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Pubblichiamo il volantino diffuso i primi di Agosto, in particolare a Los Angeles, dai compagni americani di Internationalist Notes
I lavoratori filippini all'estero, per lo più donne, tornano a casa sotto shock, rovinati o addirittura all'interno di bare. Le Filippine, oggi, sono diventate la più grande nazione migrante, con 5.5 milioni di filippini che lavorano fuori del paese (dati da Philippine Star/Asian Examiner 31-03-2000). Un buon numero di questi filippini finisce nelle mani di trafficanti di uomini, lavorando in schiavitù o nel commercio sessuale. Alcune delle tante vittime sono appena adolescenti. In molte parti del mondo, questi bambini sono comprati e venduti per il sesso.
Questo affare è oramai divenuto multimiliardario (in dollari) tanto da vedere coinvolto oltre un milione di persone ogni anno. Ancora un'altra via per i padroni di fare affari traendo profitti dall'oppressione! Soltanto nel sud est asiatico, ogni anno, circa 250.000 persone sono comprate e vendute come oggetti per prezzi che si aggirano dai 6.000 ai 10.000 dollari ciascuno. I trafficanti di uomini perseguitano, poi, oltre 150.000 persone nell'ex blocco sovietico, con i malcapitati venduti tra i 15.000 e i 30.000 dollari ognuno.
Una cauta stima dei grossi profitti può fissare questi ultimi intorno ai 6 miliardi di dollari l'anno (ibidem).
La crisi finanziaria del padronato nel sud est dell'Asia ha dato una ulteriore spinta ai ricchi a "investire" capitale in questi "affari". Innocenti sono molte volte ingannati per farli entrare nel mercato della carne o costringerli al lavoro schiavile dai contrabbandieri di carichi umani. In California, le donne tailandesi sono costrette a lavorare duramente nel commercio del vestiario. A Chicago, le donne lettoni sono fortemente richieste e vendute per il mercato del sesso. Gran parte del traffico di uomini non avviene solo nei paesi della periferia capitalista, ma, anzi, viene finanziato anche dai paesi delle metropoli del capitale.
La stampa e la TV borghese ammettono alcuni di questi orrori, ma le loro soluzioni, di mettere insieme le nazioni capitaliste in un lavoro comune teso a bloccare questi crimini, sono fesserie, ingannatrici e utopiche.
Una crescente schiavitù sessuale e un lavoro da schiavi accanto a un "libero" lavoro salariato da sfruttati non è contraddittorio come si potrebbe pensare. La produzione capitalista è guidata dalla competizione, non solo a "fare profitto" come dicono i riformisti, ma a sforzarsi crudelmente per massimizzare il profitto stesso. Questo significa accumulare profitto al ritmo più alto dei propri rivali capitalisti oppure essere travolti dal mercato e guidati da esso. Nessuna fazione borghese permetterà che ciò accada senza combattere. Qualsiasi occasione per investire dove il profitto è più alto attirerà più investitori. Chi cerca il guadagno se ne infischia della "legalità" poiché sa che i governi imparano a guardare dall'altra parte quando ci sono in gioco grandi investimenti di capitale. Questo è vero per tutti i regimi capitalistici, che essi siano apertamente dispotici o "democratici".
La forza del lavoro umano è una merce nel sistema capitalista, e, in periodi disperati come questi, gli stessi esseri umani sono venduti e comprati sul mercato.
Il rapido aumento di questo tipo di "affare" smonta la bugia con cui ci bombardano dei presunti miglioramenti per i lavoratori nell'economia "del boom" e nella "new economy" della borghesia, come i media lacchè, portavoce dei ricchi, ci vogliono far credere.
Per portare colpi effettivi al sistema del profitto, non possiamo contare su preti, sindacati, avvocati o altri salvatori politici che camminano sulle acque.
Noi, forze della classe operaia, dobbiamo educare e organizzare le nostre forze dal basso.
Abbiamo bisogno di NUOVI gruppi d'azione politici e d'intervento nei posti di lavoro per costruire un movimento che si contrapponga allo sfruttamento e all'oppressione!
Abbiamo bisogno di forgiare un Partito Rivoluzionario dei lavoratori per guidare le nostre forze nelle battaglie sociali e di classe!
Solo allora potremmo essere in una posizione più forte per combattere per una società senza danaro e senza classi con una produzione gestita socialmente per il bisogno umano e il libero accesso alle ricchezze prodotte.
Solo allora non saremo più alla mercé dei mercati, dei profitti, delle guerre e dell'ingordigia della borghesia.
Los Angeles Workers' Voice
Internationalist Notes
Los Angeles Workers' Voice - Internationalist NotesBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
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