Kosovo - Il capitalismo è imperialismo, l'imperialismo è guerra

Questa è la presa di posizione delle organizzaioni aderenti al BIPR ed è stata tradotta e pubblicizzata in Italia, Gran Bretagna, Francia Columbia, Stati Uniti e Svezia. È disponibile sul nostro sito Internet anche in farsi e portoghese.

Ogni giorno sulla faccia della terra milioni e milioni di esseri umani vengono sfruttati al pari delle bestie per salari di fame e altri milioni vivono nella più totale indigenza senza che ciò ripugni alle delicate coscienze dei signori che oggi vorrebbero convincerci che l'attacco alla Serbia è un intervento di tipo umanitario diretto a prevenire il massacro della popolazione civile del Kosovo. Essi mentono spudoratamente!

In realtà, sono servi del capitalismo e obbediscono esclusivamente alla sua logica che è la logica del massimo profitto da realizzarsi anche a costo di passare sul cadavere della propria madre!

Infatti, la partita che si sta giocando nei Balcani è un momento dello scontro in atto fra le varie potenze imperialistiche per assicurarsi il controllo e la gestione del petrolio, della rendita petrolifera e dei mercati finanziari e commerciali. È uno scontro feroce per il dominio del mondo.

Gli Stati Uniti per impedire che si consolidi un nuovo blocco imperialistico capace di contrastare il loro primato, puntano all'allargamento della Nato all'intera area balcanica e ai paesi dell'est europeo. Essi - dopo aver armato, vestito, equipaggiato l'UCK - puntano, con la presenza stabile delle loro truppe nel Kosovo, ad assicurarsi il controllo del petrolio del Caucaso, a relegare definitivamente la Russia (che resta pur sempre la seconda potenza militare) al ruolo di pura comparsa e, cosa forse ancora più importante, a infliggere un duro colpo alle aspirazioni europee a svolgere un ruolo imperialistico autonomo.

Gli europei, a loro volta, fanno buon viso a cattivo gioco e appoggiano l'azione militare Nato solo per non correre il rischio di essere completamente esclusi da un'area di così vitale importanza e in attesa di darsi, insieme alla moneta, anche un apparato bellico comune.

La stessa Serbia, che pure si atteggia a vittima sacrificale, in realtà mira a sfruttare al meglio la propria posizione strategica per ritagliarsi un ruolo di potenza regionale che consentirebbe alla sua borghesia di intascare una cospicua rendita di posizione. Proprio per raggiungere questo obbiettivo essa non ha mai avuto scrupoli nello stringere il laccio al collo a tutti i lavoratori, kosovari compresi e, nel periodo di maggiore crisi economica, non ha esitato a imporre il blocco dei salari nonostante un tasso dell'inflazione al 2000%; e a reprimere nel sangue la rabbia di milioni di lavoratori. Né più né meno di quanto hanno fatto tutte le borghesie del mondo.

In pace o in guerra il capitalismo semina solo miseria, emarginazione e violenza!

Per i veri comunisti, dunque, la scelta se stare con uno o l'altro imperialismo distinguendo il più piccolo dal più grande perché fra due mali si deve scegliere il minore è falsa, opportunistica e fuorviante. Ogni appoggio a questo o a quel fronte imperialistico è l'appoggio al capitalismo; è il tradimento di tutte le aspettative di emancipazione del proletariato e della causa del socialismo.

L'unica strada percorribile per uscire dalla logica della guerra passa solo attraverso la ripresa della lotta di classe, in Kosovo come nel resto dell'Europa, negli Usa come in Russia.

La solidarietà dei comunisti internazionalisti va quindi senza tentennamenti e compromissioni tattiche solo ed esclusivamente ai lavoratori kosovari e serbi che subiscono il doppio peso dello sfruttamento capitalistico e delle conseguenze più atroci della guerra imperialista.

Contro la guerra, Contro il capitale per la ripresa della lotta di classe e per la ricostruzione del Partito Rivoluzionario.

Partito Comunista Internazionalista (Battaglia Comunista)

Sezione italiana del Bureau Internazionale per il Partito Rivoluzionario

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.