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Prima lettera del P.I.C. al P.C.Int.
Parigi, 13-05-1976
Compagni,
ricevuta la vostra lettera e la vostra circolare «Ai gruppi Internazionali della Sinistra Comunista» e prima di studiarla completamente (...) teniamo a fare, con la presente un certo numero di puntualizzazioni, allo scopo di evitare ogni ambiguità nel corso di eventuali rapporti futuri:
- Comprendiamo perfettamente il vostro modo di procedere di fronte all'approfondimento della crisi mondiale dei capitale e alla montata dei suoi gruppi di «sinistra», fenomeni che compaiono con particolare importanza in Italia. Noi stessi dalla nostra costituzione, abbiamo sempre insistito sulla necessità di un intervento organizzato dei rivoluzionari (e se possibile, coordinato) contro i tentativi di intruppamento democratico del proletariato.
- Detto questo, teniamo a precisare che noi non ci richiamiamo in nessun caso alla «sinistra italiana» (o bordighismo) anche se possiamo riconoscerle in questo o quel punto (critica dell'antifascismo, della democrazia borghese...) degli apporti positivi. A maggior ragione rigettiamo globalmente il retaggio bolscevico (eccetto quello delle sue frazioni comuniste di sinistra: Miasnikov, Osinsky etc.), la sua sostituzione del Partito alla classe e la sua difesa dello Stato nazionale russo (firma del trattato di Brest-Litowsk, costituzione di una armata di stato, detta «rossa e...). Di contro, senza richiamarci ad alcun «filo storico», le nostre posizioni si situano in modo critico nella stessa prospettiva delle sinistre tedesche (Rosa Luxembourg, K.A.P.D...). Ne deriva che noi non ci situiamo affatto nel quadro di un programma basato su «la esperienza teorico-pratica incarnata dalla rivoluzione di Ottobre (intesa come apologia del bolscevismo) o «l'accettazione critica delle tesi del II Congresso dell'Internazionale Comunista» (in particolare per il rigetto di quelle delle 21 condizioni concernenti la questione coloniale, i sindacati, il parlamentarismo, il centralismo democratico).
- Precisato questo il P.I.C. non si oppone in alcun modo, al contrario, a ogni processo di collegamento, coordinamento fra organizzazioni o frazioni comuniste distinte, ma ciò a due condizioni preliminari:
- che nessuna di queste organizzazioni sviluppi volontà egemoniche apertamente o in modo dissimulato, sulle altre;
- che il dialogo fra queste punti al massimo ad una chiarificazione politica e non alla presa di decisioni organizzative volontaristiche e premature.
È a queste condizioni secondo noi che la organizzazione internazionale dei rivoluzionari potrà progredire nella chiarezza politica.
Sperando che queste non siano in contraddizione con le vostre prospettive e attendendo vostre proposte, ricevete, cari compagni i nostri saluti comunisti.
Pour une Intervention communisteSeconda lettera del P.I.C.
Parigi, 26-02-1977
Cari compagni,
pensiamo come voi che l'assenza di un intervento rivoluzionario in seno al proletariato è pregiudizievole al movimento proletario nel suo insieme. È per questo che ribadiamo il nostro accordo per la partecipazione alla riunione internazionale del 30 Aprile - 1° Maggio a Milano. Anche se questa riunione non raggiungerà tutti i suoi scopi almeno potrà avere come risultato di schiarire il dibattito, in seno alla sinistra comunista.
Da parte nostra accettiamo l'ordine del giorno e inviamo due compagni a Milano. Potete fornirei, per informazione, l'elenco dei gruppi invitati? Grazie. Saluti comunisti per la C.E.
Terza lettera del P.I.C.
24-04-1977
Compagni,
di seguito alla lettera precedente che vi indicava brevemente la nostra non partecipazione alla riunione prevista il 30 Aprile/1° Maggio, teniamo a precisare le ragioni di questa non partecipazione. Ci auguriamo che la spiegazione della nostra assenza sia portata a conoscenza dei partecipanti con la lettura di queste righe all'inizio di riunione, questo al fine di evitare ogni interpretazione «ambigua» dell'atteggiamento del P.I.C.!
Le ragioni sono le seguenti:
Il fatto che la quasi totalità dei partecipanti alla riunione (in base alla lista che ci avete comunicato) hanno già scambiato le loro opinioni più volte nella loro stampa, in occasione di riunioni di una con l'altra, tramite la corrispondenza ecc. E che questi scambi sono sfociati in divergenze importanti (proprio a proposito dei punti previsti dall'ordine del giorno) perché sia impossibile progredire rispetto ad esso in un week-end. In conseguenza la riunione non potrà essere, a nostro avviso, che un «dialogo fra sordi».
Un ordine del giorno troppo carico per permettere un approfondimento reale di ciascun punto (tenuto conto delle traduzioni da fare)... tanto più che contiene tutti i punti sui quali esistono giustamente le divergenze importanti: crisi, intervento, organizzazione e raggruppamento.
In funzione dei due motivi precedenti, le prospettive poste (schema di piattaforma per un lavoro comune, Ufficio Internazionale di Coordinamento) sono a nostro avviso frutto di precipitazione. Se siamo partigiani del raggruppamento dei rivoluzionari, pensiamo che non lo si potrà attuare che con il massimo di chiarificazione politica. Questo processo di chiarificazione necessita da una parte la fine di tutte le polemiche superficiali e sterili, d'altra parte il superamento - preliminare a ogni riunione internazionale convocata nella ottica di un «coordinamento» o di un raggruppamento - delle divergenze importanti attraverso discussioni approfondite fra tutte le organizzazioni coinvolte.
In modo più generale, il P.I.C. considera che il processo di chiarificazione e di raggruppamento è intimamente legato a una pratica dei rivoluzionari mirante allo sviluppo di una influenza significativa delle posizioni comuniste in seno alla classe, influenza senza la quale ogni costruzione organizzativa non può essere che un «castello di carte».
Saluti comunisti
Per il P.I.C., G. SabatLettera del Forbundet Arbetarmart (Svezia)
Cari compagni,
La C.W.O. ci ha trasmesso l'invito al vostro convegno internazionale. Purtroppo in questo momento non possiamo inviare nostri delegati.
Siamo comunque vivamente interessati a questa conferenza e ai suoi risultati. Noi abbiamo spedito nostro materiale riguardo le nostre posizioni politiche. Gradiremmo ricevere vostro materiale, se possibile in inglese o tedesco.
Saluti comunisti.
F.A.M. - International secretary, Glasgow 14-04-1977Lettera di Fomento Obrero Revolucionario (Spagna)
Parigi I-4-1977
Al P.C.Int.
Cari compagni,
non siamo certi di poter inviare una nostra delegazione alla vostra conferenza internazionale. Attualmente in Spagna siamo impegnati in un lavoro che non ci lascia tregua né compagni disponibili. D'altra parte, avremmo voluto che almeno una nostra delegazione operaia, dall'interno del paese, partecipasse, cosa che non sembra possibile ma che non escludiamo in assoluto.
Per quanto riguarda la conferenza, noi non vorremmo che essa si limitasse a raggiungere un accordo su un testo o su una dichiarazione molto generale, sviando i punti di disaccordo. Non è certo di uno Zimmerwald contemporaneo che si ha bisogno.
Se non riuscissimo ad essere presenti, noi proporremmo alla conferenza di pronunciarsi innanzitutto se ritiene o non che dopo il 1917 c'è stato un cambiamento delle coordinate che determinarono, in altri tempi, la tattica e certe strategie del movimento rivoluzionario. Già da molti anni, a questa domanda abbiamo risposto affermativamente contro ogni «invarianza del marxismo» che di fatto diventerebbe una ortodossia in margine al divenire. La prima cosa da definire, secondo noi, per la costruzione di una grande organizzazione internazionale, dovrebbero essere le nuove coordinate dell'azione e della spinta rivoluzionaria. È questo un lavoro di chiarificazione preliminare per ogni solido accordo.
Noi crediamo che la conferenza potrà creare qualcosa di importante se essa decide di orientarsi in questo senso, per iniziare la preparazione di una futura conferenza così vasta come l'accordo su questi punti decisivi lo permetterebbe.
Chiediamo che questa venga letta se non potremo partecipare con delegazione e che vengano dibattuti i punti su descritti.
Saluti comunisti
Fomento Obrero RevolucionarioLettera della Communist Workers Organisation (G.B.)
Cari compagni,
riguardo il prossimo incontro dei gruppi comunisti a Milano, stiamo elaborando 2 testi per la discussione che faremo circolare fra i gruppi che vi parteciperanno. Possiamo perciò avere l'elenco completo dei gruppi che hanno definitivamente deciso di intervenire, in modo che essi possano discutere i nostri documenti prima che vengano materialmente a Milano?
I commenti a questi testi verranno ampliati dal nostro delegato al convegno. Se non ci saranno contrattempi il nostro delegato giungerà all'aeroporto di Milano alle 16.00 di venerdì 28 Aprile (...). Disgraziatamente il compagno sarà obbligato a lasciare Milano alle 11 di domenica, per il volo di ritorno e quindi chiediamo che il convegno prosegua sabato sera. Infatti se fosse possibile, gradiremmo poter iniziare venerdì sera, se gli altri gruppi possono arrivare per tempo (...).
Per la C.W.O., I. MitchellPrima lettera della C.C.I.
Parigi 15-05-1976
Cari compagni,
riceviamo il vostro indirizzo ai «gruppi internazionali della sinistra comunista» che avete pubblicato su Battaglia Comunista n. 5, alle diverse caselle postali dei gruppi della nostra corrente. Non essendo una federazione di gruppi nazionali, ma una medesima corrente internazionale avente delle espressioni locali, la nostra risposta seguente sarà quella dell'insieme della nostra corrente.
Approviamo pienamente lo spirito del documento che ci sottoponete. Noi siamo profondamente convinti che il capitalismo è un «sistema economico pervenuto alla fase terminale della sua esistenza» e che non lascia altra alternativa all'umanità che quella della guerra o della rivoluzione. Nel periodo attuale di fronte alla» gravità della situazione generale, particolarmente in Italia» e di fronte all'ascesa della sinistra come «l'ultima trincea del capitalismo», pensiamo che è più che mai necessario tessere o rinforzare legami che troppo sovente si sono rilassati all'interno stesso del campo rivoluzionario, sotto la pressione della controrivoluzione.
In questo senso noi sottoscriviamo tutte le proposte concrete di tenere una conferenza internazionale che «faccia il punto sulla situazione dei gruppi della sinistra comunista o. Non pensiamo evidentemente che una tale conferenza possa svolgersi senza che esista già almeno una base minima di accordo fra i gruppi partecipanti e senza riferimento alle questioni principali, le più fondamentali del movimento proletario oggi, al fine di evitare ogni malinteso e fornire un solido quadro per lo svolgimento fruttuoso dei dibattiti.
L'elenco delle posizioni difese dal Partito Comunista Internazionalista (Battaglia Comunista), tanto la denuncia dei cosiddetti paesi «socialisti» e delle o lotte di liberazione nazionale» come controrivoluzionarie quanto il rifiuto di ogni politica frontista o parlamentarista, ci pare costituire un quadro minimo permettente la discussione.
Quindi questa discussione non dovrà limitarsi ai nostri punti di accordo, ma al 'contrario allargarsi e farsi più chiara possibile sulle nostre divergenze, su due questioni programmatiche che ci sembrano più essenziali: la «questione sindacale» e la «funzione del partito proletario».
Noi non pensiamo che sia necessario pronunciarsi ora sulla vostra seconda proposta di creare un Centro di collegamento internazionale, che non potrà essere che la conclusione della Conferenza Internazionale. Per il momento ci sembra importante essere informati tanto sulle modalità della conferenza (data e luogo) che sulla lista dei gruppi partecipanti.
In un prossimo futuro vi faremo pervenire tutti i documenti utili per le discussioni, così come la nostra analisi del documento proposto per la convocazione della Conferenza. Attendendo la vostra risposta e tutte le precisazioni utili, ricevete, cari compagni, i nostri fraterni saluti comunisti.
Il segretariato del Bureau InternationalSeconda lettera della C.C.I.
Parigi, 01-03-1977
Cari compagni,
Con la presente accusiamo ricevuta della vostra circolare di Febbraio '77, concernente la convocazione di un incontro internazionale dei gruppi richiamantisi alla Sinistra Comunista.
Condividiamo pienamente il vostro sforzo per lo stabilimento di contatti e di confronti fra i gruppi rivoluzionari, oggi dispersi e che conducono la propria attività in modo generalmente isolato. Noi pensiamo che è pienamente te rapo perché questa preoccupazione trovi la sua espressione in uno sforzo continuo e perseverante in vista di passare dal piano della volontà a quello di inizio di una pratica. Non ci dobbiamo nascondere le enormi difficoltà che incontriamo in questo cammino, dovuto in buona parte all'«amore sfrenato del bizantinismo» come dite voi, allo spirito di cappella e a dei malintesi, ma anche ciò che non dobbiamo sottovalutare, alle divergenze reali e all'enorme confusione che le ricopre. Questo non è detto per scoraggiarci ma al contrario per stimolare il nostro sforzo, per distinguere le vere dalle false divergenze, e, eliminando queste ultime, sapere misurare attraverso discussioni e confronti approfonditi l'ampiezza, la portata e i limiti delle divergenze reali e le possibilità di sormontarle.
Un tal modo di procedere esige da noi la maggior prudenza per non precipitarci scansando le divergenze, nello stesso tempo che la ferma e cosciente volontà di proseguire il lavoro di chiarificazione in vista di un raggruppamento delle forze rivoluzionarie della classe.
È per questo che, sottoscrivendo l'ordine del giorno proposto alla riunione noi capiamo male il terzo punto nel quale questioni come «Partito - Sindacati, Partito - Consigli, imperialismo, guerre coloniali, e semicoloniali» ricondotte a divergenze d'ordine tecnico e pratico.
Allo stesso modo il punto 5 dell'ordine del giorno ci sembra un po' prematuro nel considerare la costituzione di un Ufficio Internazionale di Coordinamento.
Solo i dibattiti mostreranno sino a che punto c'è convergenza di posizioni programmatiche dei diversi gruppi presenti, che è la condizione fondamentale preliminare ad ogni istituzionalizzazione di un Comitato permanente di contatto. La questione del raggruppamento non è solo un problema di volontà ma essenzialmente di coerenza e di unità di orientamento politico. Non bisogna farsi illusioni! Il processo di raggruppamento dei rivoluzionari passa inevitabilmente dalla necessità della selezione politica e della demarcazione che va sino alla separazione da certe tendenze. La coesione è innanzitutto una questione di coerenza.
A questo proposito non possiamo che lamentare che non abbiate giudicato utile comunicare i nomi dei gruppi invitati a questo incontro né i criteri sulla cui base sono stati scelti. Questa mancanza comunque non ci impedirà di partecipare con la nostra migliore volontà rivoluzionaria alla riunione.
Peraltro auguriamo, come già abbiamo detto, che venga fatto un bollettino contenente le lettere di risposta e altri testi dei diversi gruppi invitati e distribuito ai partecipanti prima della riunione. Simile bollettino permetterebbe di conoscere meglio le intenzioni e gli orientamenti dei gruppi riguardo il problema del raggruppamento dei rivoluzionari, costituirebbe un primo e importante approccio facilitando così, senza pregiudicarlo, il lavoro della Riunione. Se siete d'accordo di pubblicare tale bollettino di preparazione, fatecelo sapere prima perché noi vi si possa inviare immediatamente un breve testo riassuntivo, nel quadro dell'ordine del giorno, delle posizioni e dell'orientamento della C.C.I.
La nostra delegazione sarà di 7 compagni rappresentanti le sezioni di diversi paesi. Senza poter dare ancora l'orario esatto del nostro arrivo, contiamo comunque di arrivare venerdì 29 Aprile a Milano. Voi sarete così gentili da darci per tempo le indicazioni (indirizzo, telefono) per incontrarci e le condizioni del soggiorno.
Con i nostri saluti comunisti
Per il Bureau International della C.C.I.Prometeo
Prometeo - Ricerche e battaglie della rivoluzione socialista. Rivista semestrale (giugno e dicembre) fondata nel 1946.
Prometeo #28 - 29
Anno XXX - Serie III - Primo e secondo semestre 1977
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