La tutela del mercato del lavoro

Sono ben due milioni i lavoratori e le lavoratrici co.co.co (collaboratori coordinati e continuativi). Si tratta dell'ultima generazione dei lavoratori invisibili; una delle tante figure "atipiche", il cui salario diretto viene depredato dall'impresa in qualità di sostituto d'imposta (fiscale e previdenziale). Assunti con contratti a termine, possono essere licenziati in qualsiasi momento.

Intanto le agenzie di lavoro interinale acquistano lavoratori con contratti a termine e li vendono in affitto ad aziende per prezzi standard di mercato fra i 15 e i 20 euro l'ora. L'operaio viene pagato fra gli 8 e gli 11 euro al lordo; la differenza va a ricompensare le agenzie intermediarie per i tempi morti di affittanza. Oltre che nel settore privato, queste pratiche si stanno diffondendo in quello pubblico e nel terzo settore.

Cominciano a svilupparsi anche le aziende che affittano corpi (body rental) attraverso contratti interinali che sostituiscono lavoratori assenti, oppure su commessa, che in pratica significa lavoro a cottimo (interinale o a tempo indeterminato.

I risultati complessivi sono quelli - più che evidenti - di una estrema flessibilizzazione della forza-lavoro in entrata e in uscita, regolata dalle esigenze produttive temporali delle singole aziende e amministrata dalle agenzie intermediarie. La diminuzione del costo del lavoro è assicurata, mentre alla distribuzione dei profitti trovano accesso anche faccendieri di ogni tipo, compresi gli stessi sindacati (Obiettivo Lavoro), Cooperative, Compagnie e congregazioni di varie provenienze.

A questo punto l'Italia è in testa all'Europa per la flessibilità in entrata (grazie al famoso pacchetto Treu, sostenuto dai sindacati e approvato da Rifondazione!) con ben 17 tipologie contrattuali atipiche e tipiche. Sono 2,5 milioni gli occupati a part-time e tempo determinato, e un milione quelli con formazione professionale, LSU, interinale, borse lavoro, ecc. Tant'è che la quota dei lavoratori per il momento "fissi" sul totale della forza-lavoro è, col suo 58%, inferiore alla media europea. A parte le sparate demagogiche della sinistra borghese e antagonista (la quale, al Governo, aveva per prima dichiarato a chiare lettere la necessità di riformare l'articolo 18 e di "scordarsi del posto fisso " - D'Alema), questa è la tendenza inevitabile che si accompagna alla conservazione del capitalismo nella sua fase di avanzata crisi strutturale. Nella "tutela del mercato del lavoro", cioè la libera compra-vendita della merce forza-lavoro, non c'è spazio per una "anacronistica" difesa del posto di lavoro. Il trionfo globale del capitale ha aperto ufficialmente l'era della precarietà del lavoro salariato, ovvero l'incertezza dell'unica fonte di "reddito" per la sopravvivenza dei cittadini proletari nella società borghese. Una società che si fonda, e si conserva, unicamente sullo sfruttamento dei lavoratori e sul profitto assicurato al capitale dal più libero e flessibile mercato del lavoro. Quindi sul blocco del costo del lavoro, cioè sulla costante diminuzione del potere d'acquisto dei salari, stabilito da quell'accordo (1993) fra il governo Ciampi e i sindacati, ai quali va il "dovuto riconoscimento" di tutti i capitalisti.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.