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Home ›Condizioni e lotte operaie nel mondo
Cameroon
I lavoratori della Cameroon Tea Estate, a Tole, sono in sciopero da più di due mesi per protestare contro un taglio del 50% dei loro salari e per ottenere il pagamento dei sussidi di cui dovrebbero godere. Il 12 aprile il governo ha promesso che pagherà loro entro tre mesi ciò che gli spetta per diritto, ma i lavoratori non si sono lasciati ingannare dalle solite false promesse fatte dai politici e hanno dichiarato che la fabbrica non produrrà nulla finchè i loro problemi non saranno realmente risolti.
Nuova Zelanda
I lavoratori della Carter Holt Harvey, una fabbrica di vernici e legname a Marsden Point dopo 22 giorni di sciopero sono riusciti ad ottenere un nuovo contratto collettivo. L’accordo include un innalzamento salariale del 3%, in aggiunta all’aumento per adeguarsi all’inflazione.
Anche i tecnici delle telecomunicazioni della Transfield Service hanno scioperato per 24 ore consecutive, per opporsi contro il blocco degli stipendi fermi all’inizio del 2005. Inoltre sono spesso costretti a lavorare per 48 ore alla settimana senza il pagamento degli straordinari; sono chiamati dall’azienda anche fuori dai turni di servizio, e non ricevono indennizzi per i loro frequenti lavori in condizioni rischiose e difficili.
India
A Jakarta i dipendenti della discarica di Belasi stanno scioperando perché non ricevono il salario da dicembre 2005. Inoltre protestano in quanto il governo versa alla discarica 5$ per tonnellata, e i lavoratori vengono pagati a percentuale di lavoro portato a termine.
Circa 70.000 impiegati statali hanno iniziato uno sciopero ad oltranza il 20 aprile a Manipur, fermando tutti i servizi del governo. I lavoratori vogliono ottenere un innalzamento dei salari e la stabilità per i lavoratori occasionali e precari; avevano già indicato il 19 aprile come termine per soddisfare le loro richieste, ma il governo le ha accolte solo in parte. Il convincimento nel portare avanti la lotta è molto forte, tanto che gli scioperanti dicono di essere pronti a parlare con il governo solo dopo che le istanze saranno soddisfatte. Lo sviluppo dei Paesi emergenti come l’India o la Cina è a tal punto basato sull’ipersfruttamento dei lavoratori da far loro rifiutare ogni prospettiva concertativa, quando le condizioni di vita raggiungono certi livelli di abiezione l’unica risposta è quella che questi proletari danno alle proposte padronali: “questa volta non permetteremo a nessuno di mettere in atto le solite tattiche finalizzate solo a perdere tempo”.
America
Nel Michigan venti lavoratori della Lotus International sono stati licenziati il 18 aprile dopo una forte protesta contro le precarie condizioni di lavoro. Gli operai latinoamericani denunciano dure discriminazioni e avanzano richieste sulla sicurezza; non ricevono i compensi per gli straordinari e sono costretti ad accettare una diminuzione del salario a fronte di un’intensificazione della produttività.
Sud America
A Queretaro, in Messico, più di 200 lavoratori di una fabbrica di lana merino stanno portando avanti scioperi che hanno superato i dodici giorni. La direzione ha ostacolato gli scioperanti che richiedevano che l’azienda iniziasse a pagare le indennità di malattia e le assicurazioni sociali: la mancanza di questi pagamenti ha infatti portato alla cancellazione dell’assicurazione sanitaria per tutti i lavoratori. Inoltre gli operai sono spesso forzati a turni di 48 ore alla settimana senza ricevere il pagamento degli straordinari.
In Perù, a Yanacocha, i lavoratori della più grande miniera del mondo sono entrati in sciopero ai primi di maggio. Chiedono alla loro compagnia, una joint-venture statunitense e peruviana, un miglioramento degli alloggi per i minatori, molti di loro infatti non sono in grado di pagare un affitto a causa di salari troppo miseri.
In Bolivia il governo è alla prese con una nuova serie di scioperi, dopo quello indetto la settimana scorsa dagli autotrasportatori interdipartimentali e conclusosi con una sostanziale vittoria dell’esecutivo.
L’intera città di Cochabamba, nel centro del Paese, l’11 aprile è entrata in sciopero generale contro la probabile chiusura della compagnia aerea privata ‘Loyd Aereo Boliviano’, che rischia di fallire a causa dei pesanti debiti accumulati e della presunta corruzione dei dirigenti dell’azienda. Il governo, già alle prese con un pesante deficit, si rifiuta categoricamente di acquisire l’azienda facendosi carico dei relativi debiti.
Lo stesso giorno è iniziato inoltre lo sciopero nazionale di 48 ore dei lavoratori del settore sanitario, che chiedono un aumento salariale del 10%, contro il 7% proposto dal governo. Una differenza minima, che lascerà però per due giorni senza assistenza sanitaria circa 20.000 persone in tutto il Paese. Il governo ha già minacciato di prendere misure severe contro i manifestanti se non metteranno fine allo sciopero.
gmBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #5
Maggio 2006
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