto meno le aggrovigliate contraddizioni del capitalismo nella fase imperialista e di piena crisi del ciclo di accumulazione.

Prodi nel riconoscere la necessità di negoziare e dialogare con Hamas non si pone fuori dall’Europa che l’ha definita organizzazione terroristica: lo testimonia la lettera aperta di 10 ministri degli Esteri dell’Ue, D’Alema compreso, inviata a Blair appena nominato portavoce dell’Ue in Medio Oriente in cui si sostiene l’apertura di trattative senza pregiudizi sia con Abu Mazen che con Hamas. Per l’Italia questo è un mezzo per perorare la causa di una pacificazione all’interno delle fazioni palestinesi e una trattativa con Israele, non solo tra Olmert e Abu Mazen come vuole Bush; trattativa che dovrebbe vedere coinvolti anche Siria e Libano. Ciò potrebbe dare corpo ad una politica estera già avviata che, all’interno dell’Europa, vede l’Italia operare in un’area strategica quale è il Mediterraneo ed i paesi che vi si affacciano: il mini imperialismo italiano cerca così di ritagliarsi un suo spazio d’azione e di autonomia. Lo stesso Prodi all’inaugurazione della scorsa Fiera del Levante aveva auspicato che la Puglia diventi una piattaforma ed un crocevia degli scambi con l’est asiatico, ma per far ciò occorre un Mediterraneo pacificato. Inoltre c’è un aspetto evidenziato già nel 2001 da uno studio pubblicato dall’Istituto universitario europeo di Firenze dove si sottolinea come i paesi del Medio Oriente e del Nord Africa sono tra quelli...

nei quali probabilmente il ruolo internazionale dell’euro crescerà più rapidamente ed estesamente. Già oggi l’euro gioca in molti di questi paesi un ruolo preminente per la determinazione dei tassi di cambio come riserva in valuta straniera... l’Europa sarebbe maggiormente colpita da crisi politiche ed economiche in Medio Oriente di quanto lo sarebbero, per esempio, gli USA. (1)

La sinistra più o meno radicale al governo è tutta dentro questa politica del mini imperialismo italiano. E veniamo al disubbidiente no-global Caruso che rintraccia gli assassini dei morti sul lavoro nel senatore Treu e nel giuslavorista Biagi i cui nomi sono legati alle riforme del lavoro del 1997 (governo di centrosinistra) e del 2003 (governo di centrodestra). Quelle affermazioni palesano la stupidità del personaggio e una formazione piccolo borghese che è di tutto un movimento falsamente alternativo. L’idea di fondo che lo pervade è la dicotomia tra giustizia ed ingiustizia.

Per questi alternativi non c’è un modo di produzione capitalistico ed un sistema sociale storico con proprie leggi di funzionamento, di cui la marxiana teoria del valore lavoro e del plusvalore ne sono la chiave di lettura, mentre le norme sono il necessario corollario legislativo per amministrare il sistema. Al posto dei rapporti sociali tra uomini (classi sociali) vi sono quelli tra uomini e cose, tra fini e mezzi limitati che hanno usi alternativi. Con questa definizione il capitalismo si rivela essere la più redditizia ed efficace combinazione tra fini e mezzi limitati, rimane da contrastarne le storture più aberranti. In questo ambito sono le idee, le leggi, le pressioni sociali che fanno la differenza, che determinano più o meno “giustizia sociale”. Tutto si muove all’interno del sistema ed il cercare nelle riforme o negli uomini che le hanno elaborate i colpevoli dell’ingiustizia sociale è la leva da agitare per tenere fermo il mondo.

La società capitalista non pone problemi di giustizia o ingiustizia, pone semplicemente la sua giustizia di classe, le sue condizioni di vita e di lavoro, le sue necessità di accumulazione. Inoltre non vi è riforma che possa sanare la fondamentale disuguaglianza sociale tra capitale e lavoro che vede quest’ultimo in una condizione di dipendenza e sfruttamento. Ciò che contraddistingue la società borghese dalle precedenti società classiste è...

proprio la circostanza che il predominio di una classe poggia non su diritti legittimamente acquisiti ma su effettivi rapporti economici, che il salariato non è un rapporto giuridico ma un rapporto puramente economico... Nessuna legge obbliga il proletariato a soggiacere al giogo del capitale, bensì ve lo obbliga il bisogno, la mancanza di mezzi di produzione... In una parola, tutte le condizioni fondamentali del dominio di classe capitalistico non si lasciano trasformare da riforme legislative su basi borghesi, giacché esse né sono state introdotte da leggi borghesi, né da simili leggi hanno ricevuto la loro forma. (2)

Dunque una parte della grande borghesia cerca uno spazio in politica estera ed il governo Prodi ha deciso di aumentare del 13% la spesa militare rispetto al 2006. Mentre la “causata” piccolo borghese cerca di dare voce a quanti verranno emarginati da una “sinistra” di governo votata al centro, dando loro uno sfogatoio istituzionale. Le aspre e quasi unanimi critiche al Caruso testimoniano che l’azione intrapresa sul diritto del lavoro, cioè il diritto al flessibile sfruttamento dei lavoratori, deve proseguire. A modo loro Prodi da una parte e Caruso dall’altra rappresentano le due facce della stessa medaglia borghese, formalmente di centrosinistra, ovviamente a tutto danno del proletariato.

mr

(1) M. Sturm, The Middle East and Northern Africa as part of the “Euro Time Zone”, Badia Fiesolana 2001.

(2) R. Luxemburg, Riforma sociale o rivoluzione, Parte seconda, cap. 3 La conquista del potere.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.